Il crollo del viadotto Himera e la Sicilia divisa in due

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-04-13

Una frana provoca il cedimento di un pilone a Caltavuturo. La rimozione del pilone è un’operazione giudicata preliminare per ripristinare le condizioni di sicurezza. Bisognerà ricostruire tutto. E ci vorranno anni

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A provocare il cedimento del pilone del viadotto Himera è stata una frana verificatasi in corrispondenza di Caltavuturo, e che ha spostato l’assetto della carreggiata provocando un avvallamento.  La chiusura del tratto tra Scillato e Tremonzelli ha diviso in due la Sicilia perché il traffico viene deviato sulla statale 120 Caltavuturo-Cerda pure interessata da frane e cedimenti. I disagi sono così pesanti che l’assessore regionale alle Infrastrutture, Giovanni Pizzo, ha chiesto la proclamazione dello stato di emergenza. Lo stesso Pizzo è presente al sopralluogo con il professor Giovanni Tesoriere della facoltà di Ingegneria dell’Università di Palermo e con gli amministratori di Caltavuturo. Sulla seconda campata i tecnici hanno posizionato apparecchi rilevatori in grado di segnalare anche piccoli spostamenti. L’entità degli interventi è tale da essere prolungata nel tempo. I lavori di ripristino potrebbero durare qualche anno e non riguarderanno solo la campata ma anche il tratto della statale 120 Scillato-Caltavuturo dove si è verificato l’ultimo movimento lungo la frana aperta dieci anni fa. La strada si è abbassata e a valle si è formata una voragine.

IL CROLLO DEL VIADOTTO HIMERA E LA SICILIA DIVISA IN DUE 
Ora la Sicilia è tagliata in due. E gli automobilisti impiegheranno mediamente un’ora di più per spostarsi da un capoluogo all’altro: tre ore, invece di due, transitando attraverso una strada alternativa che bypassa il viadotto ‘Himera’ lesionato. La struttura in cemento dovrà essere rimossa e i lavori potrebbero durare anni. E’ quanto emerso al termine del sopralluogo dei tecnici all’altezza del viadotto, che è chiuso in entrambe le direzioni. Il pilone si è spezzato alla base e, inclinandosi, ha fatto si che la carreggiata da esso sostenuta si appoggiasse su quella accanto, dove circolano i veicoli dell’opposto senso di marcia. La rimozione del pilone è un’operazione giudicata preliminare per ripristinare le condizioni di sicurezza e, eventualmente, riaprire il traffico su una sola carreggiata. Una relazione sull’accaduto, intanto, sarà inviata dall’Anas alla Procura della Repubblica di Termini Imerese. Dopo l’esame del documento la magistratura deciderà se aprire un’inchiesta sulla frana, in movimento da dieci anni. Un’altra informativa sarà inviata alla stessa procura anche dai carabinieri. Come se non bastasse, anche la strada statale 643 “di Polizzi”, cioè il percorso alternativo per i mezzi leggeri provenienti dalla A19, è stato interessato da uno smottamento, che l’Anas ha comunque rimosso. Restano gli inevitabili disagi per gli automobilisti, evidenziati anche nel corso di una riunione in prefettura con i sindaci del comprensorio. Problemi anche per il trasporto pubblico di studenti e pendolari. Molte delle autolinee che collegano Palermo a Catania sono deviate attraverso le autostrade A20 e A18.


IL CROLLO DEL VIADOTTO HIMERA E GLI EFFETTI SULL’ECONOMIA
“I tempi di percorrenza subiranno un aumento di almeno un’ora”, spiega Antonio Graffagnini, presidente di Anav Sicilia, l’associazione che raggruppa 70 aziende di trasporto dell’isola. L’assessore regionale alle Infrastrutture, Giovanni Pizzo, ha chiesto la proclamazione dello stato di emergenza. Richiesta che trova d’accordo il presidente della commissione bicamerale per le questioni regionali Gianpiero D’Alia. Del cedimento del viadotto si occuperà pure la commissione trasporti della Camera, assicura Magda Culotta, deputato del Pd. Anche la Regione lancia l’allarme: “Ho chiesto l’aiuto del Genio militare – annuncia il governatore Rosario Crocetta – per fare interventi volti a bloccare la frana che rischia di coinvolgere anche l’altra carreggiata”. “Bisognerà demolire quattro campate del viadotto che è stato inclinato dal fronte di frana”, dice il direttore dell’Anas Sicilia, Salvatore Tonti, che a sua volta ha interpellato i militari del genio guastatori “ma ci hanno spiegato – afferma – che non hanno la tecnologia per questo intervento. Entro una settimana, ma speriamo anche di anticipare i tempi realizzeremo un progetto di demolizione. Dopo aver abbattuto la parte del viadotto inclinato potremmo valutare se l’altra carreggiata quella in direzione Palermo possa essere riaperta a senso alternato consentendo di aprire di nuovo l’autostrada”. Intanto, sottolinea l’Anas, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio è in contatto continuo con il presidente della società Pietro Ciucci “per valutare la situazione e gli interventi opportuni”.

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