Il Grande Fratello del Fisco parte a febbraio

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-02-11

Di fatto l’amministrazione fiscale conoscerà praticamente ogni spesa e ogni entrata dei contribuenti italiani. Solo un numero ristretto di funzionari potrà accedere al sistema. Le anomalie saranno la base per un accertamento

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Inizia il conto alla rovescia: il 28 febbraio 2015 è la data entro cui banche, intermediari e assicurazioni dovranno trasmettere all’Agenzia delle Entrate i dati dei conti correnti, dei depositi, dei fondi pensioni, delle carte di credito e degli acquisti di oro, fino agli accessi alle cassette di sicurezza nel 2013, dopo aver già inviato quelli dei due anni precedenti. Entro il 29 maggio dovranno fare la stessa cosa per i dati del 2014: i dati entreranno così nell’anagrafe dei rapporti finanziari del cittadino, per essere usati nella verifica delle posizioni individuali, dall’ISEE alle indagini sull’evasione. I dati vanno così ad aggiungersi a redditometro e spesometro per costituire un Grande Fratello del fisco che permetta agli ispettori del fisco di controllare vita, morte e miracoli (fiscali) del contribuente, secondo lo schema preparato negli anni precedenti. In questa infografica di qualche tempo fa pubblicata sul Sole 24 Ore vediamo come funzionano i controlli incrociati:

redditometro contraddittorio
Redditometro, come funziona il contraddittorio (Il Sole 24 Ore, 16 dicembre 2014)

IL GRANDE FRATELLO DEL FISCO IN ARRIVO
Spiega oggi Mario Sensini sul Corriere:

Il Grande Fratello è dunque pronto ad aprire il suo occhio per stanare gli evasori proprio mentre infuriano in Italia, come in mezzo mondo, le polemiche sulla «Lista Falciani» dei clienti stranieri che hanno nascosto miliardi di euro in Svizzera nella banca Hsbc, spesso frodando le autorità fiscali dei rispettivi paesi. Le banche e gli intermediari dovranno indicare all’Agenzia non solo il nome dei contribuenti titolari dei rapporti bancari, ma anche i codici identificativi, il saldo di inizio e fine anno, l’importo totale dei movimenti attivi e passivi dell’anno. Per i depositi titoli le informazioni rilevanti sono i saldi iniziale e finale, ma anche acquisiti e disinvestimenti, mentre per le carte di credito si dovranno annotare gli utilizzi dei plafond di spesa, e per le carte ricaricabili le somme accreditate nel corso dell’anno. Dal 2016, quando il sistema entrerà a pieno regime, la scadenza per la trasmissione dei dati, che viaggeranno su una rete telematica supersicura, il Sid, Sistema di Interscambio Dati, è stata fissata al 15 febbraio. I dati dell’anagrafe dei rapporti finanziari, ormai quasi completa (mancano appena due mesi alla piena operatività sugli ultimi quattro anni), potranno così essere incrociati con quelli contenuti nelle altre 128 banche dati a disposizione degli ispettori fiscali. Dall’anagrafe dei Comuni, al catasto, al Pubblico registro automobilistico, agli archivi dell’Inps,ma anche quelle alimentate da commercianti e fornitori per gli acquisti superiori ai 3.600 euro.

Insomma, un occhio che tutto vede e tutto sa, e all’occorrenza può agire:

Di fatto l’amministrazione fiscale conoscerà praticamente ogni spesa e ogni entrata dei contribuenti italiani. Alcune di queste voci, probabilmente dal prossimo anno, le troveremo nella dichiarazione precompilata (ad esempio le spese mediche, desunte dagli scontrini e associate ai codici fiscali, o quelle relative alle nuove ristrutturazioni edilizie), ma serviranno soprattutto agli ispettori del fisco per poter fare i confronti con i redditi indicati nella dichiarazione Irpef, rilevare eventuali incongruenze e chiederne ragione. L’accesso alla banca dati dei rapporti finanziari da parte del Fisco non potrà comunque essere discrezionale, ma andranno rispettate precise regole e procedure. Solo un numero ristretto di funzionari, una ventina, potrà accedere al sistema. Non avranno bisogno di autorizzazione, ma le eventuali anomalie riscontrate verificando i dati sui conti bancari e i rapporti finanziari non potranno di per sé rappresentare la base per avviare un accertamento. I dati serviranno per confermare eventuali sospetti, dunque, ma non per far scattare un’indagine.

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