Grillo, il prezzo del gas e la massoneria

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-10-13

Le simpatiche assurdità del leader M5S contro l’ex direttore generale di Terna e il viceministro alle attività produttive, definiti entrambi «massoni»

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Nel suo intervento finale a #italia5Stelle Beppe Grillo oggi ha parlato del prezzo del gas e ha chiamato in causa «il direttore generale di Terna» (poi corretto in ex) e il viceministro alle attività produttive (ce ne sono due: Carlo Calenda e Claudio De Vincenti, probabilmente si riferiva a quest’ultimo avendolo chiamato “Di Vittorio”) dicendo che sono entrambi massoni o appartenenti alla massoneria. Poi, la battuta sui «massoni al governo»: «Non ho nulla contro i massoni, ma se vogliono andare al governo fanno il partito della massoneria». Qui c’è la biografia di De Vincenti sul sito del governo. Le simpatiche assurdità del leader del MoVimento 5 Stelle hanno attraversato il prezzo del gas per arrivare al fotovoltaico.
 

L’intervento completo di Beppe Grillo sabato al Circo Massimo


IL GASDOTTO IN PUGLIA
Grillo comincia parlando del gasdotto in Puglia: «Il gas in Italia, non si sa il prezzo: non abbiamo il prezzo orario del gas. Perché? Chi fa il prezzo del gas? Lo fa la borsa di Amsterdam. Ma vi sembra normale? Il nostro consumo di gas è arrivato a 70 miliardi di metri cubi, sta diminuendo perché stanno chiudendo le aziende, ma il prezzo del gas sale. E perché? Io sono ragioniere di Genova. Non mi freghi. Le leggi sono: questi qui vanno là a Bakù, si mettono d’accordo con cinque multinazionali, bloccano il prezzo del gas per vent’anni e prendono un tubo di 800 km per sbucare in una delle più belle spiagge del Salento. Un tubo passa sotto la spiaggia e in mezzo agli ulivi centenari sorgerà una media centrale di decompressione, prosegue fino a Brindisi dove si allaccia alla Snam dove un altro tubo arriva fino all’Austria. Non è gas nostro. E’ gas che viene stoccato d’estate e rivenduto d’inverno a prezzo pieno. E la massoneria c’entra…».
 
BEPPE GRILLO E I PRESUNTI MASSONI DEL GAS 
Beppe Grillo ha cominciato dicendo che il prezzo del gas si negozia alla Borsa di Amsterdam, poi ha virato sulla massoneria: «Perché la massoneria… c’entra. Perché il viceministro alle Attività Produttive, Di Vittorio si chiama, è un massone. L’ex direttore generale di Terna è un massone. Io non ce l’ho coi massoni, non so se sono convenienti o sconvenienti, ma se vogliono dirigere il paese si facciano il partito dei massoni, sennò se ne vanno affanculo». Poi dice di voler svelare il trucco: «Bellissimo. Il viceministro delle Attività Produttive fa una legge dove toglie i finanziamenti alle rinnovabili e le dà al petrolio. Il direttore di Terna fonda una fondazione da 200 milioni di euro e va a comprare le aziende del fotovoltaico che sono in crisi…».
 
COME FUNZIONA LA BORSA DEL GAS
La borsa del gas, invece, è stata inaugurata nel luglio 2013. Come funziona?

Il Gme svolge il ruolo di controparte centrale mettendo a disposizione la possibilità per gli operatori di scambiarsi delle partite di gas settimanali, mensili, trimestrali o annuali, cioè su orizzonti più lunghi rispetto a quelli disponibili sul mercato a pronti. Il gestore organizza un book di negoziazione per ciascuno dei contratti e soprattutto garantisce l’anonimato degli scambi, nonché la certezza delle transazioni. Perché assicura al venditore di incassare il corrispettivo derivante dalla vendita e s’impegna affinché l’acquirente riceva il gas acquistato. In sostanza, la società guidata da Massimo Ricci si pone come “garante” controllando pagamenti e quantità ed evitando così discriminazioni o manipolazioni sul prezzo. Tutto a vantaggio, ovviamente, dei consumatori. Non a caso, il ministero dello Sviluppo economico e l’Autorità per l’energia hanno spinto molto affinché il percorso, avviato con il decreto legislativo 93 del 2011 – che dava attuazione al terzo pacchetto Ue promuovendo lo sviluppo dei mercati a termine fisici e finanziari dell’energia – arrivasse a traguardo.

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