Il sindacalista accusato di essersi scritto una lettera di minacce mafiose

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-06-11

Una ventina di lettere di minacce, un’auto bruciata, alcuni alberi tagliati in un terreno di sua proprietà; ma ora il sindacalista della Cgil, Vincenzo Liarda, che a Polizzi Generosa (Palermo) si è battuto per l’utilizzo del feudo Verbumcaudo confiscato al boss Michele Greco, è indagato dalla procura di Termini Imerese. E’ accusato di essere l’autore …

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Una ventina di lettere di minacce, un’auto bruciata, alcuni alberi tagliati in un terreno di sua proprietà; ma ora il sindacalista della Cgil, Vincenzo Liarda, che a Polizzi Generosa (Palermo) si è battuto per l’utilizzo del feudo Verbumcaudo confiscato al boss Michele Greco, è indagato dalla procura di Termini Imerese. E’ accusato di essere l’autore di almeno una delle lettere di minacce che negli anni gli sono state recapitate, proprio la missiva dal contenuto più pesante. Su quel foglio, infatti, i carabinieri del Ris hanno trovato una sua impronta digitale, che non doveva esserci: la lettera, aperta dalla moglie, fu subito consegnata ai carabinieri.
La notizia è pubblicata sull’edizione locale di Repubblica, che riporta un secco commento della procura di Termini Imerese guidata da Alfredo Morvillo, cognato di Giovanni Falcone. “Ci limitiamo – dicono i pm – ai fatti oggettivi che emergono”. L’inchiesta sulle minacce a Liarda era stata condotta dai carabinieri di Monreale e coordinata dalla Dda di Palermo. Liarda, che alla Cgil ha avuto anche incarichi nazionali, è presidente del Consorzio madonita per la legalità e lo sviluppo. Per un periodo è stato sotto scorta e quando gli fu tolta si sollevò un vespaio di polemiche.

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