Gli attori pagati per fingere di essere al Bataclan, la vittima satanista e altre investigazioni dell'Internet

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-11-23

Ginnie Watson è l’attrice del false flag al Bataclan secondo gli ispettori Manetta del Web. Nel frattempo Valeria Solesin viene definita “satanista” da certi cattocosi dell’Internet

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L’unica spiegazione che i complottisti sanno darsi della strage del Bataclan è che si tratti solo di una messinscena. Certo, c’è chi si limita dire che i servizi segreti di qualche oscura potenza, con la complicità del Governo francese e degli illuminati, hanno organizzato un attentato durante un “concerto di musica satanica”. Ma è difficile trovare, sull’Interwebs, le prove del coinvolgimento dei servizi, nemmeno Google o l’attenta analisi dei pixel sono in grado di aiutarci. Non resta quindi l’opzione più radicale: le stragi non sono mai avvenute, era tutto un film.
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I Crisis Actor: gli attori specializzati in attacchi terroristici

Nelle ore immediatamente successive alla diffusione delle prime immagini dell’assalto al Bataclan gli investigatori dell’Internet se ne sono venuti fuori con un loro grande classico: la foto della figurante che viene avvistata mentre si allontana piangendo dalla scena dell’attentato. La stessa ragazza, sostengono, sarebbe stata vista dopo gli attentati di Aurora, Sandy Hook, Boston e recentemente Parigi. Non è però l’unica attrice individuata dai nostri esperti analisti. A quanto pare al concerto degli Eagles of Death Metal c’era anche un’attrice vera: Ginnie Watson. La Watson ha anche rilasciato un’intervista alla rete televisiva ABC dove ha raccontato la sua drammatica esperienza e la fuga rocambolesca dalla sala da concerto dove i terroristi avevano iniziato a fare fuoco sulla folla. Come molte altri testimoni anche la Watson racconta che in un primo momento aveva scambiato il rumore dei colpi dei kalashnikov per un effetto di scena della performance.

Un momento, c’era una “vera” attrice (nonché cantante) proprio in uno dei luoghi dell’attacco? Ecco quindi che tutto si spiega, la ragazza non era lì per assistere ad un concerto ma per mettere in scena la performance della ragazza che scappa terrorizzata. Et voilà, false flag confermato. Credete che sia un caso che una cantante vada ad un concerto? Ma non scherziamo dai.
 
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E le vittime? Non sono mai esistite (nessuno su Facebook ha visto i corpi straziati), oppure si tratta di “crisis actors“, persone appositamente formate e messe a disposizione dalle apposite agenzie per recitare una parte: quella dei parenti delle “vittime”, dei testimoni oculati e degli scampati per miracolo alla morte.

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Tutto torna!1

Nel frattempo la Watson ha disattivato la sua pagina Facebook ufficiale. Per i complottisti è una prova del fatto che è stata pagata per dire che lei era al Bataclan. Ma l’unica vera spiegazione è quella fornita dall’attrice prima di spegnere temporaneamente il suo profilo. Ovvero: non ne poteva più di quelli che andavano a romperle le palle dicendole che era uno degli elementi chiave di una cospirazione. In sostanza sono stati i complottisti a far chiudere la pagina della Watson e non i fantomatici poteri forti. OPS.
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Valeria Solesin era una satanista, lo dicono gli ultracattolici

Non sembra esserci pace nemmeno per Valeria Solesin, la ragazza italiana rimasta uccisa al Batclan. Su Facebook c’è chi si chiede se la ricercatrice della Sorbona in realtà non sia stata punita da Dio (true story) perché era andata ad un concerto satanico.
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Ci si interroga se Valeria fosse battezzata e se i suoi genitori l’abbiano educata cristianamente.
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Non si va a sentire il death metal senza pensare che il Diavolo possa in qualche modo voler reclamare la tua anima.
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Qualcuno dovrebbe dirlo allo zio di Valeria


E alle centinaia di veneziani che sono andati a rendere omaggio ad una ragazza che di satanico non aveva nulla (proprio come gli Eagles of Death Metal). Probabilmente la risposta sarà questa:
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