Dammartin-en-Goële: uccisi i fratelli Kouachi, libero e illeso l'ostaggio

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-01-09

Una vettura rubata in zona, ci sarebbe un solo ostaggio nelle mani dei sequestratori. La polizia dice agli abitanti del comune di chiudersi in casa. Due morti e venti feriti secondo Le Parisien. Arrivano le teste di cuoio. L’azienda sarebbe un’agenzia pubblicitaria. I due: «Vogliamo morire come martiri»

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Ore 17,30: Il blitz è finito. Poco prima delle 17 i gendarmi hanno lanciato l’assalto contro la tipografia nella quale i due s’erano asserragliati. Anche un elicottero è stato impiegato nell’assalto e i due presunti terroristi sono stati uccisi. Un membro delle teste di cuoio è stato ferito, ma non è in pericolo di vita. L’ostaggio è illeso. I due fratelli erano usciti dalla tipografia sparando all’impazzata contro le teste di cuoio che stavano per irrompere nell’edificio. Un poliziotto è rimasto ferito. L’ostaggio, che si chiama Michel Catalano, era nascosto in una botola. Di fatto i fratelli Kouachi non hanno mai saputo di avere un ostaggio.

Edit ore 16.59: un blitz sarebbe in corso a Dammartin-en-Goele per i fratelli Kouachi.
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E’ in corso da qualche minuto l’assalto da parte delle forze speciali francesi alla stamperia di Dammartin-en-Goele dove sono asserragliati con un ostaggio i fratelli Kouachi, sospettati della strage a Charlie Hebdo. Si sentono spari, forti detonazioni e dall’edificio si leva del fumo. Si vede fumo e ci sono state esplosioni durante l’inizio del blitz. L’AFP scrive che i frattelli Kouachi sono stati uccisi. Le fonti della sicurezza confermano che i fratelli Kouachi sono morti. L’ostaggio libero e illeso, dice ancora l’AFP.
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Una sparatoria è avvenuta a nordest di Parigi, vicino alla zona dove le forze speciali stanno dando la caccia ai due fratelli Said e Chérif Kouachi, ritenuti responsabili dell’assalto armato contro la redazione parigina di Charlie Hebdo costato la vita a 12 persone. Ne danno notizia i media francesi, che citano fonti di polizia. Il conflitto a fuoco è stato molto intenso e c’è stato un inseguimento in auto nei pressi dell’aeroporto di Roissy. Le teste di cuoio ”si stanno recando sul posto, le operazioni sono in corso e verranno condotte nei prossimi minuti e ore”: lo ha detto il ministro francese dell’Interno, Bernard Cazeneuve, riferendosi all’azienda di lavori pubblici di Dammartin-en-Goele. Anche Hollande si sta recando sul posto. I due sono stati trovati a bordo di una Peugeot 207 rubata.  I fratelli Kouachi sono barricati nell’agenzia di consulenza pubblicitaria Creation Tendance Decouverte di Dammartin en Goele, che si trova a rue Clement.
Si tratta di una piccola azienda con soli 5 dipendenti. Un corriere che ha incontrato i Kouachi è stato allontanato: i due gli avrebbero detto che non vogliono uccidere i civili e gli hanno chiesto di dire che loro vengono da Al Qaida-Yemen. Michel Catalano è invece l’ostaggio dei fratelli Kouachi, ferito nella tipografia. Abitualmente lavorano nella piccola azienda familiare il titolare, la moglie, il figlio e almeno due o tre dipendenti, ha detto il vice sindaco di Othis, Didier Chevalier. «Li conosciamo molto bene perché lavoriamo con loro da anni e siamo molto preoccupati visto quello che è successo a Parigi», ha detto, aggiungendo che la Ctd è una piccola tipografia di 200 metri quadri su due piani. Ieri, i media Usa avevano rivelato che Said Kouachi, uno dei fratelli ricercati per la strade a Charlie Hebdo, sarebbe stato addestrato a usare armi ed esplosivi dall’Aqap nel 2011. Anwar Al-Awlaki è l’imam americano-yemenita ucciso da un drone Usa nel 2011. Awlaki fu l’ideatore di Inspire, il ‘magazine’ di al Qaida. Fonti ufficiali di Sanaa confermano che almeno uno dei fratelli Kouachi è sospettato di aver combattuto nelle file di al Qaida in Yemen.
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Un’altra sparatoria è scoppiata, intorno alle 13, a porte di Vincennes, alla periferia est di Parigi. Lo riferisce la France Presse: la polizia ha bloccato l’accesso alla zona e il conflitto a fuoco interessa un negozio di alimentari kosher, in cui ci sarebbero degli ostaggi. A quanto sembra, è coinvolto il responsabile dell’omicidio di una poliziotta, avvenuto ieri a Montrouge. L’uomo autore della sparatoria e del sequestro in un supermercato di Parigi si e’ fatto riconoscere dalla polizia sul posto come l’assassino della poliziotta di ieri: “sapete chi sono! sapete chi sono!”, ha gridato per due volte ai poliziotti. Alcuni voci, non confermate, parlano della presenza di esplosivi nel negozio di alimentari. I ragazzi delle scuole circostanti sono stati confinati all’interno degli edifici. A questo link seguiamo la sparatoria a Porte de Vincennes.
 
