Il bimbo vegano espulso dall'asilo (e riammesso dal giudice)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-07-31

Il Tar del Lazio dà ragione alla madre perché «la dieta vegana è migliore di quella onnivora»

article-post

«La dieta vegana è migliore di quella onnivora»: con questa motivazione, scrive oggi la Stampa di Torino, il tribunale amministrativo regionale dell’Alto Adige ha riammesso un bambino di Merano che era stato espulso dall’asilo perché la madre voleva che seguisse una dieta vegana. La storia la racconta oggi Maurizio di Giangiacomo da Bolzano:

La battaglia giudiziaria era cominciata a febbraio, quando la donna aveva impugnato la determinazione dirigenziale con la quale il Comune di Merano aveva allontanato il bambino dall’asilo nido. Un provvedimento al quale la dirigenza scolastica era giunta dopo che la madre, che si era vista negare pasti vegani per il suo bambino, si era rifiutata di produrre certificati medici e risultati di analisi cliniche che ne comprovassero il buono stato di salute.
Davanti al Tar due tesi: quella, se vogliamo un po’, tradizionalista della pubblica amministrazione, secondo la quale la dieta vegana sarebbe pericolosa per un minore, specie in età prescolare, per il quale non varrebbero le direttive ministeriali (Linee guida della ristorazione scolastica) in quanto rivolte alla scuola e non all’asilo nido. Dall’altra le ragioni di una giovane madre, attenta ai trend ma, con tutta evidenza, anche molto aggiornata sulle ultime novità scientifiche, tanto da dimostrare in sede di giudizio la superiorità dell’alimentazione vegetale rispetto a quella «onnivora» e che la determinazione della dirigenza scolastica di Merano andava contro norme costituzionali e direttive ministeriali, imponendo un onere iniquo – la produzione dei certificati medici – e mettendo in atto una discriminazione, l’espulsione del bambino, sproporzionata e illegittima. Il Tribunale amministrativo dell’Alto Adige ha, infatti, accolto la richiesta della donna, obbligando la dirigenza scolastica a riammettere il bimbo e condannando il Comune di Merano al pagamento delle spese legali.

bimbo vegano
L’avvocato della donna ovviamente esulta: «Non occorre nessuna certificazione per ottenere il pasto vegano a qualsiasi età, i genitori vegani non possono essere oggetto di discriminazioni, nemmeno mediante l’imposizione di condizioni o adempimenti ulteriori o differenti rispetto a quelli richiesti a tutti gli altri».«Questa pronuncia aggiunge il legale – sarà d’aiuto in tutti i casi futuri in cui gli istituti e le pubbliche amministrazioni cercheranno d’impedire ai cittadini di esercitare il proprio diritto a compiere scelte alimentari etiche». Giorgio Calabrese, medico nutrizionista e professore universitario sentito dalla Stampa, non sembra d’accordissimo: «Consiglierei ai giudici del Tar di Bolzano, sicuramente in buona fede, di consultarsi con un bravo pediatra. A 10 mesi i piccoli hanno bisogno di nutrienti come il ferro e la vitamina B12 che una dieta vegana non può garantire. E poi, come nel caso del ragazzino di Bergamo che il padre voleva carnivoro e la madre vegetariano, è preoccupante che anche la dieta,soprattutto dei minori, debba essere dettata da un magistrato».
 
IL BIMBO VEGANO ESPULSO DALL’ASILO
Ovviamente non tutte le istituzioni reagiscono così. Il blog vegano del Corriere della Sera fa sapere che l’Azienda Sanitaria Locale di Varese ha preparato un servizio per le donne in gravidanza o le neomamme vegane costituito da un nutrizionista e un pool di ostetriche per i dubbi sull’alimentazione e l’allattamento dei figli. Il progetto è stato approvato da qualche giorno e sarà attivo da settembre. “E’ un percorso che è nato proprio dall’analisi dei bisogni che abbiamo effettuato nei mesi scorsi – spiega Paola Buonvicino, direttore del dipartimento per le attività Socio-Sanitarie Integrate dell’Asl Monza e Brianza -– ascoltando medici e operatori che sono a contatto ogni giorno con donne in gravidanza o puerpere è emerso che chi segue questa dieta oggi a volte viene additato, criticato quasi sempre ingiustamente messo sotto pressione per la sua scelta”. Spiega Veggoanch’io:
asl mamma vegana

“Ben vengano iniziative come questa – commenta uno dei pochi pediatri esperti in nutrizione vegana e vegetariana d’Italia – perché c’è molto movimento ma poche risposte. Questa risposta fa bene sperare per il futuro. Ci sono altre iniziative simili rivolte ai pediatri nell’Asl di Mantova ma sono ancora rare. In realtà l’alimentazione vegana e vegetariana è fondamentale per il sano sviluppo dei bambini, sia in fase di allattamento che di divezzamento. Comunque sto vedendo sempre più genitori consapevoli, magari anche onnivori che scelgono una dieta latto-ovo-vegetariana o vegana per i loro bimbi. Per motivi etici, salutisti o di rispetto per l’ambiente. Spesso si sentono soli, cercano risposte fai da te. Hanno gli strumenti per farli ma un sostegno e un’attenzione istituzionali sono un ottimo segnale”.

Leggi sull’argomento: “Il nostro amico vegano ha il cancro per colpa dei residui di carne”

Potrebbe interessarti anche