Il PD vince con gli anti-Renzi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-06-01

Emiliano, Rossi e De Luca vincono perché imbarcano tutti e non sono certo vicini al segretario. Anche la Marini e Cerisoli portano a casa il risultato con la sinistra unita. La candidata renziana per eccellenza invece finisce sconfitta

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Michele Emiliano in Puglia, Enrico Rossi in Toscana, più il solito De Luca in Campania. Le tre vittorie più rumorose del centrosinistra in queste elezioni regionali sono quelle di candidati non vicini a Matteo Renzi, mentre l’ex bersaniana Catiuscia Marini ce la fa per poco in Umbria e Cerisoli ce la fa nelle Marche. La candidata più renziana di questa tornata, ovvero Raffaella Paita, ha perso e con la lucidità tipica dei renziani è riuscita a dare la colpa della sua sconfitta a Luca Pastorino. Dando per buono il suo ragionamento e accostandolo agli altri risultati, il dato di fatto è che quando il PD segue la linea renziana dello sfondamento a destra e dell’abbandono al suo destino della sinistra radicale, alla fine perde.
 
IL PD VINCE CON GLI ANTI-RENZI

Pensavano di festeggiare un risultato tondo, il 6 a 1, ed invece con il passare delle ore i molti ministri e lo stato maggiore del Pd, riuniti al Nazareno, hanno dovuto rivedere gli obiettivi e sperare nell’attesa. “Tutti i sondaggi erano sbagliati”, sussurrano a mezza bocca i dirigenti dem che, pur mantenendo la cautela, devono prendere atto che la partita delle regionali era più complessa delle previsioni. “La sinistra in Liguria è riuscita nell’obiettivo di azzopparci”, è l’analisi dei fedelissimi del premier, delusi anche dal fatto che in Umbria è quasi un testa a testa e che in Campania la partita è aperta. E’ vero, come consigliano i politici navigati, che la notte è lunga. Ma l’analisi delle prime proiezioni dà più motivi di preoccupazione allo stato maggiore del Pd: non solo in Liguria Lella Paita sconta quella che Matteo Orfini definisce una “scissione” nel Pd. Ma in Umbria Catiuscia Marini dovrà sudare la riconferma nonostante sia governatrice uscente e, a differenza che in Liguria, il centrosinistra si presentava unito. “Per non parlare di un dato, emerso dalle proiezioni – evidenzia un dirigente – che, se confermato, deve farci molto riflettere: il Pd sarebbe secondo partito in Campania e in Puglia nonostante i candidati abbiano vinto”.
 
LA SODDISFAZIONE DI ORFINI
Si dice invece soddisfatto Matteo Orfini, presidente del PD e sfidante di Renzi alla Playstation. A giudizio di Orfini “non mi sembra che sia cambiato il giudizio sul Pd e Renzi, a noi sembra un dato positivo, venivamo da un ciclo in cui l’avevamo vinte tutte” ed è “un’operazione strampalata paragonare i risultati delle europee con quelli delle regionali, sono dati incomparabili”. Quanto al Veneto, dove la candidata Alessandra Moretti e’ stata nettamente sconfitta dal governatore uscente Luca Zaia, Orfini ha commentato che il dato “conferma la storia di quella regione, una nostra difficolta’ a sfondare”, mentre per la Liguria, conquistata dal centrodestra, “è un fatto molto legato alla frattura politica nel Pd, la scelta di chi aveva perso le primarie che invece di riconoscere quel risultato ha sfasciato tutto e senza ottenere molto con chi si è candidato”.

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