I 6500 euro da pagare per ogni profugo rifiutato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-09-21

Ue, nella bozza del vertice le punizioni per i paesi che rifiutano l’accoglienza. Intanto gli USA annunciano che accoglieranno 17mila migranti. E quattro bambini sono morti ieri nel Mar Egeo

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Hli Stati Uniti annunciano a sorpresa l’apertura del loro territorio a ben 100 mila rifugiati entro il 2017. La decisione, annunciata dal Segretario di Stato John Kerry, rende ancora più evidenti le difficoltà dell’Unione europea che si accinge a vivere una settimana di fuoco non solo sul terreno, dove non si fermano i flussi di migranti, ma anche sul piano politico. Contatti tra le cancellerie, telefonate e trattative sono in pieno svolgimento per cercare un accordo tra i 28 già nella riunione dei ministri degli Interni che si svolgerà martedì a Bruxelles. L’obiettivo è quello di ‘sminare’ il campo a livello di ministri per evitare che la battaglia sulle quote dei ricollocamenti approdi rovinosamente irrisolta sul tavolo dei leader che si sono di fatto ‘autoconvocati’ per il giorno seguente, mercoledì 23 settembre. Non a caso Sergio Mattarella si accinge a raggiungere Erfurt in Germania per un vertice di ben 10 capi di Stato europei con in mente un messaggio solo: serve il coinvolgimento di tutta l’Unione al più alto livello nella gestione dell’emergenza profughi che, al di là dell’aspetto umanitario, rischia di minare irrimediabilmente il progetto stesso dell’integrazione europea.
 
I 6500 EURO DA PAGARE PER OGNI PROFUGO RIFIUTATO
Nel cuore della Germania si svolgerà infatti una sorta di ‘pre-vertice’ di presidenti tutto dedicato ai flussi, alle aree di crisi e alla necessità di intervenire nei Paesi dove si originano. Oltre al padrone di casa, il presidente federale tedesco Joachin Gauck e a Mattarella, per due giorni saranno riuniti in Turingia i presidenti di Austria, Bulgaria, Estonia, Finlandia, Lettonia, Malta, Polonia, Portogallo e Slovenia. Come si vede dalla lista, si tratta di diversi Paesi interessati direttamente dai flussi e molti che fanno parte del blocco dei falchi che resistono ad ogni ipotesi di accordo. E Alberto D’Argenio su Repubblica ci ricorda che tra le ipotesi c’è quella di una “multa” per ogni profugo rifiutato:

Per evitare il fuggi fuggi registrato a luglio, con molti governi che hanno preso un numero irrisorio di rifugiati nella redistribuzione dei primi 40mila, si pensa a un sistema sanzionatorio per chi cercherà di sfilarsi. La proposta originaria di Bruxelles prevedeva che una nazione potesse esimersi in cambio di una multa pari allo 0,002 del Pil, ma l’ideanonpiaceva alla Germania (la Merkel non vuole permettere a nessuno di sottrarsi alla solidarietà) e a Italia e Francia, eticamente e politicamente contrarie a scambi soldi-migranti. Per venire incontr oa Berlino, ieri si discuteva se sostituire l’esenzione totale con la possibilità di chiedere, dietro motivi comprovati, di sottrarsi dal prendersi carico di un numero di richiedenti asilo fino al 30% della quota nazionale. In cambio il governo in questione dovrebbe pagare 6.500euro a migrante rifiutato (la Polonia con 20 milioni potrebbe scaricare 3000 rifugiati). I richiedenti asilo saranno assorbiti dagli altri paesi, ai quali andranno i soldi della “sanzione”.
Ieri sera questa soluzione è stata al centro della discussione, ma resta l’ostilità di molti paesi a permettere ai leader estremisti di pagare anziché salvare famiglie in fuga dall’inferno siriano. Gli ambasciatori torneranno sul punto oggi, quindi la palla passerà ai ministri. Si discute poi cosa fare dei 54mila migranti che l’Ungheria potrebbe ricollocare tra i partner Ue ma che Orbàn, pur di opporsi alle quote, si terrà in casa. O saranno aumentate le quote in favore di Italia e Grecia (al momento 39 mila e 50mila da ricollocare), oppure saranno “congelati” per essere prelevati in futuro da chi si troverà in emergenza (Slovenia,Croazia, Austria).

MORTE CONTINUA

Nel frattempo sotto gli occhi di un’Europa sempre più divisa sulla ripartizione dei rifugiati, i bambini continuano a morire in mare. Delle 13 vittime accertate del naufragio avvenuto ieri nel mar Egeo, quattro erano bimbi: il gommone su cui viaggiavano, partito dal porto di Canakkale, nella Turchia nord-occidentale e diretto a Lesbo, in Grecia, è affondato dopo essere entrato in collisione con un traghetto. ®Era buio, abbiamo visto la nave, abbiamo provato a fare dei segnali con le torce e i telefonini, ma non ci hanno visti” ha raccontato uno degli otto superstiti. Un altro barcone con 46 persone a bordo si è rovesciato nella notte al largo di Lesbo: 20 le persone tratte in salvo, mentre altri 26 passeggeri risultano dispersi. A Lesbo, intanto, i soccorritori hanno recuperato il cadavere di una bambina di 6 anni: non è chiaro se la piccola sia annegata ieri o il giorno precedente.

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