DAMMARTIN EN GOELE, I FRATELLI KOUACHI ASSEDIATI
«Sei i media t’interrogheranno, tu dirai: è al Qaeda nello Yemen». Così ha raccontato a Europe 1 l’uomo a cui stamattina è stata rubata l’auto dai due fratelli Kouachi. La stessa affermazione era stata già fatta dai due fratelli il giorno dell’assalto a Charlie Hebdo. L’uomo ha riferito che uno dei due sospetti lo ha minacciato con un kalashnikov attraverso il finestrino, che era aperto, dicendogli di aver bisogno della sua auto. Poi è arrivato l’altro, che è salito al posto del passeggero con un ‘arma che sembrava un lanciagranate. Il proprietario dell’auto ha avuto il riflesso di prendersi il cane, che era sul sedile posteriore, prima di scappare via. Ha descritto i due Koauchi come «molto calmi, molto determinati, molto professionali, come membri di un commando. Non correvano, non hanno alzato la voce, non sudavano», ha aggiunto. Il Gign, il Gruppo di intervento della gendarmeria nazionale, ad avere il comando delle operazioni a Dammartin en Goele, dove sono barricati con almeno un ostaggio all’interno di un’azienda i fratelli Kouachi, considerati gli autori del massacro alla redazione parigina di Charlie Hebdo. Lo riporta il sito internet di Le Figaro, secondo cui gli agenti del Raid, il gruppo d’intervento speciale della polizia, sono in appoggio. I negoziati veri e propri non sono ancora cominciati, secondo quanto appreso dal quotidiano. La pianta dell’azienda e i suoi dintorni sono analizzati con cura minuziosa. L`obiettivo è prendere vivi i fratelli Kouachi, come prevedono le norme di ingaggio degli uomini specializzati nelle operazioni antiterrorismo. Questi ultimi sono convinti che i sospetti terroristi siano pesantemente armati: l’ipotesi di una resa è ritenuta assai poco probabile. A dirigere di persona le operazioni delle forze speciali a Dammartin-en-Goele contro gli autori della strage di Charlie Hebdo è il generale d’armata Denis Favier, direttore generale della Gendarmeria. Le teste di cuoio ai suoi ordini appartengono al Ggn, il gruppo d’intervento della gendarmeria francese. Favier è l’ufficiale che nel dicembre 1994 evitò una carneficina con il riuscito blitz all’aeroporto di Marsiglia per liberare un Airbus dell’Air France proveniente da Algeri e dirottato da terroristi islamici del Gia. I quattro dirottatori furono uccisi e ci furono soltanto alcuni feriti tra i passeggeri e le forze speciali.

