Il divieto di iscrizione a scuola per i bambini non vaccinati

di Luca Conforti

Pubblicato il 2015-10-15

Nel nuovo Piano nazionale di prevenzione dei vaccini sarà inserito anche il divieto di iscrizione a scuola per i bambini non vaccinati. Lo hanno stabilito gli assessori regionali alla Sanità, dopo gli allarmi di questi giorni sul crollo della copertura vaccinale e la preoccupazione espressa dallo stesso ministro Lorenzin. “Il piano nazionale dei vaccini” è …

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Nel nuovo Piano nazionale di prevenzione dei vaccini sarà inserito anche il divieto di iscrizione a scuola per i bambini non vaccinati. Lo hanno stabilito gli assessori regionali alla Sanità, dopo gli allarmi di questi giorni sul crollo della copertura vaccinale e la preoccupazione espressa dallo stesso ministro Lorenzin. “Il piano nazionale dei vaccini” è “emergenza non più rinviabile anche a fronte della recrudescenza di diverse malattie infettive”, ha spiegato Sergio Venturi, assessore alla salute dell’Emilia-Romagna e coordinatore della Commissione salute per la Conferenza delle Regioni. “Sono favorevole all’introduzione dell’obbligatorietà della vaccinazione per iscriversi a scuola, almeno per la poliomelite, la difterite, il tetano e l’epatite B per scongiurare qualsiasi rischio che tali patologie possano ripresentarsi, anche se in Liguria siamo nella soglia della non preoccupazione con circa il 95 per cento dei bambini in eta’ scolare vaccinati”, ha dichiarato Sonia Viale, assessore alla Sanità della Liguria.

vaccini scuola
Come funziona per i bambini non vaccinati a scuola (fonte: governo)

Gli assessori hanno anche rimarcato “la necessità della revisione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) per cui lo stesso Governo ha quantificato una esigenza finanziaria di circa 900 milioni di euro”, oltre alla “fornitura dei farmaci innovativi: questione fondamentale per il diritto alla salute. Si pensi, solo per fare qualche esempio, alle nuove cure per l’epatite e alle piu’ recenti terapie oncologiche. Un ambito fondamentale di cui va valutato con grande attenzione l’impatto finanziario in una prospettiva pluriennale sui bilanci regionali”. Macro-obiettivi – ha proseguito Venturi, sintetizzando le conclusioni a cui e’ giunta oggi la Commissione salute della Conferenza delle Regioni – “su cui siamo d’accordo con l’esecutivo ma che non possono essere affrontati senza una puntuale corrispondenza con le risorse disponibili che parta da una soglia minima per il 2016 almeno pari ad almeno 112 miliardi che, vale la pena sottolinearlo, e’ la cifra inizialmente prevista per il 2015 dal patto per la salute”.

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