Italiaonline ritira la quotazione in Borsa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-10-08

Dopo aver comprato la pubblicità sui giornali

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Le pubblicità sui giornali che annunciavano la quotazione in Borsa di Italiaonline, portale nato dalla fusione di Libero e Matrix e che edita i portali Libero.it e Virgilio.it campeggiavano già da qualche giorno. Oggi il Corriere della Sera aveva pubblicato l’ultima oggi a pagina 22:
italiaonline quotazione
E infatti, nella migliore delle tradizioni delle internet company all’italiana, Italiaonline ha annunciato che non si quota più. Lo ha annunciato una nota del gruppo online, che sarebbe dovuto entrare a Piazza Affari il 14ottobre e che ha poi rinunciato «a causa delle avverse condizioni e della forte volatilità dei mercati azionari europei». Il dietrofront di Italiaonline si aggiunge aquelli di luglio scorso di Rottapharm e Sisal. La decisione «non influenza minimamente i piani di espansione» del gruppo, ha spiegato la società. Nella nota si legge poi che «col supporto del proprioazionista di riferimento (Orascom di Naguib Sawiris,ndr)» l’azienda «continuerà nel percorso di crescitaintrapreso». Perché gli investitori istituzionali, a cui era rivolto il 90% del collocamento azionario, hanno snobbato Italiaonline? Secondo MF, quotidiano dei mercati finanziari, una delle cause è stato il prezzo: la valorizzazione delle azioni è stata ritenuta eccessiva – oltre sette volte l’ebitda o margine operativo lordo – per un’azienda che lavora esclusivamente su un mercato, quello italiano, che non sembra avere grossi margini di crescita a breve.

Così, con ogni probabilità, per approdare sul listino milanese Iol avrebbe dovuto accettare di abbassare la forchetta di prezzo, compresa tra 5 o 6 euro, o andare in borsa al minimo della valutazione. E la soglia massima dei 6 euro corrispondeva a una valorizzazione del gruppo pari a 250 volte l’utile del 2013(1,18 milioni) per una marketcap post aumento di capitale chepoteva arrivare a oscillare tra i 325 e i 390 milioni.

Troppo poco, devono aver pensato gli azionisti.
 

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