Grecia in default senza uscire dall'euro?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-04-16

Berlino esclude un accordo il 24 aprile. Un piano per congelare le finanze del paese in attesa di nuove riforme. E torna il pressing su Tsipras: Schaeuble da New York chiede di riconquistare la fiducia al governo ellenico

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Niente accordo il 24 aprile ma un piano per gestire il default della Grecia senza farla uscire dall’euro. Questo è in preparazione per Atene secondo il settimanale tedesco Die Zeit, che dice che Angela Merkel sta lavorando a un piano per far sì che un fallimento della Grecia non debba necessariamente comportarne l’uscita dalla moneta unica. Indiscrezioni di fronte alle quali l’esecutivo nega.
 
GRECIA IN DEFAULT SENZA USCIRE DALL’EURO?
Che il clima generale sia dominato dalla sfiducia, come trapelato da fonti europee che hanno fatto intravedere la prospettiva di un fallimento delle trattative il 24 all’Eurogruppo di Riga – come ha scritto la Sueddeutsche Zeitung, ad esempio – viene confermato in serata dalla scure di S&P’s, che declassa il rating greco da B- a CCC+. Il pressing su Alexis Tsipras, poi, è concentrico: il Fmi, attraverso il responsabile del dipartimento Affari economici e monetari Lose Vinals, ha ribadito che un Grexit “sarebbe terribile” per i greci. Spiega oggi Andrea Tarquini su Repubblica:

Su questo sfondo, Angela Merkel sembra aver scelto di sfidare gli umori antiellenici diffusi nell’opinione pubblica tedesca, cercando di muoversi di concerto con Mario Draghi e Jean Claude Juncker. Il piano tedesco prevede iniziative per consentire alla Banca centrale europea Bce di continuare a finanziare il paese ellenico anche in caso di default, cosa che non è permessa dai trattati costitutivi dell’unione monetaria e dalla Bce stessa. La cancelliera pensa a una deroga per i flussi di liquidità in euro alle banche private greche anche dopo una eventuale bancarotta dello Stato ellenico. Il quale potrebbe essere sostenuto dagli istituti di credito nazionali con operazioni come acquisti di titoli di Stato, senza diretto coinvolgimento della Bce stessa. In cambio, la Germania vuole da Tsipras un atteggiamento di chiara collaborazione e concreti impegni di riforme, tagli e privatizzazioni.
In caso contrario, continua il settimanale, allora il governo federale cambierebbe valutazione e strategia e prenderebbe in considerazione anche l’ipotesi concreta di un’uscita della Grecia dall’unione monetaria. Anche nel caso di un Grexit comunque la Bundesrepublik vorrebbe operare di concerto con Draghi e Juncker e con i partner dell’eurozona per mantenere Atene legata all’Europa, per esempio attraverso aiuti finanziari d’emergenza di Bruxelles che consentirebbero a Tsipras e Varoufakis di gestire la fase di transizione dall’euro al ritorno alla dracma. Se le notizie date da Die Zeit sono vere, Angela Merkel si smarcherebbe in modo importante dalla Bundesbank e dalla maggioranza di commentatori ed economisti tedeschi. E sentendosi all’ api ce della popolarità a casa, affronterebbe l’umore dei suoi elettori: secondo gli ultimi sondaggi sono appena il 20% i tedeschi disposti a concedere nuovi aiuti a Atene.

Il governo tedesco ha smentito che Berlino stia lavorando a un piano per rendere possibile ad Atene la permanenza nell’eurozona, anche in caso di fallimento. Affermando di “non prendere posizione sulle molte speculazioni” sulla Grecia degli ultimi giorni, una portavoce del ministero delle Finanze ha risposto a proposito del piano di cui ha riferito die Zeit: “Non posso che scuotere la testa”. Il governo lavora “come abbiamo sempre detto a rafforzare l’eurozona e a tenerla insieme”, ha aggiunto.

cosa succede alla grecia se esce dall'euro
Cosa succede alla Grecia se esce dall’euro (La Repubblica, 10 febbraio 2015)

IL PRESSING SU TSIPRAS
Nel frattempo Schaeuble da New York ha detto che la Grecia deve ancora trovare un modo per riconquistare la fiducia. Schaeuble ha sottolineato che la Grecia, “fino al precedente governo”, stava avendo risultati in termini di ripresa migliori dell’attesa. A conferma che personalmente non nutre molta fiducia in Tsipras, Schaeuble ha raccontato di aver detto “al premier Tsipras, se avete promesso ai vostri elettori durante la campagna elettorale che avreste avuto sia la ripresa e che sarete riusciti a restare nell’Euozna senza rispettare il programma (di rientro del prestito da 240 miliardi con la troika, ndr), allora voi soffrirete”. Il tempo per Atene sta (nuovamente) per finire: dopo aver saldato la tranche di debito da 460 milioni di dollari con l’Fmi il 9 aprile scorso, tra 8 gionri, il 24, Atene avrà bisogno di raggiungere anche solo un’intesa di massima al summit dei ministri delle Finanze in Lettonia con i partner dell’Eurozona. La Grecia ha, infatti, avvertito che se non riceverà nuovi aiuti entro fine mese da maggio non sarà in grado di onorare i suoi debiti. Ma finora Atene non ha ancora fornito un piano dettagliato e credibile delle riforme che intende attuare, secondo i tedeschi. Che continuano così il loro pressing su Tsipras. In attesa degli eventi.

Leggi sull’argomento: Grexit: se la Grecia esce dall’euro i creditori rischiano 400 miliardi

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