Ismail Davur Mesinovic: il bambino con i miliziani dell'ISIS

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-12-22

Il padre l’ha portato via da Longarone. Il bimbo fotografato nei siti jihadisti

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Si chiama Ismail Davur Mesinovic e con il padre Ismar Mesinovic è partito da Longarone in provincia di Belluno per il fronte dell’ISIS, dove il genitore ha voluto andare a combattere. La sua foto è stata pubblicata oggi dal Corriere della Sera:

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Ismail Mesinovic, il bambino al fronte dell’ISIS

La sua foto è stata ritrovata in un sito jihadista, tra i bambini vestiti per la guerra santa, e lo scatto è stato riconosciuto durante la trasmissione Announo dalla madre Lidia Solana Herrera.

Il piccolo, tre anni,porta una felpa nera col cappuccio e ha sulla fronte la fascia dei combattenti dell’Isis. Questo era il destino immaginato e voluto per lui da suo padre,Ismar Mesinovic, che a novembre dell’anno scorso aveva deciso di lasciare Longarone(Belluno), dove si guadagnava da vivere come imbianchino, per diventare un miliziano. Al suo bambino, aveva deciso Ismar, sarebbe toccata la stessa sorte. Qualche mese dopo il rapimento, da Internet è venuta a galla una fotografia che mostrava l’imbianchino morto. Nessuna traccia del bimbo. Soltanto qualche messaggio, di Ismar, per far sapere a Lidia che il piccolo sta bene. L’ultimo sms mercoledì scorso, partito dall’amico macedone di Ismar, Munifer Kalameleski, che come lui ha lasciato la provincia di Belluno (Chies D’Alpago) per unirsi ai combattenti. «Ismail sta bene» diceva quel messaggio annotato, come tutto il resto, dai carabinieri del Ros di Padova che indagano sulla rete dei reclutatori della Jihad in Veneto: fondamentalisti islamici attivi soprattutto nelle provincie di Belluno e Treviso per arruolare aspiranti martiri nella guerra santa pronti a partire per i territori controllati dal Califfo tra la Siria e l’Iraq.

Scrive il quotidiano: «Di norma il Corriere non mostra il volto dei minori. Si è scelto di fare un’eccezione (prevista dalla Carta di Treviso per i «bambini scomparsi»o rapiti) per denunciare l’urgenza disalvare Ismail dall’orrore della guerra».

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