Il crollo della torre di Dharahara

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-04-25

Il terremoto in Nepal ha causato anche il crollo della torre di Dharahara, patrimonio dell’umanità secondo l’Unesco. 180 i corpi senza vita estratti dalle macerie

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Sono 180 i corpi senza vita estratti a Kathmandu dalle macerie della torre ottocentesca di Dharahara, dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, crollata per il sisma di magnitudo 7,8 che stamane ha colpito il Nepal. Lo riferisce il Times of India citando la polizia locale secondo la quale altre persone sarebbero ancora intrappolati sotto le macerie. La torre, conosciuta anche come Bhimsen Towe, era stata costruita nel 1832, era alta 60 metri e si sviluppava su nove piani.
torre dharahara 1
IL CROLLO DELLA TORRE DI DHARAHARA

Decine di migliaia di persone sono ancora in strada a Kathmandu per la paura di scosse di assestamento che stanno continuando. E’ emergenza negli ospedali per l’arrivo di moltissimi feriti. L’aeroporto è stato chiuso e diversi voli dall’India sono stati cancellati. Il terremoto ha provocato anche diverse valanghe sull’Everest dove in questa stagione ci sono decine di alpinisti e di guide nepalesi. Ingenti danni si riportano anche negli stati indiani dell’Uttar Pradesh, Bihar e West Bengala, dove la scossa è stata nettamente avvertita e ha causato vittime e danni. La Farnesina sta verificando l’eventuale coinvolgimento degli italiani: i controlli sono in corso e necessitano di tempo ma per ora – precisa – non risultano connazionali in difficoltà.  Devastata l’antica piazza di Durbar, il centro monumentale della capitale su cui si affaccia il Palazzo reale. Anche molti templi antichi sarebbero stati rasi al suolo nella capitale e nella vallata di Kathmandu dove sorgono le città medievali di Patan e Bhaktapur, rinomate mete turistiche.  Il sisma è stato avvertito anche nel nord e nell’est dell’India e in Pakistan e Bangladesh. A New Delhi gli edifici hanno tremato per oltre un minuto e la gente si e’ riversata per le strade. Il servizio della metropolitana e’ stato sospeso per alcuni minuti. Il terremoto ha anche innescato una serie di valanghe nella regione del monte Everest. Molti alpinisti coinvolti nelle varie spedizioni sul “tetto del mondo” sono stati costretti a cercarsi un riparo e si teme ci possano essere vittime anche se sulla zona c’era maltempo. Si teme che il numero delle vittime in Nepal possa essere molto piu’ alto anche perche’ il Paese himalayano non e’ attrezzato per i terremoti e la maggior parte delle case sono decrepite e sovraffollate, con interi piani costruiti su edifici preesistenti. Il Nepal e l’India erano gia’ stati teatro di un devastante terremoto il 15 gennaio del 1934, quando un sisma di magnitudo 8 devasto’ le citta’ di Kathmandu, Munger e Muzaffarpur, con più di 11.000 morti, e lo Stato indiano del Bihar, dove persero la vita in oltre 7.000. Un altro terremoto in Nepal, nel 2011, aveva causato cinque morti.

Le foto del crollo della torre di Dharahara


PATRIMONIO DELL’UMANITÀ PER L’UNESCO
– “Sono esterrefatto e angosciato per quello che è successo in Nepal e a Katmandu in particolare. Viene meno un pezzo di cultura eccezionale e irripetibile” dichiara il presidente della Commissione Nazionale Italiana per l”Unesco, Giovanni Puglisi. “Il Nepal, e Katmandu in particolare – sottolinea – sono l”epicentro di un crocevia che tiene insieme tutta la tradizione religiosa buddista e una parte della tradizione religiosa tibetana che fa capo al Dalai Lama, i cui seguaci sono riusciti a fuggire dal Tibet sotto l”influenza cinese rifugiandosi appunto in Nepal. La zona che è crollata, e che è patrimonio dell”Unesco, è in sostanza quello che possiamo definire centro storico di Katmandu, un crogiolo di templi e palazzi, compresa la Torre Dharahara. Una torre un po’ “sfortunata – evidenzia Puglisi – La prima torre, infatti, costruita nell”800, si ergeva per 11 piani ed è crollata dopo neanche un secolo a causa di un terremoto. Poi è stata ricostruita ed ora, con questo terremoto così forte, la seconda, fatta di 9 piani, ha fatto la stessa fine”. Il problema, spiega il presidente Puglisi, è “anche il manufatto che è un po” particolare. Non si tratta infatti di torri costruite in cemento armato, ma con polvere di marmo e lime. Insomma, materiali molto poveri che quando arriva un terremoto di una simile portata non reggono l”impatto. Questa era una torre punto di attrazione per turisti, aveva una forma di minareto, era diventata il simbolo di Katmandu. E” come da noi crollasse la Torre di Pisa o il Colosseo. Una volta l”hanno ricostruita, ma ora non so come si metteranno le cose perché i danni sono enormi e credo siano danneggiati i templi e anche il palazzo Reale, ma ora è troppo presto per capire la portata generale del disastro”.

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