Il prete che cancella la cena di Natale a Monza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-12-03

L’istituto privato Ente Cattolico di Formazione Professionale sostituisce la celebrazione con una preghiera. Ma a dirigerlo è un prete

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A Monza, nell’istituto Ente cattolico di formazione professionale non si celebrerà la messa di Natale «per non discriminare gli studenti di altre fedi».  La messa sarà sostituita da un momento di «riflessione e preghiera, con canti e proiezioni di immagini». Ma a prendere la decisione è stato il parroco della scuola, Don Marco Oneta. Scrive il Corriere della Sera:

La decisione del parroco è stata annunciata ieri pomeriggio dal preside, nel corso di una riunione con il corpo docenti. «Ci hanno comunicato che la messa non verrà svolta, per non discriminare gli studenti di altre fedi», raccontano alcuni dei presenti. Al posto del rito liturgico, un momento di «riflessione e preghiera, con canti e proiezioni di immagini». Decisione già adottata l’anno scorso, e mal digerita da parte di alcuni insegnanti, che la vivono come «un passo indietro rispetto all’identità cattolica della scuola».
Anche perché nelle altre quattro sedi dell’istituto, dislocate nella provincia brianzola, la messa si celebrerà come in passato. La sede monzese, tra l’altro, è la stessa finita sotto i riflettori per un presunto caso di discriminazione denunciato dai genitori di un sedicenne omosessuale. L’adolescente, tra le altre cose, aveva detto ai genitori di essere stato obbligato a partecipare a una messa. L’anno scorso, un altro ragazzo di famiglia di testimoni di Geova avrebbe avuto problemi con la dirigenza, perché restio a presentarsi in chiesa. In entrambi i casi, comunque, gli studenti sono rimasti nella stessa scuola.

e.c.fo.p. ente cattolico formazione professionale monza
L’Ente cattolico formazione professionale di Monza

Federico Berni ha parlato con il parroco:

Non rifiuta di rispondere alle domande don Marco Oneta, della parrocchia di San Biagio: «È vero, alla fine si è scelto di non celebrare messa. E qualcuno forse potrà non essere d’accordo». Ma il sacerdote poi spiega le motivazioni della decisione: «Non si tratta di una rinuncia alla nostra identità, in vista del Santo Natale ci troveremo coi ragazzi per un incontro di preghiera cristiana, accompagnato da un momento di riflessione collettiva; è pur sempre una atto liturgico. La messa, e il sacramento dell’eucaristia, per alcuni può essere un atto di culto troppo forte, non solo per chi professa una fede diversa, ma anche per chi non è solito frequentare la chiesa».

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