#greferendum: la corsa sul carro del vincitore Tsipras

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-07-06

L’importante è essere contro la Merkel, i dettagli non contano. Con la vittoria del No in Grecia pensano di aver vinto in tanti, in Europa e in Italia. Anche quelli che hanno un’idea di Europa completamente diversa da quella di Tsipras

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La vittoria del No è una vittoria dei greci e una vittoria del Premier Alexis Tsipras. A festeggiare però non sono solo i cittadini greci ma tutti coloro che si sono affrettati a salire sul carro del vincitore e che stanno facendo fronte comune in nome di un europeismo declinato in salsa anti-Merkel. La cosa che ha fatto storcere il naso a molti è che a sostenere la battaglia di Syriza in Grecia contro le misure di austerità imposte dalla Troika si trovino a braccetto partiti e movimenti politici che nulla hanno a che spartire l’uno con l’altro. L’unico comune denominatore è l’odio (più o meno celato) per l’azione politica della Germania in seno all’Unione Europea e per la Cancelliera tedesca Angela Merkel.

Podemos si congratula con il popolo greco
Podemos si congratula con il popolo greco

SPAGNA: PODEMOS
Escludendo i velleitari tentativi di imitazione dei cloni italiani (L’altra Europa con Tsipas e Noi Possiamo) Podemos è il partito europeo le cui posizioni sono più simili a quelle di Syriza, il che non significa che siano due partiti uguali ma che condividano gran parte della battaglia contro l’austerità nel tentativo di cambiare destino politico ed economico dell’eurozona. Comprensibile quindi l’entusiasmo di Podemos e del suo leader Pablo Iglesias per i risultati del referendum ellenico, definito come una grande prova di democrazia, una risposta contro le pratiche di austerità e di politica economica portate avanti in questi anni.


IRLANDA: SINN FEINN
Anche quelli dello Sinn Feinn sono corsi in Grecia a sostenere la battaglia per il No al referendum di domenica. Due esponenti del partito di Gerry Adams sono andati in Grecia (come molti altri esponenti politici) per incontrare i parlamentari di Syriza e discutere non solo del problema del debito greco ma anche della carenza di democrazia nell’Unione Europea evidenziata dall’andamento della crisi greca.
sinn fein pearse doherty
Non dobbiamo dimenticare che pochi anni fa l’Irlanda ha vissuto una crisi simile a quella che sta vivendo ora Atene. Nel settembre 2008 l’Irlanda fu il primo paese europeo colpito dalla crisi, con effetti devastanti sull’economia quando il Governo decise di “coprire” i debiti delle banche facendolo diventare debito pubblico (la storia ricorda qualcosa?). Fu così che il debito pubblico irlandese passò dal 52% al 108% del PIL in pochi anni e il Paese – sull’orlo del fallimento – fu costretto a chiedere l’aiuto degli organismi finanziari internazionali che imposero una dura cura a base di tagli e austerità. Gli irlandesi insomma conoscono molto da vicino gli effetti delle mi sure d’austerità e della crisi del debito che stanno colpendo la Grecia.
 
sinn fein syrza greferendum
 
I FESTEGGIAMENTI DEI VINCITORI ITALIANI
Se in Spagna e in Irlanda solo alcuni partiti politici si sono schierati apertamente a favore del No in Italia praticamente tutto l’arco parlamentare si è recato in pellegrinaggio sotto il Partenone per cercare di appropriarsi della vittoria di Tsipras. Se era abbastanza scontata la presenza di Nichi Vendola (la Lista Tsipras italiana è un’emanazione di SEL) che dopo aver festeggiato l’unione della coppia di fatto (per la serie ho solo due idee e devo parlarne sempre)

ma che davero?
ma che davero?

ora passa il tempo a retwittare i cinguettii di Alexis Tsipras
Nichi Vendola ha il tasto retweet incastrato, qualcuno lo aiuti
Nichi Vendola ha il tasto retweet incastrato, qualcuno lo aiuti

Un altro di quelli che sono andati ad Atene è Beppe Grillo che probabilmente sta ancora pensando che il vaffa di Varoufakis alla Germania sia stato ispirato dai suoi Vaffa Day. Grillo e i suoi (ad Atene c’erano anche Alessandro Di Battista, Roberto Fico e chissà quanti altri) ancora non ha capito che né Tsipras né Varoufakis sono contro l’Euro e che i greci non hanno scelto di uscire dalla moneta unica come invece vorrebbe fare lui. Scriveva Varoufakis qualche giorno fa:

Greece will stay in the euro. Deposits in Greece’s banks are safe. Creditors have chosen the strategy of blackmail based on bank closures. The current impasse is due to this choice by the creditors and not by the Greek government discontinuing the negotiations or any Greek thoughts of Grexit and devaluation. Greece’s place in the Eurozone and in the European Union is non-negotiable.

Però oggi è una vittoria perché il popolo (greco) ha detto NO alle banche (anche su questo ci sarebbe da discutere) e il Dibba su Facebook qualche giorno fa continuava a dire che l’unico modo per uscire dalla crisi è stampare moneta. Qualcuno lo dica a Tsipras che basta stampare più moneta per realizzare la politica espansiva necessaria per uscire dalla crisi.
 

