Grecia, il piano passa e Syriza si spacca

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-07-16

Il piano è passato con il voto determinante delle opposizioni di Nea Dimokratia, Pasok e To Potami, che hanno votato sì come il partito di destra Anel del ministro della Difesa Kammenos. I no da parte di Syriza, Alba Dorata e KKE

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– Il parlamento greco ha approvato a larga maggioranza il primo pacchetto di misure imposto ad Atene dai creditori per il salvataggio. L’approvazione del piano è arrivata ben dopo la mezzanotte, scadenza ufficiale fissata da Bruxelles, al termine di un dibattito infuocato sfociato nella spaccatura di Syriza dove sono state 38 le defezioni, tra voti contrari e astenuti. Il piano e’ passato con 229 voti a favore, grazi el supporto di alcuni parlamentari dell’opposizione. Tra quelli che non hanno votato c’è ovviamente anche Yanis Varoufakis, oltre a 6 astenuti e due assenti.
 
GRECIA, IL PIANO PASSA E SYRIZA SI SPACCA
Il piano è passato con il voto determinante delle opposizioni di Nea Dimokratia, Pasok e To Potami, che hanno votato sì come lo junior partner del suo governo, il partito di destra Anel del ministro della Difesa Kammenos, di fatto turandosi il naso. Nei discorsi è prevalso il senso di salvare il salvabile. La sconfitta ‘politica’ per Tsipras è tutta dentro il suo partito. Ed è enorme. A nulla è valso l’aut aut che aveva lanciato nel pomeriggio ai ribelli (“Senza il vostro sostegno (nel voto di stasera sarà difficile per me restare premier. O stasera siamo uniti, o domani cade il governo di sinistra”). Le defezioni sono state tantissime e ora sarà difficile continuare l’esperienza del primo governo di estrema sinistra della storia della Ue. Almeno in queste condizioni. Prima delle drammatiche ore finali, e mentre a Bruxelles si continua a lavorare per il prestito ponte che potrebbe permettere di far riaprire le banche, il Paese aveva vissuto una giornata punteggiata da cortei, dalla serrata delle farmacie e dallo sciopero dei dipendenti pubblici (quelli più colpiti, ma anche quelli che fino al 2010 arrivavano a prendere 2mila euro al mese per un posto da donna delle pulizie al ministero delle Finanze). Tensione alle stelle, ma pacifica. Almeno fino alla prima serata. La rabbia degli estremisti è scoppiata alle 21.10, provando a cambiare con la violenza la storia della Grecia. Una bomba carta è esplosa in piazza Syntagma.
 
LAFAZANIS PRONTO ALL’ADDIO
Il ministro greco dell’Energia, Panagiotis Lafazanis, tra i 38 ribelli di Syriza che in parlamento non hanno votato il piano di misure imposto dai creditori per il salvataggio, si dichirara pronto a dimettersi se a chiederlo sara’ il premier Alexis Tsipras. “Se ad un certo punto saranno richieste le mie dimissioni saro’ a disposizione”, ha detto ai giornalisti dopo che il parlamento ha approvato il piano di riforme a larga maggioranza, grazie al sostegno dell’opposizione. “Siamo parlamentari di questo governo, lo supportiamo fortemente. Non supportiamo il salvataggio”, ha tenuto a precisare escludendo che la spaccatura della maggioranza sul piano Tsipras possa giustificare immediate elezioni.

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