Gli hacker che stanno rubando il Natale alla Sony

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2014-12-17

I Guardians of Peace minacciano un nuovo 11 settembre se “The Interview ” andrà nelle sale a Natale. E l’affaire dei ricatti a Hollywood si ingrossa

article-post

La vicenda del furto di dati sensibili dai computer della Sony Pictures si arricchisce di un altro capitolo, se fosse un film natalizio il titolo sarebbe sicuramente “Gli hacker che hanno rubato il Natale”. Tutto, come abbiamo raccontato su NeXt, è iniziato a fine novembre quando un misterioso gruppo di hacker, che si fa chiamare “Guardians of Peace” (GOP), è riuscito a superare le barriere di sicurezza informatica degli uffici della Sony Pictures. Gli hacker di GOP hanno immediatamente pubblicato un’enorme mole di dati rubati dai computer della Sony, minacciando altre e più eclatanti azioni in futuro, qualora le loro richieste non fossero state esaudite. Quali richieste? All’epoca non era dato saperlo, ora invece si.

 
CHI SONO GLI HACKER E CHI È IL MANDANTE?
A inizio dicembre hanno iniziato a circolare le prime ipotesi su chi siano questi misteriosi hacker e per chi lavorano. Un articolo del Los Angeles Times riportava un messaggio lasciato dagli hacker su GitHub:

Stop immediately showing the movie of terrorism which can break the regional peace and cause the War

Dal momento che il riferimento è al film “The Interview” , in uscita a Natale, con protagonisti James Franco e Seth Rogen si è subito pensato che dietro l’hacking e la pubblicazione di documenti riservati ci sia nientepopodimenoché Kim Joun Un, il dittatore a capo della Corea del Nord. Nel film infatti, Rogen e Franco sono due personaggi televisivi che vengono coinvolti in un piano per uccidere proprio Kim Jong Un. L’ipotesi è molto fantasiosa, ma ha preso subito piede, in fondo la Corea del Nord non ha certo in simpatia l’Occidente e soprattutto il dittatore nordcoreano ha a disposizione un esercito di hacker pronti a colpire il Grande Satana e tutte le sue emanazioni. Un portavoce del Governo nordcoreano ha però prontamente negato ogni addebito, escludendo una responsabilità diretta di Kim Jong Un:

Non sappiamo dove sia la sede di Sony Pictures in America né per quale motivo sia diventata l’oggetto dell’attacco degli hacker, né sentiamo il bisogno di saperlo. Ma quello che sappiamo con certezza è che la Sony Pictures è la casa produttrice di un film che parteggia per un atto terroristico e che danneggia la dignità del capo supremo della Repubblica Popolare Democratica di Corea facendosi forza sull’ostilità del Governo USA verso la Corea del Nord.

Il portavoce ha però aggiunto che pur essendo il Governo nordocoreano estraneo ai fatti non è da escludere l’ipotesi che l’attacco alla Sony sia stato portato a compimento da un gruppo di simpatizzanti del regime che hanno risposto spontaneamente all’appello del leader nordcoreano.

 
ALL YOUR CINEMA ARE BELONG TO US
Un nuovo messaggio dei GOP è stato pubblicato (e subito rimosso) su Pastebin nei giorni scorsi

Warning
We will clearly show it to you at the very time and places “The Interview” be shown, including the premiere, how bitter fate those who seek fun in terror should be doomed to.
Soon all the world will see what an awful movie Sony Pictures Entertainment has made.
The world will be full of fear.
Remember the 11th of September 2001.
We recommend you to keep yourself distant from the places at that time.
(If your house is nearby, you’d better leave.)
Whatever comes in the coming days is called by the greed of Sony Pictures Entertainment.
All the world will denounce the SONY.

Gli hacker chiedono alla Sony di cancellare la premiere del film e avvisano il pubblico che non sarà sicuro andare nei cinema dove sarà proiettato “The Interview” perché sarà come un “nuovo 11 settembre”. Secondo quanto riporta The Independent l’anteprima del film sulla East Coast a New York è stata cancellata. Diversamente era andata l’11 dicembre in occasione della premiere a Los Angeles, andata regolarmente in scena alla presenza del cast del film. Secondo quanto riporta il sito The Verge inoltre sono già diverse le catene di multi-sala che hanno cancellato la programmazione natalizia del film di Rogen e Franco i quali hanno a loro volta disdetto tutti gli incontri con la stampa per la presentazione di “The Interview”.
 

La schermata apparsa sui computer dei dipendenti Sony Pictures (Fonte: Twitter.com)
La schermata apparsa sui computer dei dipendenti Sony Pictures (Fonte: Twitter.com)

LE SCOTTANTI RIVELAZIONI
Nel frattempo continuano i leaks dei dati rubati dagli hacker dai computer della Sony. Lungi dall’essere informazioni rilevanti dal momento che per la maggior parte sono memo interni che sono poco più che gossip di basso livello le mail pubblicate su Internet dai GOP continuano ad essere discusse e ripubblicate sui giornali. Su Repubblica di oggi un pezzo di Aaron Sorkin (una delle vittime del SonyHack) contesta proprio la volontà dei media tradizionali a continuare a pubblicare queste rivelazioni di poco conto. Ci sarebbe molto da dire sulla notiziabilità di mail e pettegolezzi interni ad una casa di produzione cinematografica. Però arrivare a dire, come sostiene Sorkin in un passaggio, che l’attacco a Sony è un attacco all’America e alla fede nella libertà di espressione è davvero esagerato. L’unica cosa da fare è notare che per una volta il tanto vituperato Interwebs è “più avanti” sulla questione dei media tradizionali: Reddit (memore di quanto successo durante il Fappening) infatti ha disattivato gli account degli utenti che postavano i documenti rubati nel subreddit SonyGOP.
 
Foto copertina via cbsminnesota

Potrebbe interessarti anche