Stampare più moneta, dice il premio nobel per la lolconomia Alessandro Di Battista
Stampare più moneta, dice il premio nobel per la lolconomia Alessandro Di Battista

Matteo Salvini in Grecia non c’è andato, perché lui preferisce il mare italiano e non si trova molto bene all’estero, però oggi ha fatto sapere a tutti che la vittoria del No è una grande prova di democrazia e che ora è necessario rifondare l’Europa che ora è troppo “Sovietica” (qualsiasi cosa voglia dire, l’elettore di Salvini ha già i brividi). Salvini infatti vuole un’Europa dei popoli, che è una bella espressione per dire ognuno sta a casa sua e non decidiamo niente assieme. Un po’ come giocare una partita di calcio in cui i giocatori hanno tutti il loro pallone.
Euroruspe per Salvini
Euroruspe per Salvini

C’è poi il problema che “i comunisti” dicono che ci vorrebbe più europa, ma la cosa non va certo giù al difensore dell’Europa dei Campanili. A ciascuno il suo e per tutti gli altri RUSPA. Questa è l’Europa solidale dove i popoli si aiutano l’un l’altro che sogna Salvini. Riguardo a questo andiamo a vedere cosa ha scritto Varoufakis, oggi:

Our NO is a majestic, big YES to a democratic Europe.
It is a NO to the dystopic vision of a Eurozone that functions like an iron cage for its peoples.
It is a loud YES to the vision of a Eurozone offering the prospect of social justice with shared prosperity for all Europeans.

Qualcuno dovrebbe dirlo a Salvini prima che sia troppo tardi.

Forza Nuova che difende la democrazia, qualcosa è andato storto nel matrix
Forza Nuova che difende la democrazia, qualcosa è andato storto nel matrix

Qualche giorno prima del #greferendum Roberto Fiore aveva messo a disposizione i suoi manipoli in camicia bianca per la “difesa patriottica” della democrazia. Ora già il fatto che i neo-fascisti si mettano a difendere la democrazia è già di per sé esilarante. Ma mai come questo comunicato per un’Europa Sovrana:

E’ un atto straordinario di orgoglio nazionale, uno straordinario schiaffo alla tirannide, così come è straordinario che Tsipras, per affrontare e vincere il referendum, si sia trovato formalmente sullo stesso fronte del partito di destra sociale e, soprattutto, di Alba Dorata”, è il commento di Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova e presidente del partito paneuropeo Alliance for Peace and Freedom, quando i sondaggi ufficiali sembrano non lasciare dubbi sulla vittoria del No in Grecia, che supererebbe il 60%.
“E’ straordinario che in tutta la campagna elettorale le parole chiave siano state ‘dignità, sovranità nazionale, libertà del popolo greco’, parte di un lessico abbandonato in Italia, dai politici di sinistra e di destra, da decenni, ma lingua necessaria per tutti, anche a sinistra, quando si vuol fare sul serio.
Che il dibattito sul debito abbia, finalmente, inquadrato il concetto di debito “odioso” e usuraio e, con esso, abbia individuato la sua illegittimità.
Che sia stato compreso, finalmente – ha concluso Fiore – che agli europei non serve la scimmia dell’ Europa, debole, serva e alla fame. Tutti i popoli del Continente, al contrario, hanno bisogno di un’Europa libera, grande e sovrana

casa pound alba dorata syriza
Sulla stessa lunghezza d’onda anche i fascisti del terzo millennio di Casa Pound, che però sottolineano che per quelli di Alba Dorata Tsipras è un traditore. Oggi anche quelli di CPI festeggiano la vittoria dei camerati greci, ma non hanno ancora risolto quel “prima gli italiani” di coloro che chiedono che la Grecia restituisca i soldi all’Italia. Il Presidente di Sovranità (la lista di CPI collegata a Salvini) l’eroico Simone Di Stefano qualche giorno fa però spiegava le cose in modo molto diverso, lui avrebbe votato No ma mica era tanto sicuro che non fosse tutta una trappola eh:

E’ un teatrino, anche l’idea del referendum. L’Europa chiedeva o le riforme o un cambio di governo per la Grecia, Tsipras ha detto che fa il referendum e se perde si dimette, poi ha chiuso le banche per una settimana gettando tutti nel panico e creando le file agli sportelli. Non vorrei che fosse una corsa a perdere semplicemente perché lui non è più in grado di gestire la situazione. Adesso la Grecia ha una sola soluzione: tornare alla dracma ed entrare in orbita russa, è una scelta che richiede attributi ma lui aveva il mandato popolare per farla subito. Ora chiedono ai greci stressati, tartassati, impauriti, quindi arriverà una vittoria del sì, accetteranno di farsi ammazzare, Tsipras si dimetterà e finirà tutto in una bolla di sapone. Votare no con il terrorismo che stanno facendo su tutti i giornali e le tv d’Europa richiede un grandissimo coraggio, un atto eroico. Io voterei no e sarei contentissimo se vincesse ma in queste condizioni la vedo veramente difficile e questo lo sa Tsipras, lo sa Varoufakis e lo sa l’Ue. Mi sembra tutto architettato per dare un mandato popolare all’Ue per tartassare la Grecia

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