L'antibiotico al topicida ha ucciso le donne indiane sterilizzate?

di Elsa Stella

Pubblicato il 2014-11-17

Le confezioni acquistate dagli ospedali della zona sono state ritirate dal commercio: secondo le autorità i sintomi accusati dalle donne operate sono di tipo tossico, non infettivo

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Almeno tredici donne sono morte in India e decine di altre sono ricoverate in ospedale (venti sono in rianimazione, e si teme che non possano farcela) dopo essere state sottoposte a intervento di legatura delle tube nell’ambito della campagna di sterilizzazione di massa voluta dal governo: la causa sarebbe il topicida che contaminava gli antibiotici somministrati dopo l’intervento, e non le cattive condizioni igieniche in cui sarebbero state condotte le operazioni, come si pensava all’inizio. Il tragico episodio si è verificato nello stato centrale di Chhattisgarh, dove l’8 novembre più di 80 donne erano state sterilizzate in laparoscopia presso l’ex ospedale Nemi Chand di Pendari, nella regione di Bilaspur: sessanta di loro si sono sentite male poco dopo. Le indagini (tuttora in corso) si orientano verso la contaminazione da topicida, poiché quantitativi di fosfuro di zinco, uno dei componenti del veleno per topi, sono stati rinvenuti nella fabbrica Mahawar Pharmaceutical  di Raipur, capitale dello stato, in cui era stato prodotto l’antibiotico (lo riferisce l’agenzia Press Trust of India).
 
LE CONFEZIONI DI ANTIBIOTICO
Le confezioni di antibiotico acquistate dagli ospedali della zona sono state ritirate dal commercio: secondo le autorità i sintomi accusati dalle donne operate sono di tipo tossico, non infettivo. Si attendono ancora i risultati definitivi delle analisi sugli antibiotici e delle autopsie sulle vittime, ma la contaminazione da topicida sembra confermata dalla morte di almeno due uomini che avevano assunto lo stesso antibiotico in località poco distanti, e che sono deceduti per blocco renale. La polizia riferisce di essere entrata nella fabbrica mercoledì scorso, con la collaborazione di una guardia giurata, e di non aver trovato nulla; l’ispezione condotta l’indomani ha però disposto la chiusura dell’impianto. Dal carcere, il vicedirettore della fabbrica farmaceutica si dichiara innocente e parla di persecuzione. In ogni caso più di 80 donne (una ogni due minuti) sono state operate in poche ore nella tendopoli eretta in un ospedale in disuso per compiere gli interventi: questo aveva fatto sospettare che non fossero state rispettate le norme igieniche e che le vittime fossero morte di setticemia.
 
LE OPERAZIONI DI STERILIZZAZIONE
Le operazioni di sterilizzazione in installazioni mobili vengono condotte regolarmente tra ottobre e febbraio in varie regioni dell’India, dove il contenimento della popolazione è un problema fortemente avvertito dalle autorità. I decessi in conseguenza di interventi di sterilizzazione non sono purtroppo una novità in questo paese, dove tra il 2013 e il 2014 sono stati compiuti più di quattro milioni di operazioni simili. Il sistema sanitario indiano è gravemente carente, mancano attrezzature di base come i disinfettanti, e i farmaci che si utilizzano sono spesso scaduti. Tra il 2009 e il 2012 il governo ha pagato risarcimenti alle famiglie di 568 donne morte dopo interventi di sterilizzazione. Lo scorso anno le autorità di una località dell’India orientale erano state al centro di uno scandalo, scoppiato dopo che una rete tv aveva mostrato decine di donne prive di conoscenza scaricate in un campo dopo l’operazione. I responsabili si erano giustificati spiegando che l’ospedale locale non era attrezzato per far fronte a un numero così ingente di pazienti.
 
LA CRESCITA DEMOGRAFICA
La popolazione indiana ha raggiunto il miliardo e 260 milioni, e continua a crescere al ritmo dell’uno per cento l’anno. Si prevede che nel 2030 l’India sarà il paese più popoloso del mondo, con un miliardo e mezzo di abitanti.  A Chhattisgarh alle donne sottoposte alla procedura sono state  date 1.400 rupie, circa 18 euro; a quelle che accettano di farsi sterilizzare volontariamente altri governi locali offrono come incentivi automobili ed elettrodomestici. I  medici vengono pagati a cottimo per queste operazioni, condotte spesso in modo frettoloso e trascurato; il disinfettante negli ospedali scarseggia e viene annacquato, e la corruzione impera ovunque. Le organizzazioni umanitarie sostengono che la “catena di montaggio” delle sterilizzazioni mette a repentaglio la vita delle donne, e che l’incentivo economico è deleterio. Il peso della contraccezione grava esclusivamente sulle donne, perché gli interventi di vasectomia maschile, più semplici e meno rischiosi, sono socialmente osteggiati.
 
IL PAGAMENTO
“Il pagamento è una forma di coercizione, specialmente nelle comunità più marginali”, ha detto al Guardian Kerry McBroom, direttore del programma Diritti riproduttivi dello Human Rights Law Network di Nuova Delhi. In India non è raro che finti medici “operino” in assenza della minima igiene. Due anni fa la polizia dello stato orientale di Bihar aveva arrestato tre uomini che si spacciavano per medici e che avevano sterilizzato 53 donne, senza anestetico e nel disprezzo delle più elementari norme igieniche, in due ore, e in mezzo a un campo; qualche tempo fa una bambina di un anno è morta dopo essere stata “operata” con un coltello da cucina da uno di questi imbroglioni. Un altro grave problema dell’India è lo squilibrio di genere, dovuto alla predilezione per il figlio maschio e alla pratica dell’aborto selettivo contro i feti di sesso femminile; in alcune zone vi sono meno di otto donne ogni dieci uomini, e il rapporto è anche più squilibrato tra le ultime generazioni.

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