Gli incontri sessuali nei giardini pubblici di Trieste

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-08-14

Erano i giardini che Italo Svevo immortalò nel suo La Coscienza di Zeno. Ma oggi hanno un’altra pubblica utilità, a quanto pare

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Erano i giardini che Italo Svevo immortalò nel suo La Coscienza di Zeno. Ma oggi hanno un’altra pubblica utilità, a quanto pare: racconta Ivana Gherbaz sul Fatto quotidiano che il giardino Muzio De Tommasini a Trieste è diventato un luogo di ritrovo per incontri “particolari”:

Il primo episodio risale a luglio, quando arriva alla polizia locale, che ha sede proprio nel giardino, la segnalazione di comportamenti sospetti nei bagni pubblici del giardino stesso. Scattano così le prime due denunce con l’ipotesi di reato di atti osceni in luogo pubblico frequentato da minori. La Procura della Repubblica di Trieste,a seguito di questo episodio, delega alla polizia locale ulteriori indagini per verificare l’e ve ntualità di altri casi simili. Così dopo venti giorni di appostamenti in borghese, gli agenti della polizia locale scoprono che i bagni pubblici sono la meta di incontri a sfondo sessuale per numerosi uomini. La lista si allunga passando da 2 a 50 persone, che sono state tutte denunciate per atti osceni in luogo pubblico.

giardini muzio de tommasini trieste

SONO PER LO PIÙ pensionati, qualche giovane e persino un sacerdote gesuita, tutti residenti a Trieste e ora rischiano di scontare una pena che va dai tre mesi ai tre anni di reclusione. “In discussione non sono i gusti sessuali delle persone –spiega il sindaco di Trieste Roberto Cosolini –ma semmai il luogo scelto per gli incontri. Un luogo pubblico accessibile a tutti, anche ai minori, e a persone che possono essere fragili e per questo vanno tutelate di fronte a quello che si configura come un reato serio. Dispiace per l’episodio –continua il sindaco –ma dall’altro lato rassicura che il territorio è costantemente monitorato visto il tempestivo intervento della polizia locale. Andare in quel luogo è stata una scelta personale e chi lo ha fatto deve perquesto rispondere dei propri atti”. Dello stesso avviso anche i rappresentanti di Arcigay e Arcilesbica che sottolineano come “chi ha commesso un reato è giusto che venga punito”.

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