I soldi di CPL Concordia a Renzi e al PD

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-04-03

17mila euro per una cena elettorale del premier. Denari anche a Zingaretti e alla Meloni

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I soldi della CPL Concordia arrivavano a tutti, ma proprio a tutti. Come nella migliore tradizione di Mafia Capitale, dopo l’inchiesta di Ischia si scoprono una serie di finanziamenti arrivati a politici e loro comitati in occasione di elezioni o altri momenti topici. In particolare, la CPL Concordia ha finanziato la cena elettorale di Matteo Renzi a Roma, ha dato 17mila euro al Partito Democratico romano e ha elargito contributi elettorali a destra come a sinistra. Ne hanno beneficiato il democrat Ugo Sposetti ed Eugenio Patané, il comitato Per Ignazio Marino sindaco, la lista civica di Zingaretti e il partito marchigiano. Non solo: contributi sono arrivati anche ad Antonio Paravia, esponente di Fratelli d’Italia, e a “Io sto con Giorgia Meloni”, il comitato dell’ex ministra della Gioventù di Berlusconi. Il Fatto riepiloga in un’infografica i finanziamenti principali.
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Scrive Carlo Tecce nell’articolo:

IL 5 NOVEMBRE 2014, la cooperativa registra 5.000 euro in uscita per i democratici. Matteo Renzi ha organizzato due cene di raccolta fondi, il 6 a Milano e la replica il 7 a Roma. Non è esaustivo dire che la Cpl aiutava D’Alema e Renzi, i due cari nemici, e neanche che negli ultimi tempi era sensibile alle esigenze dei partiti. La Cpl ha pagato le campagne elettorali quando il Pd si chiamava ancora Ds. E non ha smesso, anzi ha aumentato gli importi. Già nel 2011, la cooperativa staccava un assegno di 20.000 euro per Virginio Merola, candidato sindaco a Bologna. Lo stesso periodo spediva 10.000 ciascuno ai dem di Pesaro, di Ferrara, il doppio a Urbino, un obolo (2.000) a Foggia e Frosinone. Nel 2012, ancora 15.000 euro a Ferrara e 3.000 al comitato Bersani.
Il 2013 anno di politiche e il 2014 anno di europee, la generosità di Cpl Concordia esonda e invade l’intero emiciclo con preferenza sul versante centrosinistra:10.000 per il senatore Ugo Sposetti (Pd); 5.000 per il deputato Alfredo D’Attorre; 10.000 per la lista civica Zingaretti e ulteriori 10.000 per il comitato Zingaretti; 6.000 per una cena elettorale di coppia Zingaretti-Marino; 2.000 per il comitato “io sto con Giorgia Meloni” e 3.000 per Antonio Paravia di Fratelli d’Italia; 2.500 per Ignazio Marino sindaco di Roma e 5.000 per Antonio Decaro sindaco di Bari; 2.000 per il mandato a Strasburgo di Cécile Kyenge e 4.000 per l’ex ministro Flavio Zanonato; 1.000 per Antonella Forattini in Lombardia e 10.000 per Eugenio Patané, consigliere regionale poi indagato a Roma nell’ambito di Mafia Capitale; 17.000 per il Partito democratico della provincia di Roma.

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Il manifesto elettorale di Giose Ferrandino, ex sindaco di Ischia indagato per tangenti

CPL CONCORDIA E I SOLDI AL PD, GLI INDAGATI
Intanto gli indagati nell’inchiesta sulla metanizzazione a Ischia, che ha portato in carcere il sindaco Giuseppe ‘Giosy’ Ferrandino e i vertici della Cpl Concordia, respingono le accuse e offrono agli inquirenti una serie di spiegazioni su ogni singolo episodio al centro delle indagini, convinti di poter confutare punto per punto le argomentazioni alla base della ordinanza di custodia cautelare. La prima tornata degli interrogatori di garanzia nei confronti degli undici destinatari delle misure cautelari, accusati a vario titolo di reati che vanno dall’associazione per delinquere alla corruzione, turbativa d’asta e false fatturazioni, si è svolta oggi nel carcere di Poggioreale davanti al gip Amelia Primavera e ai pm Celeste Carrano, Giuseppina Loreto e Henry John Woodcock. Il primo ad essere ascoltato dai magistrati è stato il sindaco Ferrandino. Assistito dagli avvocati Alfonso Furgiuele e Gennaro Tortora, ha precisato in primo luogo che la gara per l’appalto per la metanizzazione del Comune ha preceduto la sua elezione a sindaco (all’epoca – ha sottolineato – era primo cittadino di Casamicciola, uno dei sei comuni dell’isola). Ferrandino ha respinto l’accusa di corruzione. Ha affermato di non essere né socio né gestore dell’Hotel Le Querce con il quale la Coop stipulò una convenzione da 330mila euro. Quella convenzione è stata sottoscritta con i suoi familiari, proprietari dell’albergo, ma non rappresenta – ha detto il sindaco – un corrispettivo per l’appalto, una vicenda nella quale – ha ribadito – non ha compiuto alcun atto. Ha poi negato in maniera perentoria un altro episodio di presunta corruzione contestato sulla base di alcune intercettazioni telefoniche: il viaggio in Tunisia che gli sarebbe stato pagato negli anni scorsi dalla Cpl Concordia.
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Coop rosse, coop bianche: i numeri di Legacoop (La Repubblica,

“In Tunisia – ha affermato – non ci sono mai stato in vita mia”. Alla fine dell’interrogatorio ha consegnato al giudice la nota protocollata al Comune d’Ischia martedì sera con cui ha formalizzato le sue dimissioni dalla carica di sindaco, e la contestuale sospensione del prefetto di Napoli. Una iniziativa che dovrebbe far venir meno una delle esigenze cautelari ipotizzate dai magistrati, ovvero il pericolo di reiterazione dei reati. Hanno respinto le accuse anche Massimo Ferrandino, fratello del sindaco, difeso dagli avvocati Giovanbattista e Angelo Vignola, e Roberto Casari, l’ex presidente della Cpl Concordia, difeso dagli avvocati Luigi Chiappero e Luigi Sena. Casari ha, tra l’altro, sostenuto che la scelta dell’albergo con cui la Concordia stipulò la convenzione fu dovuta alla bellezza e comodità della struttura e che non esiste alcuna relazione con il fatto che l’hotel appartenesse alla famiglia del sindaco. Ha spiegato poi la decisione di affidare una consulenza al fratello del primo cittadino, Massimo Ferrandino: sapeva che il sindaco aveva un fratello avvocato e pensò di affidargli una difesa in una causa a Vallo della Lucania dove ottenne un buon risultato tanto da convincerlo ad affidargli un incarico di consulente. Per quanto riguarda le cinquecento copie di un libro di Massimo D’Alema acquistate dalla Coop, l’ex dirigente ha sottolineato che la Concordia comprava libri di diversi autori (ha citato anche Biagi, Zavoli e Tremonti) per regali nell’ambito delle pubbliche relazioni.

Leggi sull’argomento: Il Romanzo Criminale delle coop rosse

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