Integratori alimentari, perché sono un'ossessione

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-07-24

Gli italiani spendono più di tutti in Europa per vitamine, prodotti per la bellezza o per prevenire malanni. E il mercato italiano degli integratori alimentari entro il 2019 metterà a segno un altro balzo del 6%

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Gli italiani spendono più di tutti in Europa per vitamine, prodotti per la bellezza o per prevenire malanni. E il mercato italiano degli integratori alimentari entro il 2019 metterà a segno un altro balzo del 6%. La Stampa pubblica oggi un’inchiesta sul fenomeno degli integratori alimentari: perché si usano e chi li prende nel mercato più ampio del mondo. Nella vendita dei prodotti sostitutivi del cibo, secondo Euromonitor International, nei prossimi tre anni la distribuzione organizzata peserà sempre di più, trainata soprattutto dai probiotici e dai minerali, in cima alle preferenze degli italiani che nelle classifiche europee sono in testa. Seguono belgi, tedeschi, inglesi, francesi. Leader nelle vendite in Italia sono colossi globali come Pfizer , Bayer, Aboca e Sanofi. Sono in crescita le quote di mercato di produttori italiani come Enervit, Equilibra, Angelini. Ma c’è da ricordare che «Di questi «health claims» solo 200 su 4000 hanno ricevuto il riconoscimento dell’ Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare. Al boom commerciale degli integratori fa riscontro una serie di «alert» sui loro possibili effetti nocivi a partire da quello del 2013 della Food and Drug Administration statunitense fino a quelli delle associazioni di nutrizionisti società scientifiche internazionali».

«I danni provocati alla salute dalla “moda” di sostituire il cibo con pillole e barrette stanno diventando una vera emergenza sanitaria», avverte il nutrizionista Giorgio Calabrese, presidente del Comitato nazionale per la sicurezza alimentare. Ogni anno, tra Roma, Torino, Milano e Asti, il professor Calabrese cura più di cento casi di dipendenza da integratori. «L’automedicazione è dannosa- afferma- . Gli integratori vanno prescritti dal medico per carenze come quella di ferro e non presi di testa propria come sostitutivi». La loro diffusione è dovuta alla loro praticità. «Le indicazioni scritte sulle confezioni sono così generiche (stanchezza fisica e psicologica, difficoltà di concentrazione) che chiunque ci si può riconoscere- precisa Calabrese -. E, poi, invece di variare l’alimentazione e calcolare le calorie, appaiono come una scorciatoia ”easy”, un modo comodo per delegare a chi ne sa. Adesso ce ne sono alcuni che si sciolgono sotto la lingua, non serve neanche l’acqua».
Tra i pazienti soccorsi nel tunnel di questa dipendenza c’è un trentenne piemontese che lavora in un’istituzione europea. «Un bel ragazzo brillante che si era ritrovato lontano dai genitori e per insoddisfazione e latente depressione aveva cominciato a mangiare solo integratori, è arrivato da me pelle e ossa-. Quando gli ho chiesto il motivo, mi ha risposto: “Mi servono a fermare la fame”. Da quando ha chiuso con questi prodotti, è aumentato di massa senza ingrassare: ora è felice e sta bene. In un anno ha preso 9 chili ed è tornato a vivere perché non è più schiavo degli alimenti sostitutivi»

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L’infografica della Stampa sugli integratori alimentari (24 luglio 2016)

Il pericolo, nemmeno tanto nascosto, è che diventino un’ossessione:

Da anni, nell’osservatorio di Bologna, Pani vede crescere il numero di consumatori compulsivi di integratori. «Ne visito una cinquantina ogni anno, sono sempre di più: costituiscono la punta di un iceberg, le evidenze conclamate di un abuso che dilaga sotto traccia». E aggiunge: «Faccia un giro nei corridoi delle facoltà o alla mensa universitaria di piazza Puntoni così vedrà come il rischio assuma forme diverse». All’uscita dallo studio dell’analista, la futura classe dirigente d’Italia corrisponde alla previsione dello psicologo. E così nell’università più antica nel mondo, lungo il miglio più scolarizzato del Paese, ci imbattiamo in Tommaso, 23 anni, che prende integratori di fosforo per aumentare la concentrazione. Mattia, laureando in Ingegneria, compra amminoacidi e proteine in polvere dal suo istruttore di palestra. Lucia, studentessa fuori sede di Lettere, si è messa a dieta con le barrette. «Costano poco e non devo cucinare». Tutti parlano del loro integratore come di una panacea. Un «fai da te» suggestivo e dagli effetti magici. Nessuno di loro ha mai chiesto il parere di un medico. E la scorciatoia diventa tunnel.

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L’infografica della Stampa sugli integratori alimentari (24 luglio 2016)

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