Il piano di Varoufakis per l'accordo con la Troika

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-04-24

Il ministro greco pubblica sul suo blog un New Deal da proporre alle istituzioni europee. Ma i colleghi europei oggi a Riga gli dicono che vuole solo perdere tempo

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Il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, ha postato oggi sul suo blog un articolo che vuole fare il punto sui tre mesi di negoziati tra la Grecia e la Troika. I numerosi incontri tra il primi ministro greco Alexis Tsirpas, Angela Merkel e gli altri rappresentati dell’eurogruppo non sono però riusciti a far raggiungere un accordo sulle modalità per far uscire la Grecia dalla crisi. Seppur la differenza di vedute tra le parti è spesso considerevole questo non significa, scrive Varoufakis, che siano inconciliabili e che non sia possibile raggiungere un’intesa.
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I PASSI DA FARE PER RAGGIUNGERE L’ACCORDO
Varoufakis dà credito alla necessità di una riforma del sistema fiscale greco e conviene con i partner internazionali che il sistema pensionistico necessiti una razionalizzazione (soprattutto per quanto riguarda l’età pensionabile). Anche la pubblica amministrazione ha bisogno di una riforma radicale e di una modernizzazione che consenta all’apparato statale di ridurre gli sprechi e usare le finanze pubbliche in maniera più efficiente. Ma il consenso con la Troika si ferma a questi e pochi altri elementi, importanti ma non determinanti nell’attuale situazione greca. Il problema, ribadisce per l’ennesima volta Varoufakis, è la trappola dell’austerità. Come è possibile raggiungere il consolidamento delle finanze dello Stato seguendo i dettami della Troika che impongono alla Grecia di rispettare condizioni decise in modo arbitrario in base a previsioni riguardanti un futuro più o meno lontano? Per il ministro greco non è possibile continuare a seguire una strategia di questo tipo, fatta principalmente di tagli alla spesa, ai salari e privatizzazioni, perché ha già fallito fino ad ora. Il nuovo approccio alla soluzione della crisi del debito greco non deve essere basato, secondo Varoufakis, su una “backward induction” ovvero le decisioni non vanno prese in conseguenza di un termine massimo temporale per il rientro della Grecia sotto una certa soglia di rapporto debito/PIL. È necessario invece lanciare un piano di rientro basato sull’attuale situazione greca, che potrà poi essere aggiustato e corretto in futuro. In questo modo la Grecia non sarebbe costretta a rincorrere una situazione futura “ideale” ma potrebbe costruire un percorso di risanamento che muove i primi passi tenendo conto dell’attuale tasso di crescita del Paese. Il punto del contendere non sono tanto le riforme (che anche Varoufakis riconosce essere necessarie) quanto il rapporto tra le riforme chieste dalla Troika e il contesto macro-economico all’interno del quale mettere in atto l’operazione di salvataggio della Grecia. Le differenze tra Governo greco e partner internazionali su questo punto sono profonde ma, come scrive Varoufakis, non sono incolmabili anche se un accordo sui punti proposti dal ministro ellenico non potrà essere raggiunto in tempi brevi. Il Governo greco però chiede alla Troika un piano di consolidamento fiscale che “abbia senso” e non si tratta di tattica per temporeggiare ma di una reale strategia alternativa per portare la Grecia fuori dalla crisi.
 

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Chi detiene il debito pubblico della Grecia (Corriere della Sera, 5 gennaio 2015)

 
COSA PENSANO I PARTNER EUROPEI
Il tempo però stringe, il 12 maggio la Grecia dovrà ripagare un prestito di 750 milioni di euro al Fondo Monetario Internazionale, e tra luglio e agosto ci sarà la scadenza di un altra tranche di prestiti quelli da sette miliardi di euro concessi dalla Banca Centrale Europea. All’incontro di Riga dei ministri delle Finanze dell’Europgruppo diversi ministri si sono detti “irritati” dalla situazione e dallo stallo delle trattative con la Grecia con l’austriaco Hans Schelling che si è detto “annoiato” dalla discussione in atto. In generale l’impressione dei ministri convenuti a Riga è che la Grecia (che è oramai allo stremo e non ha 400 milioni di euro per pagare i funzionari pubblici) non si stia “sforzando abbastanza”. Insomma se Varoufakis mette sul piatto delle proposte di revisione degli accordi e mette in discussione il metodo adottato fin’ora i partner internazionali gli danno dell’irresponsabile e puntano il dito sull’inconsistenza delle proposte greche. Nel frattempo però Tsipras e la Merkel si sono incontrati ieri a Bruxelles nel tentativo di raggiungere almeno un accordo provvisorio per evitare il default greco. Tsipras avrebbe chiesto alla Merkel di sbloccare una parte dei fondi in cambio di una parte delle riforme chieste alla Grecia, la Merkel ha detto che sarà fatto “tutto pur di evitare un default” ma non ha commentato la richiesta del premier greco.

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