I sei parlamentari PD indagati per le spese pazze in Regione Lazio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-12-28

Il grosso guaio in via della Pisana fa le prime vittime

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Sono sei i parlamentari PD indagati per le spese pazze in Regione Lazio, su un totale di quarantuno esponenti del partito raggiunti da avviso di garanzia dopo le indagini della procura di Rieti. Repubblica pubblica oggi un riepilogo delle posizioni dei cinque deputati e del senatore del Pd. Sono, da sinistra, il deputato Marco Di Stefano, già nei guai per un’accusa di corruzione, e i senatori Francesco Scalia, Claudio Moscardelli, Bruno Astorre, Daniela Valentini, Carlo Lucherini.

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I sei parlamentari PD indagati per spese pazze in Regione Lazio

Scriveva qualche giorno fa il Corriere della Sera che Di Stefano e gli altri saranno ascoltati in procura per rispondere a una serie di contestazioni:

Secondo gli investigatori avrebbero chiesto al partito rimborsi maggiorati su spese ordinarie, da quella per il taxi ai biglietti ferroviari e aerei. In nota al partito anche spese ordinarie, pranzi e cene in ristoranti dal menu a base di pesce. Perfettamente bipartisan le ostriche: contestate ai consiglieri Pdl e ora in conto ai rappresentanti del Pd che le avrebbero mangiate vicino al Pantheon. In qualche caso si mascheravano singole elargizioni attraverso la formula delle collaborazioni occasionali che di fatto, per i pm, non sarebbero mai avvenute. Nel mirino degli investigatori anche rimborsi per murales nel quartiere popolare del Quadraro. Sul conto del partito in Regione sarebbero finiti pure il finanziamento di una serie di sagre paesane, di tornei di calcio e, per l’accusa, di attività non riconducibili alla politica.

Il Messaggero invece riportava un elenco ancora più dettagliato:

Per ristoranti, acquisto di libri, realizzazioni di profili facebook, viaggi, acquisto di extravergine spesi circa un milione di euro. Per multe, taxi, aerei, francobolli e addobbi natalizi sessantamila euro. Per l’assunzione di parenti, amici, collaboratori con contratti a progetto un milione e seicentomila euro. Ma c’è anche chi, a suo modo, ha voluto pensare alla città, a Roma. Come Foschi, che ha fatto rimborsare all’associazione Punto di Svista ottomila euro per la realizzazione di un murales al Quadraro. Di Stefano, invece, aveva offerto ai propri elettori, al Binario 96 nel Natale 2011, spuntini per ottomila euro. Che poi ovviamente ha riavuto indietro. Sempre con i soldi pubblici Mei rimborsa l’associazione ”La gioconda” di Roma, diciottomila euro per una serie di eventi in odore elettorale. Parroncini richiede la restituzione di quanto spende in enoteca per vini e cesti. Di Carlo (per settantamila euro) le prestazioni dell’associazione La Clorofilla. Mentre il solito Di Stefano, sempre con i soldi del gruppo, finanzia l’associazione culturale La Bottega delle Maschere che organizza all’Aventino presso il giardino di Sant’Alessio “La Pirandelliana”. Altri novemila euro. Ma c’è anche chi, con i soldi del partito, finanzia la Sagra del tartufo. Tra i più pesanti, uno di ventimila euro.

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