Gli immobili del Comune all'asta? A Roma non li compra nessuno

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-10-25

Il Comune ci perde affittandoli a prezzi ridicoli; ci perde mettendoli all’asta a prezzi ridicoli; ci perde perché non riesce nemmeno a venderli. Anche se i tecnici programmavano che l’alienazione avrebbe dovuto assicurare alle casse capitoline oltre 300 milioni di euro…

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Ventuno immobili di proprietà del Comune di Roma all’asta, tra cui ad esempio un appartamento e un negozio dalle parti di Largo di Torre Argentina, un appartamento sgomberato a Viale Mazzini o un intero immobile ai Fori Imperiali. In alcuni casi ci sono contenziosi in corso (con un albergo per i Fori), in altri si tratta di case pronte all’uso. Eppure ieri la maxi asta bandita da Roma Capitale ha ricevuto soltanto due proposte, di cui solo una valida.

Gli immobili del Comune all’asta? A Roma non li compra nessuno

Ci sono molti motivi dietro l’accaduto: ad esempio il deposito cauzionale pari al 10% della base dell’asta che è necessario versare per avanzare un’offerta, oppure il fatto che alcuni siano occupati da abusivi e morosi. Ma i prezzi al di sotto del valore del mercato avrebbero dovuto comunque scatenare una corsa che invece non c’è stata. Ad esempio l’immobile in largo Corrado Ricci con vista sui Fori Imperiali aveva una base d’asta a 4 milioni e 316mila euro, ma è ancora oggi occupato senza titolo da un albergo che ha ingaggiato una guerra legale con il Comune.

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L’asta per gli immobili del Comune (Il Messaggero, 25 ottobre 2016)

Una situazione simile ad altre. Come quella dell’immobile all’Arco di Santa Margherita vicino a Campo de’ Fiori, per il quale chi oggi abita lì ha versato un affitto di 55 euro l’anno e non ha alcuna intenzione di andarsene: per questo la base d’asta era di 155mila euro. Stesso discorso per il negozio in via dei Falegnami e una casa in via dei Cappellari e in via dei Montecatini, traversa di via del Corso. Nella pagina dedicata sul sito del Comune di Roma è elencato l’immenso patrimonio immobiliare del Comune di Roma, del quale fanno parte i 600 immobili che Roma Capitale ha deciso di mettere all’asta, tra cui i ventuno banditi ieri senza successo. Di questi, circa la metà sarebbe ad uso residenziale di cui un terzo si trova in zone di pregio della capitale, in pieno centro storico: nei pressi del Colosseo, a Trastevere, in zona Prati e Borgo Pio. Gli immobili residenziali mediamente sono affittati a 200 euro al mese e producono un reddito pari a circa 60mila euro l’anno. Quelli non residenziali a circa 4-500 euro e producono un reddito annuo complessivo di circa 130mila euro. Ricapitolando: il Comune ci perde affittandoli a prezzi ridicoli; ci perde mettendoli all’asta a prezzi ridicoli; ci perde perché non riesce nemmeno a venderli. Anche se i tecnici programmavano che l’alienazione avrebbe dovuto assicurare alle casse capitoline oltre 300 milioni di euro. E poi dicono che il Comune rischia il default. Chissà perché, eh?

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