Iva in aumento su pane, libri e latte?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-09-15

L’Ue lo chiede al governo nelle raccomandazioni al programma di stabilità. Sarebbe gestibile in una fase di bassa inflazione. Ma come lo prenderebbero i consumatori?

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Il ritocco al rialzo dell’imposta sul valore aggiunto dei beni che oggi hanno un’Iva agevolata al 4% è sul tavolo del ministero dell’Economia. Lo scrive oggi il Messaggero, che ritorna sulle parole di Mario Draghi e sulle raccomandazioni al programma di stabilità del governo tirate fuori qualche tempo fa dall’Unione Europea. Il quotidiano ricorda che tra i compiti a casa che ci ha lasciato l’Ue c’è un punto importante: «I recenti interventi volti ad alleggerire la pressione fiscale sui fattori di produzione», aveva messo nero su bianco la Commissione,«sono stati piuttosto limitati. Vi è il margine», spiega il documento, «per spostare ulteriormente il carico fiscale verso i consumi».
Su questo punto le raccomandazioni erano andate anche oltre:

«È determinante»,secondo Bruxelles, «anche una revisione delle aliquote ridotte dell’Iva e delle agevolazioni fiscali dirette».In altre parole l’Ue ha chiesto all’Italia di rimettere di nuovo mano all’Iva dopo il doppio aumento dal 20 al 22 per cento deciso dai governi Monti e Letta. Il tema,come detto, è delicato, perché l’aliquota minima, quella al 4 per cento, riguarda beni essenziali come il pane o la pasta. Il tema,tuttavia, come spiega un’autorevole fonte del ministero dell’Economia a Il Messaggero,«aleggia nell’aria».

Il regime dell’Iva sui principali prodotti:


Quella dell’aumento dell’Iva sui generi culturali e di prima necessità è una proposta che si trova sul tavolo dei governi da anni. Ma le proteste dei settori coinvolti e la comprensibile reazione dei consumatori ha sempre frenato gli esecutivi. Ma adesso con la deflazione in campo potrebbe essere il momento giusto, dal punto di vista del trend.

Le ipotesi sul tavolo sono diverse. Quella, per esempio, di continuare nella revisione di singole voci dell’imposta, come è già stato fatto per i distributori automatici di alimenti la cui Iva è salita dal 4 al 10%. Nel mirino ci sarebbero i regimi agevolati sui prodotti agricoli o l’esenzione per le pompe funebri. Ma non si esclude nemmeno un ritocco delle aliquote più basse o la creazione di una nuova aliquota al 7-8%. Ognipunto di Iva, del resto, vale 4 miliardidi gettito.

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