Il nuovo direttorio del MoVimento 5 Stelle

di dipocheparole

Pubblicato il 2016-02-14

Uno staff dedicato agli enti locali, composto dai senatori

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Emanuele Buzzi sul Corriere della Sera fa sapere che mentre il caso di Patrizio Cinque e delle case abusive di Bagheria scuote l’ambiente, i grillini pensano a un nuovo direttorio ristretto che si occupi degli enti locali e in cui siano rappresentati i senatori, rimasti a bocca asciutta nella prima tornata di nomine:

Intanto, le beghe sugli enti locali, oltre alla possibilità di un aumento sensibile dei comuni amministrati dopo le prossime Amministrative e alla necessità di concentrarsi sulla sfida delle Politiche, stanno inducendo i vertici M5S a prendere in considerazione l’eventualità di affiancare al direttorio nuove figure gestionali. L’annuncio arriverà presto, probabilmente in primavera, prima della campagna elettorale. Improbabile un allargamento del direttorio possibile invece che venga creata una nuova mini-struttura che lo affianchi. Ci sarà in ogni caso il consueto passaggio sulla Rete per verificare la volontà degli attivisti. Nel progetto dovrebbero avere un ruolo di primo piano i senatori, esclusi dalle nomine del direttorio. Due, massimo tre, saranno le persone coinvolte (anche se secondo una prima ipotesi dovevano essere una decina): una struttura snella, lontana da quegli apparati di partito tanto contestati dai Cinque Stelle. Enti locali e incarichi organizzativi sono i nodi che probabilmente verranno toccati dalle deleghe.

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I fuoriusciti di Beppe Grillo

L’idea è in discussione da tempo — già a luglio dello scorso anno Di Battista ipotizzava al Corriere: «In futuro credo ci sarà un allargamento, nell’ottica di una maggiore distribuzione di deleghe e di responsabilità» — ma solo nell’ultimo mese ha registrato una improvvisa accelerazione. Tasselli di un puzzle più complesso in vista delle prossime Politiche. In campo ci sono anche strategie inedite. Come al Nord, dove il M5S, capeggiato dai consiglieri regionali Stefano Buffagni (Lombardia) e Jacopo Berti (Veneto), spinge la Lega a varare il referendum sul federalismo differenziato, accorpandolo a quello sulle trivellazioni fissato per il 17 aprile.

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