Il complotto dell'ippopotamo investito dalla Polo

di Chiara Lalli

Pubblicato il 2014-12-29

Dopo la morte dell’animale del circo Orfei c’è chi vede nella storia qualcosa che non torna. Come al solito, verrebbe da dire

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La morte di Aisha, l’ippopotamo scappato dal circo oppure liberato da alcuni animalisti, ha suscitato molti commenti sui maltrattamenti, sul circo, sull’uso degli animali non umani da parte di quelli umani. Vediamone alcuni.
 
IL COMPLOTTO
Immaginare un complotto è sempre affascinante. Più è credibile, più è seducente. In genere il complottista non ha prove, ma insinua il dubbio, disegna una versione più o meno plausibile.

Il complotto contro gli animalisti (commento da qui)
Il complotto contro gli animalisti (commento da qui)

Altri esempi si trovano per esempio qui: «Per me lo hanno liberato gli Orfei per cercare di passare come vittime»; «se sono stati i circensi l’hanno fatto apposta per incolpare gli animalisti; una ragazza è stata pestata ad un presidio»; «Non credo assolutamente che siano stati gli animalisti, ma sicuramente chi vuol metter in cattiva luce il loro operato. Sono dei meschini capaci solo di guardare le loro tasche piene di soldi infischiandosene di tutelare i loro animali che dicono tanto di amare! C’è stato un episodio dove sono passati col camion per pubblicizzare il loro circo, mi sono messa ad urlare che gli animali devono restare liberi in natura, un nano è sceso dal camion e con tutta la sua cattiveria malefica mi voleva menare, e ho detto tutto!!!». Sul caso specifico potremmo scoprire che è la più grande montatura circense degli ultimi secoli, ma è difficile mettere in dubbio che in passato sono state portate a termine molte altre azioni simili (dite che può essere pure questo un complotto?) e con analogo esito: si vuole liberare un animale e lo si condanna a morte.
 
ANIMALISTI CONTRO, ANIMALISTI A FAVORE
Che vuol dire essere animalisti? Nel link precedente alla pagina di Centopercentoanimalisti ci sono anche commenti diversi dal complottismo.
«Animalisti o idioti?»
«Animalisti o idioti?»

La posizione è chiara fin dal titolo, ma è ribadita più volte: «speriamo tutti che sia una manovra mendace circense, ma ultimamente di animalisti scemi in giro ce ne sono parecchi»; «”se” sono stati loro, non hanno fatto una cazzata, sono dei COGLIONI. Grazie a Dio l’onestà intellettuale a NOI di Centopercentoanimalisti NON è mai mancata». Ovviamente esiste un problema di confini e di definizione: cosa vuole dire essere animalista? C’è una patente per diventarlo? Quanto rischiamo di essere vaghi e generici nell’usare questa definizione? È evitabile? Forse non completamente, come non lo è quando usiamo espressioni come «prolife» o «prochoice», ma pure «laico», «cattolico», «notav». Ci sono modi diversi di dirsi e di essere X oppure Y. Poco più giù Centopercentoanimalisti commentano a proposito dei visoni: «liberando i Visoni si crea una danno all’allevatore, i Visoni morirebbero lo stesso, quindi meglio morti liberi che prigionieri e condannati a morte certa. Nel caso dell’Ippopotamo la faccenda è completamente diversa, se non ci arrivi da solo, non spreco tempo a spiegartelo». Non per tutti (animalisti e non) sarebbe la vita o la morte la questione principale, ma la qualità di quella vita e anche la considerazione di quella che sarebbe la loro condizione naturale. Cosa ci sta a fare un ippopotamo in un circo?! Sui visoni Essere Animali commentava così: «Il TG3 ha diffuso la notizia attraverso queste immagini che anche noi desideriamo mostrarvi: i visoni liberati esplorano con curiosità un mondo fino a quel momento negato assaporando per la prima volta la vita fuori dalle gabbie».
Essere animali sui visoni
 
MEGLIO MORTO LIBERO CHE VIVO PRIGIONIERO?
È più o meno il titolo scelto da Il Tempo (senza punto interrogativo), anche se poi il pezzo di Sarina Biraghi è critico e se ci fosse il punto di domanda risponderebbe «no, non è meglio morto libero che vivo» e gli animalisti sono estremisti ossessionati.
Meglio morto libero che vivo?
Meglio morto libero che vivo?

 
Siamo sempre e comunque noi a decidere e a valutare perché all’ippopotamo non glielo puoi chiedere cosa preferiva fare. Le cose diventano ancora più complicate quando, oltre alle domande sul circo, cominciano a farci quelle (necessarie) sugli altri usi che facciamo degli animali: compagnia, ricerca, cibo. Ci sono livelli diversi di intransigenza: dal rifiuto totale (non dobbiamo usare MAI animali non umani per i nostri comodi) al delineare gerarchie più o meno rigide (circo no e ricerca sì, per esempio; ma se diciamo no al circo come siamo posizionati poi rispetto al pet therapy o ai milioni di cani e gatti o altri animali da compagnia? O rispetto alle pellicce? O, ancora, ai cani poliziotto?). Non è per niente facile, come suggerisce il titolo di uno bel libro di Hal Herzog, Some We Love, Some We Hate, Some We Eat: Why It’s So Hard to Think Straight About Animals (qui alcuni link interessanti).
 
VOLKSWAGEN CONTRO MERCEDES
Ce lo siamo domandati tutti: com’è possibile che la Polo non sia stata polverizzata dalla mole del pachiderma? O come scrive una commentatrice: «Io ci credo davvero poco…anche allo stesso incidente…il papà di un mio amico investi una mucca e morì sul colpo lui è la mucca…ed aveva un Mercedes qui un auto investe un ippopotamo e muore solo l ippopotamo…secondo me ci sono in giro un po di cazzate».
 
Mercedes
L’unico punto fermo sembra essere che non possiamo non stare dalla parte degli ippopotami. Soprattutto dopo che qualcuno l’ha scambiato per un dinosauro.

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