Il gender alla scuola Cattaneo di Roma

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-10-01

I docenti della scuola dove si sono tenuti gli incontri della manifestazione “Educare alle Differenze” dicono che non ne sapevano nulla e sono sconvolti dalla pubblicità negativa ricevuta dall’istituto. Lo hanno detto alla giornalista che ha scritto il pezzo che parlando della Cattaneo ha scritto: «I maestri del gender sono già a scuola»

article-post

Gli insegnanti della scuola media Cattaneo sono “preoccupati” da quanto accaduto all’interno dell’edificio che ospita la loro scuola qualche tempo fa in occasione della due giorni di dibattiti e conferenze dal titolo “Educare alle Differenze” tenutosi nella scuola romana il 19 e il 20 settembre. A raccontarcelo è uno spassoso pezzo del Tempo che ci spiega che gli insegnanti si ribellano perché nessuno li aveva avvertiti e ci tengono a far sapere che loro di gender e dei crimini commessi in quel fine settimana nella Cattano non ne sapevano nulla.

Il volantino della seconda edizione di Educare alle differenze (fonte: Facebook.com)
Il volantino della seconda edizione di Educare alle differenze (fonte: Facebook.com)

La ribellione degli insegnanti

I poveri docenti della Cattaneo sono sconvolti, nessuno aveva detto loro che nella “loro” scuola, al di fuori dell’orario scolastico, il gender avrebbe organizzato un’iniziativa del genere. Poco importa che l’edificio scolastico sia di proprietà del comune (e non degli insegnanti), quello che è successo è una macchia indelebile nella reputazione della Cattaneo e del corpo docente, ecco le dichiarazioni di alcuni di loro. Si inizia con l’insegnante che è preoccupata perché il gender è entrato nelle aule dove quotidianamente insegnano (il consiglio è quello di areare bene i locali esposti al gender):

Sa cosa trovo sconcertante e che mi rammarica? Che si parli della nostra scuola per un’iniziativa, certamente delicata per il mondo giovanile, ospitata nelle aule dove quotidianamente insegniamo, che sarebbe dovuta essere, proprio per questo, oggetto di condivisione con i docenti, lasciati invece all’oscuro. Al contrario, i nostri progetti all’avanguardia vengono di continuo occultati. Abbiamo ospitato altre iniziative capitoline, ma ci sono state comunicate. L’ok a questa è, invece, partita di certo dal Consiglio d’Istituto, ma i responsabili della nostra scuola media non ne sapevano niente. Solo qualche collega ha partecipato: ha detto di aver trovato un avviso sul sito dell’istituto di cui non c’è traccia.

Oppure questo, sconvolto perché alla due giorni di “Educare alle Differenze” hanno partecipato anche dei bambini e la Cattaneo è stata presentata come una scuola gender:

Sono stati coinvolti anche bambini. Sembrava che la Cattaneo fosse una scuola elementare in cui vengono organizzati eventi. Molte famiglie dei nostri ragazzi, dopo che hanno saputo, ci hanno chiesto e noi non sapevamo che dire francamente. Se ne poteva discutere, e credo che non ci sarebbero stati nemmeno tanti problemi. Ma tutto è stato fatto sotto traccia, non è corretto. Ci siamo svenati per contribuire a valorizzare la scuola, insieme alla preside abbiamo girato il quartiere per far capire cosa si fa alla Cattaneo, ci volevano togliere i locali per far morire una scuola storica. E ora, con tutto il rispetto, ci ritroviamo associati a un evento gender di cui non conoscevamo nemmeno il titolo

Sembra davvero incredibile che gli insegnanti non sapessero nulla, a quanto pare coloro che sono andati a protestare avevano tutte le informazioni necessarie per sapere dove e quando si sarebbe svolta “la conferenza sul gender”.

C’era una volta il gender

Il problema del quale gli insegnanti sembrano non rendersi conto è che quello di cui si lamentano sono articoli come questo scritto da Valentina Conti (la stessa autrice del pezzo che raccoglie le loro lamentele) e che ha come titolo “I maestri del gender sono già a scuola“. Insomma sono i giornali ad aver raccontato la storia del gender nelle scuole e a far passare l’idea che i docenti . La scuola Cattaneo (e quindi il Comune di Roma) ha solamente messo a disposizione i locali per le conferenze e i laboratori. Infatti la due giorni era orientata allo studio delle pratiche e delle metodologie educative per la valorizzazione delle differenze. Corsi e laboratori sono stati tenuti da insegnanti, docenti universitarie/i e formatrici/tori professionisti che hanno risposto in questi mesi all’appello lanciato dalle associazioni organizzatrici. Il programma della manifestazione del resto era ben chiaro e si capiva molto bene il senso e lo scopo degli incontri (ok, tranne Gasparri che non ha capito nulla come al solito). Un consiglio quindi agli insegnanti della Cattaneo che si lamentano della cattiva stampa ottenuta dal loro istituto: provino a farlo presente a quei giornalisti che la cattiva stampa l’hanno scritta e pubblicata. Ma forse gli insegnanti della Cattaneo non si sono accorti che colei che stava raccogliendo le loro rimostranze era anche l’autrice di uno degli articoli che a loro dire “infangavano” il buon nome della scuola. Buffo no?

Potrebbe interessarti anche