Il caso di Cédric Herrou, l'agricoltore "eroe" che aiuta i migranti

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-01-09

Cédric Herrou è un agricoltore che vive a pochi chilometri dal confine tra Francia e Italia. Da mesi aiuta i migranti ad entrare in Francia fornendo loro un tetto e del cibo. La Procura lo vuole processare per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, per molti invece è un eroe della povera gente

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Cédric Herrou è un agricoltore francese di 37 anni, vive a Breil-sur-Roya nella Val Roia francese sulle colline soprastanti Mentone e poco distante dal confine con la Liguria. Herrou è salito agli onori delle cronache in questi giorni perché è attualmente sotto processo a Nizza con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (e occupazione di proprietà privata) e se giudicato colpevole rischia fino a cinque anni di carcere e 30.000 euro di multa.

Comuni cittadini che aiutano che ha bisogno o pericolosi criminali?

Cédric Herrou però non è uno scafista o un trafficante di uomini, è un attivista dei diritti umani. La vicenda che lo ha portato alla sbarra risale al 20 ottobre 2016, quando Herrou fu arrestato, assieme ad altri tre attivisti all’interno di un villaggio vacanze in disuso della SNCF, le ferrovie francesi. Con loro c’erano altre 57 persone (29 delle quali bambini) tutti migranti che avevano valicato illegalmente il confine franco-italiano. In precedenza, ad agosto, sul camion dell’uomo che aveva appena passato il confine la polizia trovò otto migranti di origine eritrea. Quella vicenda però, fa sapere l’avvocato dell’agricoltore francese, non ha nulla a che vedere con il processo dal momento che in quell’occasione il pubblico ministero decise di non procedere nei confronti di Herrou ritenendo che stesse agendo “a fini umanitari”. Nel villaggio della SNCF – che è stato sgomberato tre giorni dopo dalla polizia francese – invece Herrou lavorava con la sua ONG (una trentina di persone tra cui anche medici e infermieri) per prestare assistenza ai migranti che giungevano dall’Italia. Dei tre arrestati ad ottobre però solo Cédric è andato a processo. Da parte sua lui nega ogni addebito, sostenendo che non è sufficientemente provato che tutti i migranti fossero clandestini e che in ogni caso non è compito suo quello di verificare i documenti ma solo quello di dare da mangiare a quelle persone. Naturalmente è ovvio che Herrou sa che le persone che aiuta sono clandestini, perché ad esempio ha raccontato di essersi recato in diverse occasioni a Ventimiglia (che è poco distante) a prelevare minori non accompagnati che vivevano per strada o che erano usciti dal campo allestito dalla Croce Rossa. Ma il fatto che si tratti di clandestini o di “migranti illegali” non preoccupa Cédric Herrou che invece è più preoccupato dal riuscire ad aiutare quante più persone possibile e dal clima anti-migranti che si respira in Francia. In un articolo pubblicato dal quotidiano Nouvel Observateur Herrou esordisce così: “rischio il carcere per aver aiutato dei migranti, non me ne pento e continuerò a farlo“. Per Herrou quello che lui sta facendo rientra nella tradizione degli abitanti della Val Roia, che durante la Seconda Guerra Mondiale nascosero le famiglie di origine ebrea dalla persecuzione nazista. Oggi, nel 2016, sono i migranti ad essere perseguitati e quindi lui ritiene sia giusto aiutarli fornendo loro cibo e un riparo per la notte. Il procuratore di Nizza Jean-Michel Prêtre pur riconoscendo la nobiltà delle motivazioni che spingono Herrou ad agire così ha ricordato che la legge deve essere applicata, anche se ovviamente può essere criticata. Prêtre ha chiesto per Herrou otto mesi di carcere con la sospensione condizionale della pena. La sentenza – ha fatto sapere l’avvocato dell’uomo Zia Oloumi che ha detto che si tratta di un processo politico – è attesa per il 10 febbraio. Herrou non è l’unico francese impegnato in queste operazioni “clandestine”, a dicembre a Claire Marsol è stata comminata una multa di millecinquecento euro per una situazione simile mentre il 6 gennaio il tribunale d’appello di Nizza ha annullato la sentenza di condanna a sei mesi nei confronti di Pierre-Alain Mannoni accusato di aver fatto entrare illegalmente tre cittadini eritrei (uno dei quali minorenne) dando loro un passaggio a bordo della sua automobile. Il New York Times parla addirittura di una rete clandestina di cittadini che aiutano i migranti a varcare il confine franco italiano. Il tutto mentre il Governo francese, paralizzato su queste questioni dalle prossime elezioni politiche, non ha ancora deciso cosa fare dei migranti che entrano illegalmente in Francia. Nel frattempo però l’agricoltore della Val Roia viene festeggiato come un eroe, qualche giorno fa fuori dal tribunale dove si sta dibattendo la causa c’erano trecento persone ad attenderlo e a sostenerlo.


In Italia la storia è passata quasi sotto silenzio, tra i molti che hanno espresso la loro vicinanza ad Herrou e alla sua battaglia per i migranti c’è lo scrittore Erri De Luca. Altri utenti italiani commentano la vicenda con i versi del Pescatore di De André “e versò il vino e spezzò il pane per chi diceva ho sete e ho fame”.

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