Giovannina Serra: la donna accusata per l'esplosione del palazzo in via Galati a Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-01-21

Era stata sfrattata dopo la vendita dell’immobile da parte dei figli del suo ex compagno. Ma il 3 gennaio aveva già aperto i fornelli del gas. Ora è in stato di arresto

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Si chiama Giovannina Serra, ha 83 anni, era la compagna di Enrico Scifoni, proprietario dell’appartamento in via Vito Giuseppe Galati nel quartiere Colli Aniene di Roma. Ed è la principale sospettata per l’esplosione nell’appartamento al primo piano, da lei abitato fino a qualche giorno fa prima dello sfratto fattogli pervenire dal nuovo proprietario dello stabile, ovvero l’inquilino del quarto piano a cui i figli di Scifoni, dopo la morte del padre, avevano venduto l’immobile.

Via Vito Giuseppe Galati, foto di Isabella Di Chio su Twitter
Via Vito Giuseppe Galati, foto di Isabella Di Chio su Twitter

GIOVANNINA SERRA: LA DONNA ACCUSATA PER IL PALAZZO ESPLOSO IN VIA GALATI
Ad accusare la Serra ci sono alcuni indizi. In primo luogo, il biglietto ritrovato sopra la Smart parcheggiata davanti al cancello che Giovannina superava ogni giorno per tornare a casa: «Il Signore la casa non ve la farà godere perché siete ladri, più ladri», c’era scritto. Il precedente del 3 gennaio, quando la donna aveva lasciato aperta una bombola del gas e dato fuoco a una poltrona in terrazzo. In secondo luogo, il fatto che sia stata vista l’altroieri nel pomeriggio mentre entrava e usciva dalla casa per portar via le sue cose, dopo che si era trasferita in un nuovo appartamento (la donna, di origini sarde, è proprietaria di altre quattro case). Infine, la signora ha spento il telefonino e rimosso la scheda per tutto il giorno precedente alla strage. Ieri i poliziotti l’hanno trovata dopo la visita al pronto soccorso in cui era andata a farsi medicare per le bruciature e l’hanno arrestata. Ma lei per ora nega tutto. Le accuse contro l’anziana sono pesanti, la Procura indaga per strage. Secondo gli investigatori, che devono ancora accertare la colpevolezza della donna, l’anziana sarebbe stata aiutata da qualcuno. In passato aveva lasciato biglietti con minacce a tutti gli inquilini e il 3 gennaio aveva già aperto i fornelli del gas. «Non voleva andare via da quella casa, quattro anni fa era morto il compagno proprietario della casa e combatteva in ogni modo per non andarsene», raccontano i condomini. Scrive il Messaggero:

Le forze dell’ordine avevano messo i sigilli all’impianto a gas dell’anziana. Barattoli con i resti delle mura e con stracci sono stati portati via dagli agenti della Polizia Scientifica. «Lunedì stava facendo il trasloco – racconta Ettore Pascucci, il vicino di casa, l’uomo al quale da quattro anni confidava la sua angoscia perché avrebbe dovuto lasciare l’appartamento -Le ho sempre detto che avrebbe dovuto trasferirsi». In via Galati, Giovannina 83 anni di origine sarda, ha vissuto per vent’anni con il suo compagno,Enrico Scifoni morto quattro anni fa. Si era trasferita lì per stargli accanto. I due figli di lui, nati dal primo matrimonio dell’uomo, rivolevano la casa intestata al padre. Lei non voleva ridargliela come se le spettasse.L’appartamento è stato venduto all’inquilino del quarto piano, continuo bersaglio di minacce,a lei che non pagava l’affitto erano arrivati quattro ingiunzioni di sfratto. «Perché non l’hanno fermata, quella pazza?», una domanda che è impossibile allontanare guardando i balconi sventrati. Il 3 gennaio scorso l’anziana aveva aperto il gas e incendiato una poltrona sul balcone, a niente è servito sigillare i tubi. A niente è servito convivere con l’incubo che Giovannina potesse riprovarci, con la paura che un’altra strada per mettere in atto la sua vendetta l’avrebbe trovata. Lunedì è andata via con la sua roba caricata su un furgoncino, ieri sera l’hanno fermata,aveva il piede e i vestiti bruciati, e nessuno è riuscito a fermarla.

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