Il premio Cinema Ticino e i film in rassegna al festival Locarno

di Mauro Sabbadini

Pubblicato il 2015-08-14

Il festival ha presentato al grande pubblico Teco Celio, vincitore del premio Cinema Ticino, che gli è stato consegnato in Piazza Grande dal ministro della Cultura del Canton Ticino Emanuele Bertoli Poi i film in rassegna

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Molti film interessanti e ancora qualche premio mentre il festival si avvia verso la sua conclusione, dopo i grandi registi e attori di Hollywood, dopo le retrospettive e le sperimentazioni,il festival ha deciso di premiare i volti meno noti ma spesso importantissimi del cinema, i grandi attori dei ruoli minori, senza i quali le migliori pellicole perderebbero qualcosa, e i grandi tecnici della visione e del suono, fondamentali per ogni film ma spesso ignoti anche a chi si soffermi a leggere fino alla fine i titoli di coda dopo una proiezione.
 
IL PREMIO CINEMA TICINO
Per la prima categoria allora il festival ha presentato al grande pubblico Teco Celio, vincitore del premio Cinema Ticino, che gli è stato consegnato in Piazza Grande dal ministro della Cultura del Canton Ticino Emanuele Bertoli. Celio, figlio tra l’altro di Nello Celio, presidente della Svizzera negli anni ’70, ė un nome che dirà poco al grande pubblico ma che ha recitato con Tanner, Rosi, Goddard, Kiesloswsky e Nanni Moretti, ricoprendo quei ruoli che un tempo venivano definiti da “caratterista”, era  ad esempio il regista di teatro in “habemus papam”, e ha una carriera quarantennale passata anche attraverso la televisione ( di recente 1991, per Sky). Insomma un grande attore, con grandi titoli nel suo portfolio, ma poco noto al grande pubblico, ė bastata però la carrellata delle sue interpretazioni proposta in Piazza prima della premiazione, per farlo riconoscere dalla maggior parte del pubblico. Simile il discorso per Walter Murch, premiato venerdì nella categoria dei tecnici della visione, pur essendo lui un grande tecnico, si, ma del suono, con all’attivo opere come apolcalypse now, per citare solo il più celebre. Murch si ė presentato iniazza con un brevissimo corto autobiografico, registrato a Locarno nei giorni scorsi e centrato sul significato del suono nel cinema, un bel contributo anche considerato che si è trattata della prima volta in assoluto in cui il festival ha premiato un tecnico del suono nella categoria solitamente riservata ai direttori della fotografia.
 