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Rue Clement a Dammartin en goele, sede dell’azienda dove sono asserragliati i fratelli Kouachi

Il procuratore generale smentisce i due morti. «Finora non ci sono feriti e vittime», dice un portavoce del ministero dell’Interno. «Siamo certi che sono i due fratelli Kouachi, e siamo sicuri che hanno sequestrato una persona. Sono stati stabiliti dei contatti e dei negoziati, abbiamo delle persone sul posto istruite per questo per sventare ulteriori tragedie. Cercheremo di stabilire contatti». Non sono più in pericolo di vita i quattro feriti più gravi dell’attacco terroristico a Charlie Hebdo. “I quattro feriti sono ancora in situazione di urgenza, ma la loro vita non è più in pericolo”, ha detto oggi il ministro francese degli Interni Bernard Cazeneuve, secondo quanto riferisce il sito di Le Figaro. Gli altri sette feriti, ha aggiunto il ministro, sono stati dimessi dall’ospedale. Secondo i media francesi, i due hanno detto: «Non usciremo vivi da qui, vogliamo morire come martiri». L’ostaggio nelle mani dei terroristi è una donna, secondo i-Telé.  I due fratelli Kouachi autori della strage di mercoledì a Charlie Hebdo e il sospettato dell’uccisione di una poliziotta l’indomani a Montrouge, a sud di Parigi, si conoscevano. Lo afferma 20 Minutes, citando una fonte d’intelligence, secondo la quale i tre erano in contatto e facevano parte della stessa cellula jihadista.
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I due fratelli Kouachi, gli jihadisti asserragliati all’interno di una stamperia di Dammartin-en-Goule, a nord-est di Parigi, ”hanno dichiarato di volere morire da martiri”: e’ quando riferito ad Yves Albarello, deputato dell’Ump, eletto nel dipartimento di Seine-et-Marine, dove si trova la cittadina in cui gli autori della strage al settimanale satirico Charlie Hebdo si sono asserragliati in una tipografia. Due persone sono rimaste ferite nella sparatoria, un’altra fonte parla anche di due morti. Le Parisien scrive di due morti e venti feriti nella sparatoria. Tutti gli accessi a Dammartin en Goele sono stati bloccati. I due erano nascosti fra gli alberi dei boschi vicini alla cittadina. Quando sono stati individuati sono dovuti uscire allo scoperto e è cominciata la sparatoria. Lì sono entrati nella tipografia e hanno preso in ostaggio alcune persone. Nelle mani dei terroristi che hanno compiuto la strage a Charlie Hebdo, c’è un “solo ostaggio”, dipendente dell’azienda di lavori pubblici di Dammartin-en-Goele, non lontano da Parigi: lo riferiscono i media francesi. Secondo fonti non confermate citate da I-télé, l’ostaggio “sarebbe ferito”. Sarebbe cominciata una trattativa tra i fratelli Kouachi, i sospetti autori del massacro nella redazione parigina di Charlie Hebdo costato la vita a dodici persone, e le forze speciali della gendarmeria francese (Gign). Lo sostiene l’emittente francese iTele. I terroristi sono barricati in un’azienda di Dammartin-en-Goele, a nordest di Parigi, dove hanno preso degli ostaggi; il ministro degli Interni Bernard Cazenueve ha confermato che è in corso un’operazione.
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Nella cittadina di Dammartin-en-Goele, dove è appena avvenuta la violenta sparatoria, alcune persone si sono barricate nella sede di un’azienda con degli ostaggi. Quello è uno dei villaggi a pochi chilometri dalla stazione di servizio dove i due sono stati visti a fare rifornimento a volto scoperto.  L’inseguimento, secondo le fonti citate dai media francesi, è avvenuto sulla “Nazionale 2”, un’autostrada, a Dammartin-en-Goele: una vettura sarebbe stata rubata in precedenza da due persone armate, la descrizione delle quali corrisponderebbe ai fratelli Kouachi. La zona si trova a una mezz’ora di distanza da Villers-Cotterets, dove ieri i due terroristi erano stati avvistati dal gestore di una stazione di servizio. Il furto sarebbe avvenuto intorno alle 8.40 nel comune di Montagny-sainte-Felicité. Successivamente la violentissima sparatoria con le forze dell’ordine e l’inseguimento in auto.
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Le forze di polizia hanno dato istruzioni agli abitanti della cittadina dove è avvenuta la sparatoria, Dammartin-en-Goel, nel dipartimento della Seine-et-Marne, di chiudersi in casa e di stare lontani dalle finestre. Evidentemente i due conoscono bene quei villaggi, e sanno come muoversi in zona. Il prefetto di polizia di Parigi ha confermato che i due fratelli jihadisti, considerati gli autori del massacro al Charlie Hebdo, sono stati localizzati nel villaggio di Dammartin, nel dipartimento di Seine-et-Marne, a un’ottantina di chilometri a nord di Parigi. «L’epilogo e’ vicino», ha detto il perfetto all’emittente Bfm.tv. Anche il ministro dell’Interno Bernard Cazeneveu, ha confermato che l’operazione e’ in corso. Nella zona, dove sarebbero stati presi ostaggi in un’azienda, sono radunati ‘teste di cuoio’ e forze di sicurezza e stanno accorrendo decine di furgoni della gendarmeria.
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I liceali di Dammartin-en-Goele, la cittadina a nordest di Parigi dove è in corso una presa d’ostaggi da parte dei presunti autori della strage alla sede di Charlie Hebdo, sono confinati nell’edificio scolastico e “terrorizzati”. Una alunna ha riferito al sito di Le Figaro che gli studenti hanno ricevuto l’ordine di non avvicinarsi alle finestre e che possono sentire i movimenti della polizia dalla loro classe. Una ragazza su Twitter parla da testimone oculare dell’accaduto:


