Il Consiglio del Lazio e l'impossibile modifica della Bolkestein per aiutare gli ambulanti

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-10-26

Francesco Storace e il M5S hanno avanzato in Regione una proposta di legge per modificare la Bolkestein, che però è una legge dello Stato (fatta approvare dal Governo Berlusconi) sulla quale gli enti locali non hanno competenza. Eppure oggi una discussione surreale pagata con i nostri soldi è andata in scena a via della Pisana

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La Direttiva Bolkestein non piace alla Lega Nord e non piace al MoVimento 5 Stelle, almeno stando a quanto ha detto Luigi Di Maio quando è sceso in piazza assieme agli ambulanti di Roma che protestavano appunto contro la direttiva europea che è destinata ad entrare in vigore a partire dal gennaio 2017. Ma non è che proprio tuto il MoVimento sia compatto nel seguire Di Maio, ad esempio il consigliere capitolo Cinque Stelle Enrico Stefàno aveva fatto sapere che la Bolkestein probabilmente è l’unico modo serio di fare i bandi a Roma.

Matteo salvini bolkestein ambulanti
Matteo Salvini contro la Bolkestein all’ultimo raduno di Pontida

Perché il Consiglio Regionale non ha voce in capitolo per modificare la Bolkestein

Dalle piazze romane la questione è approdata al in Regione Lazio dove oggi pomeriggio si è tenuta un’infuocata seduta del Consiglio straordinario con all’ordine del giorno proprio sul tema della tanto contestata direttiva europea che porta il nome dell’ex commissario per la Concorrenza ed il Mercato Interno, Frits Bolkestein, che faceva parte della Commissione Europea presieduta da Romano Prodi (la direttiva è stata recepita con voto del Parlamento durante il Governo Berlusconi nel 2010). La Bolkestein, emanata nel 2006, riguarda la liberalizzazione dei servizi ovvero la possibilità – per ogni cittadino dell’Unione Europea – di offrire i propri servizi in qualsiasi paese UE alle stesse condizioni senza barriere legislative e discriminatorie. Nella fattispecie e per venire ad uno dei problemi che tanto fanno scaldare gli animi, la Bolkestein prevede ad esempio (a regolarlo sono gli articoli 12, 16 e 70 della legge che recepisce la direttiva) che un ambulante straniero (spagnolo, francese, tedesco o quello che volete) possa venire in Italia a svolgere temporaneamente (vale a dire per un periodo limitato nel tempo) la sua attività. Un altro aspetto riguarda invece la possibilità di accedere a bandi e aste come quelli sulle concessioni delle spiagge per gli stabilimenti balneari (concessioni che i balneari italiani vorrebbero a vita e magari trasmissibili per diritto ereditario). Ma perché gli ambulanti temono tanto la Bolkestein? Per lo stesso motivo spiegato poco sopra da Stefàno: ovvero che la Bolkestain obbligherà il nostro Paese (e quindi i Comuni) a pubblicare dei bandi trasparenti e non ad personam per l’assegnazione dei posti. Inoltre c’è la questione che l’articolo 70 apre le porte del settore anche a a società dì persone, a società di capitali regolarmente costituite o cooperative. Insomma chi critica la Bolkestein teme l’ingresso delle multinazionali (sic) nel settore dell’ambulantato. In Consiglio regionale oggi l’assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lazio Guido Fabiani ha spiegato che, che piaccia o no, non è compito della Regione (e nemmeno dei Comuni) modificare la Bolkestein, che essendo stata recepita dal Parlamento è a tutti gli effetti un alegge dello Stato (legge votata da molte forze politiche) e che quindi il suo ambito di applicazione non può essere modificato dal Consiglio Regionale:

Voglio ribadire che l’applicazione della direttiva Bolkenstein si effettua sulla base di una legge di Stato e questa legge è stata votata da molte delle forze politiche presenti oggi in questo Consiglio e può essere modificata solo sulla base di un’altra legge dello Stato e non certo da un governo regionale

Eppure in Consiglio è stata depositata una proposta di legge a firma di Francesco Storace (che pure essendo stato Ministro e Presidente di Regione dovrebbe sapere quali sono le aree di competenze degli enti locali) al fine di “disapplicare per il commercio quell’imposizione comunitaria”. Anche l’ex Sindaco di Roma Gianni Alemanno era presente a portare la sua solidarietà a difesa degli ambulanti (che hanno protestato in Aula esponendo uno striscione con scritto “Fuori i mercati dalla Bolkestein” specificando che non si tratta di un problema locale (legato alla potente famiglia Tredicine che a Roma detiene sostanzialmente il monopolio dell’ambulantato):

Trovo assurdo che si parli ancora di una direttiva Tredicine, perché in realtà questo è un tema nazionale. Il governo sbagliò a inserire nella direttiva Bolkestein l’ambulantato Sono in gioco migliaia di posti di lavoro, migliaia di famiglie, dagli urtisti della comunità ebraica fino a tutto il mondo dell’ambulantato. Bisogna quindi difendere un pezzo di economia romana e mi auguro che il Consiglio regionale e poi quello comunale diano dei segnali per sbloccare la situazione, perché si potrebbe creare veramente un disastro sociale.

Chissà dov’era Alemanno quando il Governo di cui faceva parte anche il suo partito politico aveva approvato la legge 59/2010. Ah già, era a al Campidoglio ad occuparsi delle licenze degli ambulanti di Roma a modo suo. Ma c’è di peggio, pensate che contro la Bolkestein a livello nazionale non c’è solo Salvini (anche la Lega era al Govenro all’epoca) ma pure Renato Brunetta, che nel 2010 era addirittura Ministro del Governo Berlusconi.
denicolò bolkestein ambulanti m5s
La consigliera regionale M5S Silvana Denicolò ha invece ha detto che il M5S condivide le posizione del centrodestra (ma non evidentemente quelle di Enrico Stefàno) e ha dichiarato che rispetto alla questione degli ambulanti «il M5s nettissimo si schiera per l’estromissione immediata di questa categoria dai dettami della direttiva Bolkestein. Nei Comuni dove abbiamo amministratori si stanno disponendo per recepire le norme di legge, ma già in questi Comuni si stanno portando mozioni e atti in cui indichiamo la nostra volontà e richiesta». L’unico modo per farlo però è emendare la legge dello Stato che recepisce la direttiva, e quindi tutta la bagarre in consiglio regionale serve solo a far rilevare che ci sono degli interessi economici che non possono essere toccati e regolamentati da bandi pubblici aperti e trasparenti. In particolare per quanto riguarda la questione romana questo è già evidente da tempo, sia dall’Amministrazione Alemanno (in Consiglio Comunale sedeva un Tredicine) sia per quanto dichiarato di recente dal Presidente della Commissione Commercio Andrea Coia che ha salvato il Natale dei Tredicine in Piazza Navona. Secondo Andrea Coia il Governo dovrebbe modificare la normativa sulla Bolkestein perché il Comune di Roma è “totalmente impreparato a mettere a bando le 12-15000 licenze. Non è disponibile un censimento dei posteggi relativi al commercio su area pubblica” ed ora il governo a Cinque Stelle della Capitale dovrebbe in pochi mesi risolvere la situazione. Quindi per evitare di non riuscirci i Cinque Stelle (quelli bravi) chiedono al Governo almeno una proroga, certo se non si fossero sprecati i primi tre mesi a non fare nulla magari ci sarebbe stato un po’ di tempo in più, ma è più facile dare la colpa a chi  nel passato non ha fatto nulla (un po’ come fanno tutti).
 

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