Partite IVA e flat Tax: come funziona l'Imposta sul Reddito d'Impresa (IRI)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-10-17

Un’infografica che riepiloga il possibile impatto della nuova imposta sul reddito d’impresa (IRI) con aliquota flat al 24%, prevista nell’ambito della manovra di bilancio per il 2017

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Il Sole 24 Ore pubblica oggi un’infografica che riepiloga il possibile impatto della nuova imposta sul reddito d’impresa (IRI) con aliquota flat al 24%, prevista nell’ambito della manovra di bilancio per il 2017, che inizia questa settimana il suo cammino parlamentare. La sigla IRI indica un regime di tassazione separata inizialmente previsto dalla delega fiscale (legge 23/2014) e ora destinato a essere introdotto a partire dal 2017 con la prossima legge di bilancio. L’obiettivo dell’Iri è allineare all’Ires l’imposizione sui redditi d’impresa prodotti da imprenditori individuali e società di persone. Spiega il quotidiano:

Le simulazioni in pagina sono un primo esempio dell’impatto della nuova imposta. Un fattore determinante è l’incrocio tra aliquote e base imponibile. Chi resta alla tassazione ordinaria paga in genere aliquote più alte, perché anche chi ricade nel primo scaglione Irpef (23%) deve spesso aggiungere l’addizionale comunale e regionale, con un’incidenza media intorno al 2% e punte molto più elevate in alcune zone: a Roma, ad esempio, l’Irpef comunale è allo 0,9% (con esenzione per redditi fino a 12mila euro), mentre quella regionale al l’1,73% fino a 15mila euro e al 3,33% per importi superiori. Al tempo stesso, però, la tassazione ordinaria offre il vantaggio di poter dedurre dall’imponibile i contributi previdenziali e “scaricare” sull’Irpef lorda eventuali detrazioni personali (ad esempio per spese mediche, mutuo o figli a carico).
Attenzione, però, perché anche i prelievi degli utili dell’anno escono dall’area dell’Iri e confluiscono nel reddito complessivo. Quindi, un imprenditore con un’elevata incidenza di prelievi potrebbe comunque salvare le detrazioni. Lo stesso vale per chi ha redditi diversi da quelli d’impresa, come il lavoratore dipendente che sia anche accomandante nella Sas di famiglia (terzo esempio nel grafico a fianco) o il commerciante che possiede immobili locati (quarto esempio). In quest’ultimo caso, però, va posta un’avvertenza: se il contribuente dovesse optare per la cedolare sulle locazioni abitative, si troverebbe di fatto a beneficiare di due regimi alternativi all’Irpef e rischierebbe di non poter sfruttare eventuali bonus “personali”.

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L’infografica su Partite Iva e Flat Tax (Il Sole 24 Ore, 17 ottobre 2016)

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