I FILM IN RASSEGNA
Ora il forum su alcuni film:
Floride di P, Le Guay ( Francia 2015)
Locarno ha ormai una certa tradizione nello scoprire film dedicati, fra molti altri temi, al disagio psichico e alla malattia mentale. E negli ultimi anni, sempre più spesso forse per il progressivo invecchiamento della società nei paesi occidentali, il cinema si dedicato a esplorare il mondo della demenza senile e dei malati di Alzheimer, lo ha fatto a volte con toni da melodramma, a volte con documentari, spesso anche attraverso la commedia. Floride ė uno di questi film, una commedia che ha al centro la storia di un anziano malato di Alzheimer. Claude ė infatti un imprenditore ormai ottantenne che, in pensione, vive da solo nella sua villa di campagna, attorniato da una famiglia piccola ma unita, con una figlia che lo aiuta come può è una seconda che, assente, riempie i suoi pensieri: la figlia minore infatti si ė trasferita in Florida e non dà notizia da tempo ma Claude anima le sue giornate programmando la prossima visita della ragazza che verrà certamente per il suo compleanno. Ma Cluade per progressivamente la lucidità e il contatto con la realtà, anche se lo spettatore, che vede il film dal punto di vista del protagonista, tarda ad accorgersene. E così l’isolamento di Claude cresce, tra episodi divertenti, amari, o di disappunto, fino alla svolta finale che costringe a rivedere la prospettiva del film dall’inizio. Uno splendido film con un grande Jean Rochefort
Te prometo anarquia di J.H. Cordòn (Messico – Germania 2015)
Nel concorso internazionale si ripresenta Julio Cordòn, che a Locarno aveva presentato Polvo, in concorso nel 2012, lo fa con un film molto duro ma molto bello, sicuramente fra i più convincenti visti finora nel concorso internazionale. La storia si sviluppa a Città del Messico dove due diciassettenni sbarcano il lunario facendo i mediatori di donazioni di sangue: trovano i donatori, vendono il sangue a ospedali compiacenti, incassano una percentuale. Una piccola illegalità che non li fa sentire criminali e che gli consente una vita un po’ meno disastrata di quella che avrebbero altrimenti, i due sono anche amanti e amici inseparabili e la loro vita procede relativamente tranquilla, tra il piccolo traffico che gestiscono e la comune passione per lo skateboard. Tutto cambia quando, entrati inconsapevolmente in un giro autenticamente criminale, si trovano a diventare complici di un crimine enorme ed efferato che cambierà per sempre le loro vite. Un film noir, dalla trama essenziale, ma ricco di passione e coinvolgente per il pubblico, con una fotografia essenziale ma efficace e interpretato da attori alle prime armi ma estremamente convincenti, un film che si augura trovi la via della distribuzione internazionale e che meriterebbe certamente di essere menzionato nel palmares di Locarno 68.
Amnesia di B. Schroeder (Svizzera – Francia 2015)
Ibiza, inizio anni ’90, Jo ė un ragazzo tedesco che si è trasferito sull’isola sperando di diventare DJ della maggiore discoteca di Ibiza, l'”Amnesia”, Martha ė una sua connazionale che vive nelle Baleari dal 1945 in cerca di un altro genere di Amnesia, vuole dimenticare la Germania è tutto ciò che è tedesco, vuole dimenticare l’orrore della seconda guerra mondiale e del nazismo. I due, contro ogni possibile previsione, si incontrano e intrecciano una profonda amicizia, segnata però dal rapporto conflittuale con la terra di origine: si sviluppa così una vicenda che, tra la musica e arte, politica e vicende personali, mette le vicende degli individui a confronto con il peso della storia. Da segnalare un cameo di pochi minuti del grande Bruno Ganz che, nonostante la brevità del l’apparizione nei panni del nonno di Jo, riesce a segnare il film col suo carisma e la potenza della propria recitazione.
La vanitė di L. Baier ( Svizzera – Francia 2015)
Con una straordinaria Carmen Maura, il film racconta la storia di David Miller, anziano architetto losannese che, malato è diventato vedovo, sceglie il suicidio assistito che dovrebbe compiersi in un motel progettato quarant’anni prima da lui e da sua moglie.
Ad assisterlo un’improbabile volontaria di un’associazione per la dolce morte, in realtà una donna di mezza età con poca esperienza in materia e, più che altro, qualcosa da dimostrare a se stessa. La scarsa esperienza dell’assistente, il venire meno del testimone previsto dalla legge e l’inserirsi nella vicenda di un giovane prostituto serbo che, rapidamente, diventa parte dello strano terzetto che si viene formando tracciano lo schema di una brillante commedia sentimentale e di costume che, pur parlando di morte, si trasforma in un allegro e ottimista inno alla vita. Grandi attori per un film delicato ma divertente, forte candidato al premio del pubblico.
O futebol di S. Oksman ( Spagna 2015)
Film autobiografico e, in qualche senso, sperimentale: Sergio, che ė anche il regista e interpreta se stesso, non vede il padre da oltre 20 anni, lo va a trovare nella città in cui entrambi sono nati, San Paolo in Brasile, per seguire insieme la coppa del mondo del 2014. Il film nasce così, come il diario di un mese assieme, di un padre è un figlio come tanti altri, diario scandito dalle partire della coppa del mondo. Ma il destino ė uno sceneggiatore astuto quanto crudele e Simao, il padre, si ammala improvvisamente e morirà prima della fine del mondiale di calcio. Un’opera che voleva essere una riflessione sulla genitorialità diventa così una struggente storia di legami familiari perduti e che non sempre ė possibile ricostruire. Ovviamente fotografia, trama e dialoghi sono amatoriali, ma l’effetto comico è drammatico del film ė molto alto durante tutta la durata della proiezione. Nel concorso internazionale.

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