Dopo il Jobs Act tocca all'apprendistato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-12-04

Nel 2017 torna a crescere il costo del lavoro per il contratto a tutele crescenti. E allora si cambia

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Cosa succederà all’occupazione nel 2017? Nel primo anno senza bonus e senza articolo 18 il costo del lavoro a tutele crescenti tornerà in alto a causa della mancanza di sgravi: +10% rispetto al 2016 e +20% rispetto al 2015. Il tempo indeterminato è disincentivato dalla legge Fornero mentre le collaborazioni non esistono più: restano, scrive oggi Valentina Conte su Repubblica, i voucher e il contratto di apprendistato.

E infatti, ci dice l’Inps, nei primi nove mesi corre e già vanta il 21% di assunzioni extra. Sebbene la formula che lo rende super accattivante per le piccole aziende sotto i 9 dipendenti – contributi previdenziali bassissimi, all’1,61% – stia per tramontare a Capodanno (e il governo non la proroga), senza però intaccarne il primato di convenienza. Ma l’apprendistato, che tra l’altro comporta pure obblighi formativi, vale solo per gli under 29. E gli altri? «Il 2017 sarà la prova del nove per il Jobs Act», ragiona Maurizio Del Conte, presidente dell’Anpal, la nuova agenzia per il collocamento.
«Incentivi mirati e pesanti, come quelli del 2015-2016, non sono più sostenibili per i conti pubblici. D’altro canto, il numero dei posti dipende dalla crescita. Per questo il governo ha scelto di concentrare gli sgravi al Sud e per i giovani, perché lì ci sono i margini di recupero maggiore, lì le platee che soffrono di più. Il lavoro nero o precario si sconfigge anche con i bonus. Fermo restando che nel 2018 speriamo di poter ridurre il cuneo fiscale per tutti di 4-5 punti».

quanto costa assumere in italia
Quanto costa assumere in Italia (La Repubblica, 4 dicembre 2016)

I conti sono presto fatti. Il governo ha speso 11,6 miliardi per la decontribuzione triennale totale del 2015 (al 100%). Poi altri 3,4 miliardi per la decontribuzione biennale ridotta del 2016 (al 40%). Ma ha deciso di stanziare solo 737 milioni per gli sgravi del 2017: 500 milioni di fondi europei al Sud (per l’assunzione di giovani under 24 e disoccupati da almeno sei mesi, a prescindere dall’età), 200 milioni per i posti trovati tramite Garanzia Giovani (under 29 del Centro-Nord, visto che non si cumula con il bonus Sud), 7 milioni di sgravi per le imprese che assumono neodiplomati o neolaureati del programma “alternanza scuola-lavoro”. Risorse limitate, a cui aggiungere sconti sui contributi previdenziali per imprenditori agricoli under 40 e partite Iva, in qualche modo autofinanziati (meno pensione futura). Il centro studi della Uil calcola in 100 mila le assunzioni potenziali nel Mezzogiorno per il 2017, propiziate dai fondi europei. Meglio di niente, a fronte però del 19% di disoccupazione, contro l’11,6% nazionale.

Il governo sperava in una crescita più robusta nel 2017. Se non arriverà, bisognerà di nuovo intervenire.

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