L'incredibile banalità degli aforismi di Casaleggio

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-06-24

Con la pubblicazione dei suoi «Aforismi» per i tipi di Chiarelettere conosciamo un nuovo lato del Gianroberto a 5 Stelle: Dolce e un po’ bastardo. Se non avesse fondato un partito Casaleggio avrebbe avuto futuro come autore dei testi di J.Ax o di Fedez. E sulla Rete dimostra di averne capito come Grillo…

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La narrazione agiografica dipinge Gianroberto Casaleggio come un genio assoluto. L’uomo che con Beppe Grillo ha inventato il Movimento 5 Stelle sarebbe stato – dicono tutti quelli eletti nel Movimento 5 Stelle – la vera mente dietro alla creatura politica guidata da Grillo. L’uomo le cui intuizioni geniali circa il ruolo della Rete hanno disegnato la strategia del M5S e un nuovo modo di fare politica. È grazie alla figura di Casaleggio che il Movimenti ha intavolato una discussione seria sull’importanza della Democrazia Diretta (che non è quella del Movimento), sui contratti fatti firmare ai candidati (legalmente carta straccia), sul sistema operativo per le votazioni (che non è un sistema operativo ma un sito dove le votazioni non vengono certificate da enti indipendenti). Questo e tanto altro è stato Gianroberto Casaleggio, ma gli amici erano soliti rivolgersi a lui con un titolo molto semplice: Guru.

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Siamo soliti immaginarlo come un Morpheus del Movimento, ma non è così.

Il vero genio del Movimento è Beppe Grillo, non Gianroberto Casaleggio

Casaleggio in fondo è sempre stato un tipo di poche parole, sia ai comizi che altrove. Il che è strano perché il Guru della comunicazione sul Web non comunicava se non con quelli che gli stavano vicino; niente Twitter, niente Facebook. Persino sul blog di Grillo, organo ufficiale del partito, i suoi interventi sono stati davvero rari. Scriveva invece molti libri, ma si sa che la soglia d’attenzione del lettore medio si ferma al titolo (del resto lui è stato Guru del clickbaiting mica per nulla). Eppure scopriamo oggi, grazie alla pubblicazione del volumetto Gianroberto Casaleggio Aforismi (sottotitolo “quando qualcosa si pone tra me e l’obiettivo la sposto“) che Casaleggio sarebbe potuto essere ancora più efficace ed incisivo per il futuro politico del Movimento se avesse aperto un acoont Twitter o una pagina tipo Kotiominkin dove pubblicare i suoi sublimi pensieri. Si tratta di una raccolta di pensieri estratti direttamente dal midollo dei suoi libri. Un’operazione che si sarebbe potuta fare prima perché sono fermamente convinto che perle come “Una persona può credere alle parole. Ma crederà sempre agli esempi” o “È stupefacente il numero delle persone che tirano letteralmente a campare convinte che sia giusto così” sarebbero potute diventare estremamente virali tra un “BUONGIORNISSIMO”  e un Kaffeeeee?? (naturalmente con scontrino perché devo rendicontare la spesa). E c’è spazio anche per le pagine dal sapore un po’ più stile “Dolce ma anche un po’ bastarda XD” con un “Non mi inquieta nessuno. Perché sono tutte persone. E una persona non può inquietarmi“; e si esce a comandare sul Web. Quello che emerge dovrebbe essere, nelle intenzioni dell’editore e di chi ha curato il volume (che verrà pubblicato da Chiarelettere) un riassunto del pensiero di Casaleggio, un prontuario da consultare per averlo sempre vicino. Se venisse stampato con un aforisma per pagina venderebbe tantissimo come libro delle risposte. L’effetto però è anche comico, perché ne emerge un Casaleggio sì guru (del resto suonano molto come dei koan buddisti) ma pure un po’ troppo Monsieur De La Palice 2.0 quando se ne esce – in un colloquio alla Casaleggio associati – con l’innovativa frase motivazionale: “Bisogna eliminare le cause che producono pensieri negativi” oppure una sorta di J.Ax o Fedez quando dice: “è difficile vincere con chi non si arrende mai”. 

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È difficile vincere con chi non si arrende mai

Ma questi sono i consigli di vita, sui quali Casaleggio non era evidentemente ferrato. Ma vediamolo alla prova dei fatti quando si tratta di formulare un pensiero sulla Rete. Il taglia e cuci propone dei grandi classici come “la Rete ha cambiato tutte le regole dell’informazione” oppure “Internet è nuova relazione, cambia i rapporti tra le persone” che non ci aiutano a capire la profondità del genio. Quando Casaleggio disse “In Rete ognuno può scrivere quello che vuole. Se il suo messaggio non è documentato ma campato in aria, sarà depotenziato dalla Rete stessa” probabilmente non era molto lucido perché a guardare le fregnacce che scrivono i politici su Internet (di tutti gli schieramenti) o i teorici del complotto è evidente che la Rete non ha depotenziato un bel cazzo di niente. Di base emerge questa tendenza di Casaleggio a pensare la Rete come ad un’intelligenza collettiva (che è un concetto che non ha inventato lui anche se è tra i suoi aforismi) un po’ come fino a qualche tempo fa si pensava il Mercato ovvero dotato di una sua “intelligenza intrinseca” e governato da una sorta di mano invisibile. Il parallelismo tra questo modo di vedere l’Internet e il modo di concepire il mercato finanziario è evidente quando Casaleggio disse “Un’intelligenza intrinseca delle reti governa il comportamento di ogni entità che è parte di un sistema di relazioni“. È stato scritto molto per spiegare come quello della mano invisibile sia appunto un mito e non mi sembra una cosa geniale travasare concetti della teoria economica all’interno di un discorso sulla teoria delle Reti. Anzi, denota come Casaleggio fosse un uomo legato al mercato più di quanto non fosse disposto ad ammettere e che in fondo non riuscisse davvero ad uscire dagli schemi. E non c’è molto genio in questo. E nemmeno innovazione. Sulla Rete sembra quasi che sia stato Grillo e non Casaleggio ad avere le intuizioni più feconde. Gianroberto Casaleggio disse: ognuno vale uno ma l’umanità interconnessa ha un valore che tende all’infinito, sarà per questo ha sempre evitato di mettere in pratica una vera democrazia diretta in Rete con il Movimento? Basta guardare Rousseau per capire come la concezione di Casaleggio della Rete sia rimasta a testi fondamentali come Neuromancer o alla Dichiarazione d’Indipendenza di Internet. Il sito potrebbe benissimo essere stato disegnato in quel periodo lì.

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