Il piano segreto dell'UE per evitare l'uscita della Grecia dall'euro

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-05-18

Junker fa una proposta che non si può rifiutare a Tsipras. La Commissione Europea invia un documento alla Grecia con l’ipotesi di un accordo per Atene. I dettagli del piano. Tsipras vuole chiudere entro giugno. La Bundesbank torna a mettere in dubbio la solvibilità del paese

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Il giornale greco To Vima fa sapere che la Commissione Europea ha inviato lunedì a mezzogiorno alle parti in causa un documento di più pagine sulla crisi greca, con una serie di proposte per arrivare a una soluzione definitiva per Atene. Il documento parla delle condizioni per sbloccare l’aiuto finanziario alla Grecia di giugno e per chiudere l’accordo globale entro il prossimo autunno.
 
IL PIANO SEGRETO DELL’UE PER EVITARE L’USCITA DELLA GRECIA DALL’EURO

La prima condizione che ha illustrato la Commissione Europea nel documento è quella che la Grecia deve approvare un primo elenco di misure per generare un risparmio di 5 miliardi di euro, al fine di coprire il suo gap fiscale per 2015 e 2016. La seconda condizione è quella di implementare una serie di cambiamenti strutturali dell’economia greca, secondo i piani già delineato con l’OCSe e concordati con i partner europei: nel mirino il sistema pensionistico e il mercato del lavoro. Poi ci sono gli obiettivi di bilancio per i prossimi quattro anni, ovvero un avanzo primario rispettivamente dello 0,75% nel 2015, del 2% nel 2016, del 3,5% nel 2017 e del 3,5 nel 2018. Per quanto riguarda le misure che dovrebbero portare 5 miliardi di euro nelle casse della Grecia entro la fine del 2016 si parla di aumentare l’IVA a partire dal primo ottobre al 18% per gli acquisti in contanti e al 15% per gli acquisti con carte di credito; l’IVA al 6,5% rimarrà solo per alcuni prodotto; il taglio dello sconto del 30% sulla tassa di solidarietà per i redditi oltre i 30mila euro; il mantenimento della tassazione sugli immobili; ridiscutere la sostenibilità del sistema di pensioni integrative; rimettere mano alla legislazione sui contratti collettivi di lavoro allo scopo di aumentare la competitività dell’economia greca; avere un’autorità indipendente per la certificazione delle entrate pubbliche e un consiglio fiscale; prendere una serie di misure per affrontare la crisi umanitaria nel quadro del pacchetto Juncker. Nel documento sono espresse anche le riserve sul piano del Fondo Monetario Internazionale. Il risanamento dei conti pubblici è rinviato al futuro. Può darsi che se questo fosse l’accordo finale alla fine il Fondo possa evitare di firmarlo, ma senza esprimere pubblicamente obiezioni.
 
L’ACCORDO ENTRO FINE GIUGNO
La Grecia nel frattempo auspica di raggiungere un accordo che le consenta di ottenere nuovi fondi dai suoi creditori internazionali (Ue, Bce e Fmi: l’ex troika, oggi ‘Brussels Group’) entro la fine di giugno, affinche’ la crisi di liquidita’ non spinga il paese verso l’insolvenza. “Serve subito un’intesa per risolvere questi critici problemi di liquidita’, per questo parliamo della fine di maggio”, ha dichiarato alla stampa il portavoce del governo ellenico, Gabriel Sakellaridis. Il prossimo appuntamento chiave sarà il vertice dell’Eurogruppo previsto a Riga il 21 e il 22 giugno, prima del quale, ha garantito Sakellaridis, si terranno un paio di riunioni tra i delegati di Atene e quelli del Brussels Group, che attende ancora i dettagli della lista di riforme economiche alle quali e’ condizionato il versamento dei 7,2 miliardi di euro che spettano ancora alla Grecia nell’ambito del prestito internazionale concordato dall’esecutivo precedente. Le ultime settimane di trattative non hanno portato a svolte di rilievo ma il tempo ormai è quasi finito. Se gia’ il miliardo di euro scarso che Atene doveva rimborsare al Fondo Monetario Internazionale a maggio e’ stato pagato solo grazie ad arditi stratagemmi fiscali, le scadenze dei prossimi mesi appaiono molto difficili da rispettare senza un’intesa con i creditori. Il governo greco dovra’ infatti pagare 1,5 miliardi di euro al Fmi a giugno e oltre 6 miliardi alla Bce tra luglio e agosto. “Quest’anno sarà il più duro in termini di debiti in scadenza fino al 2030”, ha commentato Sakellaridis. Il portavoce ha sottolineato che “per il governo non esiste il dilemma tra un accordo e la fine dei pagamenti, sebbene ammetta i problemi di liquidità”.
 
LA BUNDESBANK E LA GRECIA
La Bundesbank intanto considera fortemente minacciata la solvibilità della Grecia,e lo afferma nel suo bollettino mensile la Banca centrale tedesca, che in questo modo critica indirettamente anche l’atteggiamento della Bce di non impedire un crescente approvvigionamento del credito delle banche greche tramite la Banca centrale greca. “La solvibilità adesso esiste perché all’interno della Grecia la liquidità rimasta viene usata nel settore pubblico e le banche greche, che sono escluse dal mercato dei capitali, continuano a posticipare titoli pubblici in scadenza”, afferma il bollettino, che ritiene che questo sia possibile poiché la Banca centrale greca concede liquidita’ di emergenza e la aumenta continuamente a causa di continui deflussi di depositi assciurando in questo modo la solvibilita’ a breve sia delle banche greche sia dello Stato greco. Secondo la Bundesbank la solvibilita’ della Grecia deve invece presupporre, per essere corretta, che Atene attraverso riforme economiche e di politica finanziaria crei una base per finanze pubbliche sostenibili”.
 

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