La diretta di France 24:

 
E’ stato intanto identificato l’uomo sospettato di aver aperto il fuoco giovedì a sud di Parigi, uccidendo una donna poliziotto, in un’azione che inizialmente era stata collegata alla strage al settimanale Charlie Hebdo. Sono già stati fermati due suoi familiari, hanno riferito fonti della polizia. Il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneveu, aveva in precedenza anticipato che erano stati fatti progressi nell’inchiesta. La sparatoria era avvenuta all’indomani dell’attentato del settimanale Charlie Hebdo, in una banlieu alla periferia merdionale di Parigi e ha lasciato, oltre alla donna uccisa, anche un ferito gravissimo. L’uomo è collegato ai Kouachi, secondo una fonte d’intelligence francese. Il presidente, Francois Hollande, ha rivolto ai francesi un appello all’unità, nelle ore drammatiche dell’assedio ai due frateli jihadisti. «La Francia vive una prova importante, dobbiamo essere tutti pronti a lavorare per la nostra Repubblica», ha dichiarato il titolare dell’Eliseo in un messaggio in tv dalla sede del ministero del’Interno. Hollande, che ha ringraziato per la solidarietà internazionale, ha detto che l’aggressione a Charlie Hebdo è stato un dramma, ma si è detto fiducioso che l’amministrazione stia lavorando adeguatamente per la sicurezza del Paese. «I cittadini devono essere certi che sono protetti. La Francia è uno Stato, una forza, una garanzia» e ha invitato a non recedere dai valori fondanti della Repubblica e a tenere, domenica, ”manifestazioni rispettose”, quando ci saranno gli eventi in omaggio alle vittime dell’attentato di mercoledi’. Pochi minuti prima il presidente si era spostato a piedi dall’Eliseo all’Hotel Beauvau, sede del ministero dell’Interno. Il presidente francese -che probabilmente in questo modo ha voluto dare una dimostrazione di sicurezza ai francesi, che da 48 ore seguono una crisi che non ha eguale negli ultimi anni- si e’ recato direttamente al ministero dell’Interno per fare il punto sulla crisi e seguire personalmente i negoziati in corso nel villaggio di Dammartin-en-Goele, dove sono asserragliati i due jihadisti considerati gli autori del massacro al settimanale Charlie Hebdo.

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