Gregorio De Falco: trasferito l'ufficiale del «salga a bordo» a Schettino

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-09-25

Lui parla di mobbing e dice che si rivolgerà a un avvocato. Le invidie per la notorietà dell’ufficiale alla base del provvedimento?

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Gregorio De Falco è l’ufficiale diventato famoso perché nella notte del naufragio della Costa Concordia cazziò pesantemente il comandante Francesco Schettino che era sceso dalla nave. La telefonata, venuta fuori durante l’indagine, rimase scolpita nelle orecchie di tutti gli italiani. In questo video tratto da un servizio del Tg1 si ascolta la telefonata e poi un’intervista allo stesso De Falco.

Oggi si scopre che De Falco è stato da qualche giorno trasferito: a breve dovrà lasciare il servizio operazioni e sara destinato ad un ufficio amministrativo. Lui spiega sul Corriere della Sera di essere vittima di mobbing:

«Eseguirò gli ordini, ma sono convinto di essere vittima del mobbing. Dunque valuterò azioni legali. Il nuovo incarico che mihanno assegnato cancella in un attimo dieci anni della mia vita e della mia professione. Ho lavorato in un’area operativa e, nell’ultimo anno, con funzioni di comando.È come se un insegnante, innamorato di didattica e pedagogia che ha dimostrato la propria competenza, venisse all’improvviso trasferito in un ufficio amministrativo». E il nuovo incarico,controllo di gestione e relazioni esterne, non ha un grande appeal. Alla Capitaneria di porto di Livorno lo giudicano un luogo per pre-pensionati o principianti.

Marco Gasperetti racconta nell’articolo che alla base di tutto ci sarebbe l’ostilità di Ilarione Dell’Anna, ammiraglio:

Il documento-beffa è stato firmatoda Ilarione Dell’Anna, già responsabile della Capitaneria di porto di Livorno durante il naufragio, promosso e spedito a Roma. De Falco non l’ha mai detto pubblicamente ma tutti sanno che tra lui e l’ammiraglio i rapporti si erano deteriorati dopo la notte del naufragio quando de Falco era diventato, suo malgrado, «capo della Capitaneria» e coordinatore dei soccorsi. Lui di queste cose continua ancora a non voler parlare. Stavolta, però, sono gli amici a farlo. E sono tanti. Confermano le invidie, gli sgarbi quotidiani, contro quel«magnifico ufficiale» che «ha voluto sempre fare il proprio dovere e per questo è invidiato, osteggiato».

Sembra una storia da libro Cuore. Al contrario.

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