Il M5S risponde al Corriere della Sera su vaccini e complottisti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-10-25

La replica arriva cinque giorni dopo, per far calmare le acque?

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L’editoriale di Paolo Mieli pubblicato sul Corriere della Sera su grillini, vaccini e complottismo martedì scorso riceve soltanto oggi, sabato 25, una replica da parte dell’Ufficio Comunicazioni del MoVimento 5 Stelle. Nella replica i grillini fanno sapere che la proposta di legge citata nel pezzo di Mieli riguardava la vaccinazione nei confronti del personale militare (qui un’inchiesta di Repubblica sul tema):

In riferimento all’articolo «La malattia pericolosa dei complottisti che boicottano i vaccini» di Paolo Mieli (Corriere, 20 ottobre), per prima cosa il Movimento 5 Stelle intende precisare che non ha mai avuto intenzione di «boicottare» le vaccinazioni. Nello specifico, Mieli cita una nostra proposta di legge, la n.2077, a prima firma della deputata M5S Emanuela Corda, non precisando ai lettori che quell’atto parlamentare faceva riferimento esclusivo alle vaccinazioni nei confronti del personale militare. Tale proposta di legge aveva lo scopo di istituire un’anagrafe delle vaccinazioni e, inoltre, sollevava quesiti sulle eventuali ricadute legate al sovradosaggio dei vaccini e alle somministrazioni ravvicinate.
I possibili «collegamenti tra vaccinazioni e malattie specifiche» riferiti a «recenti studi», indicati da Mieli, sono riconducibili alla pratica di somministrazione, così come indicato nella nostra proposta di legge, e non alla vaccinazione in sé . Inoltre, i suddetti «recenti studi» ai quali abbiamo fatto riferimento non prendono spunto, come ipotizzato da Mieli, da una pubblicazione comparsa sulla rivista The Lancet, bensì dal contenuto della relazione conclusiva della Commissione di Inchiesta sull’Uranio impoverito, costituita durante la precedente legislatura, la quale, al tema dei vaccini e alle pratiche di somministrazione ai militari, ha dedicato un apposito capitolo. Non solo: alcuni passaggi delle conclusioni di tale Commissione, a loro volta, facevano riferimento a quanto già rilevato da una precedente Commissione d’inchiesta parlamentare sullo stesso tema, istituita nel 2005.

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L’editoriale di Paolo Mieli sul Corriere a proposito di MoVimento 5 Stelle e vaccini (20 ottobre 2015)

Mieli aveva scritto:

Resta agli atti una proposta di legge dei suoi seguaci (il 23 luglio 2013, qualche mese dopo essere entrati in Parlamento) per boicottare i vaccini. La proposta si richiama a «recenti studi» che avrebbero «messo in luce collegamenti tra le vaccinazioni e malattie specifiche quali leucemia, intossicazioni, infiammazioni, immunodepressioni, mutazioni genetiche trasmissibili, malattie tumorali, autismo e allergie». I «recenti studi» non sono mai stati identificati a meno che non ci si riferisse alla gaffe della rivista The Lancet che pubblicò una «ricerca» di Andrew Wakefield tesa a mettere in relazione il vaccino contro il morbillo e l’autismo. Il British Medical Journal dimostrò che l’articolo di Wakefield era inzeppato di prove false e The Lancet fu costretta a ritirarlo. Una vicenda di fine anni Novanta che non consente adesso di parlare di uno «studio» e nemmeno «recente».

La replica sembra sorvolare su tutti gli altri aneddoti raccontati da Mieli sul tema del complottismo:

Tiziana Ciprini Cicchi ha «dimostrato» che la norma per poter dare al neonato il cognome della madre era riconducibile a un Nuovo Ordine Mondiale intenzionato a «demolire la cultura patriarcale ormai scomoda e pericolosa per il sistema». Davide Bono si è detto convinto che i filmati delle decapitazioni Isis fossero «un falso Usa per giustificare all’opinione pubblica i bombardamenti americani». Di Battista si è detto convinto che le guerre in Africa siano per lo più «combattute per il rifornimento idrico all’industria della carne». Tatiana Basilio ha accusato entità sempre misteriose di aver fatto sparire «prove schiaccianti» dell’esistenza delle sirene. Paolo Bernini godette di una qualche notorietà per aver rivelato a Ballarò che gli americani ci controllano con dei micro chip sottopelle. Qualche volta però nomi e cognomi sono stati fatti. Maurizio Buccarella, ad esempio, ha denunciato Pietro Grasso che disporrebbe sul suo banco di presidente del Senato di un tasto che gli consente di staccare il collegamento video quando c’è la diretta tv così da non far apparire sullo schermo i rappresentanti di Cinque Stelle. E in almeno una occasione il movimento ha avuto l’onestà di fare marcia indietro. È stato nel caso della proposta di legge, primo firmatario Filippo Gallinella, per uno stop all’importazione del grano «saraceno». Quando fu fatto loro osservare che la denominazione della spiga non aveva niente a che fare con l’area di provenienza e che quel grano non veniva da terre islamiche ma pur chiamandosi «saraceno» era prodotto qui in Italia, dissero che si era trattato di un «refuso» e che avrebbero corretto con «grano straniero». Bene così.

Ma il punto di tutto l’editoriale è la posizione del MoVimento sui vaccini, e sulla campagna di disinformazione denunciata dal ministro Lorenzin a proposito dei vaccini:

Quanto a noi, ci accontenteremmo che l’élite più informata dei simpatizzanti grillini si pronunciasse non già per mettere un freno a questa allegra combriccola di buontemponi ma per una radicale revisione limitata ai vaccini.

Ed anche sul video di Paola Taverna che blatera di “medicina preventiva” e vaccini, gettando in un gran minestrone i tagli alla sanità e i deliri dei complottisti sulle case farmaceutiche:

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