Il tramonto del bipolarismo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-12-22

I risultati delle elezioni politiche in Francia, Spagna, Regno Unito e Germania a confronto con quelli di trent’anni fa

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A corredo di un articolo di Angelo Panebianco il Corriere pubblica oggi questa infografica che riepiloga i risultati delle elezioni politiche in Francia, Spagna, Regno Unito e Germania e li mette a confronto con quelli di trent’anni fa:

Il successo di nuove forze politiche segnala che il XX secolo è davvero finito. Le vecchie ideologie sono morte e ne patiscono i partiti che, nel secolo precedente, se ne erano fatti interpreti. I partiti tradizionali bollano come «populisti» i partiti nuovi ma questo appellativo non ha alcun significato. Segnala il dispetto di chi, perdendo consensi, vuole impedire l’ingresso nel proprio club esclusivo a nuovi soci con l’argomento che essi non conoscono le buone maniere, non sanno stare seduti come si deve a tavola. Le nuove forze non minacciano la democrazia che è un regime flessibile, con grande capacità di adattarsi ai cambiamenti. Ma se la democrazia non è minacciata, tuttavia, il carattere poco liberale o francamente illiberale di alcune delle nuove formazioni fa pensare che le libertà personali potrebbero subire in futuro una sensibile erosione. La cosa che più colpisce molti sembra essere il tramonto del bipolarismo.
Il futuro che ci attende è un futuro di frammentazione, per il fatto che la competizione da bipolare (destra e sinistra tradizionali) è diventata stabilmente tripolare, obbligando così alla formazione di governi di coalizione? Oppure le cose sono più complicate di così? Cominciamo col dire che nella tradizione europeo-continentale la frammentazione e, per essa, i governi di coalizione, sono la regola, e i governi monopartitici l’eccezione. Ciò è vero non solo nel caso delle piccole democrazie (si pensi alla Svizzera, al Belgio, all’Olanda o alla Finlandia) ma anche nel caso delle grandi. La Germania ha sempre avuto governi di coalizione. La loro stabilità, almeno fino ad oggi, è stata il frutto di due circostanze: un governo istituzionalmente forte (il Cancellierato) e la presenza (quasi sempre) nella coalizione di governo di un partito nettamente più forte degli altri, capace di egemonia.
 

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Il confronto (Corriere della Sera, 22 dicembre 2015)

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