Giovanni Di Giorgi: gli arresti dei politici a Latina per truffa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-11-14

Coinvolto l’ex sindaco, richiesta di autorizzazione a procedere per un deputato di Fratelli d’Italia. Le accuse sulla gestione della piscina comunale e sui favori alla società di calcio

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I carabinieri del comando provinciale di Latina hanno eseguito 15 provvedimenti di misura cautelare (otto ordinanze di custodia cautelare in carcere e sette agli arresti domiciliari), emessi dal gip del Tribunale di Latina Mara Mattioli, nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti, reati urbanistici, abuso d’ufficio, falso ideologico, truffa aggravata, induzione indebita a dare o promettere utilità e altro. I provvedimenti sono scaturiti da un’articolata attività d’indagine, avviata dal nucleo investigativo e coordinata dal sostituto procuratore di Latina Giuseppe Miliano, a seguito di approfondimenti relativi a un’interrogazione parlamentare nella quale venivano ipotizzate presunte irregolarità nella gestione della piscina comunale. L’inchiesta era stata in qualche modo anticipata dall’interrogazione parlamentare dell’ex M5s Giuseppe Vacciano.
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Giovanni Di Giorgi e gli altri arresti a Latina

Oggi ad essere coinvolti sono politici locali, dirigenti, imprenditori e notai. L’ex sindaco di Fratelli d’Italia Giovanni Di Giorgi è tra gli arrestati insieme alla richiesta di autorizzazione a procedere per il deputato, sempre di Fratelli d’Italia, Pasquale Maietta, che è anche presidente del latina Calcio. Coinvolti anche l’ex assessore Giuseppe Di Rubbo (Forza Italia), l’ex consigliere provinciale di An Silvano Spagnoli (gestore delle piscine comunali), il dirigente Ventura Monti. L’ex consigliere comunale di Forza Italia Vincenzo Malvaso è invece finito in carcere a Velletri: l’amministratore è da mesi al centro di un’indagine in merito alla variante che ha permesso di costruire un palazzo oltre i limiti previsti. Più di 30 gli indagati. Fin dai primi accertamenti sono emerse “palesi irregolarità nella gestione della cosa pubblica da parte dei funzionari comunali” e “le indagini venivano estese ai settori più rilevanti dell’attività amministrativa di Latina”. È stato accertato, spiegano i carabinieri, che il “comparto dirigenziale del comune di Latina, per soddisfare gli interessi privati di alcuni personaggi politici nella gestione delle strutture sportive, ha avviato una serie di procedimenti amministrativi in violazione di regolamenti interni e delle regole basilari che governano il buon andamento della pubblica amministrazione”. Tra i vari episodi monitorati i carabinieri segnalano la gestione della piscina comunale, affidata dal 2008 a una società dilettantistica, che contrariamente a quanto previsto dal contratto non aveva mai provveduto al pagamento delle utenze energetiche (spese sostenute dal comune con conseguente danno erariale quantificabile in euro 700.000 circa) e non aveva adempiuto al versamento fideiussorio. Per soddisfare le esigenze della società Latina Calcio, dal 2011 al 2014 sono state realizzate una serie di opere, quali l’ampliamento dello stadio comunale e il rifacimento di un campo di calcio destinato agli allenamenti della squadra, utilizzando procedure irregolari e traendo indebitamente dalle casse comunali oltre 1.200.000 euro. Per l’ampliamento della Tribuna est dello stadio comunale Francioni il Comune non solo ha speso 444.000 euro di denaro pubblico, benché tali lavori, non indispensabili, spettassero alla società concessionaria, ma ha altresì posto in essere delle violazioni urbanistiche in quanto l’area in esame era stata dichiarata inedificabile.

Il sistema Latina

Per l’assegnazione di pubblici appalti ci si avvaleva di un vero e proprio ”sistema” con il quale i funzionari pubblici comunali favorivano gli imprenditori locali, commettendo reati contro la pubblica amministrazione, finalizzati a consentire un’illecita spartizione di ripetuti affidamenti alle stesse ditte di appalti mediante frazionamenti della spesa. I carabinieri hanno inoltre documentato come molti degli appalti in questione avrebbero potuto essere evitati con un corretta programmazione degli interventi, ignorata per favorire evidentemente le citate società. Nel settore dell’urbanistica è emerso un altro sistema associativo finalizzato a far ottenere indebiti vantaggi di natura patrimoniale a privati o società, composto da politici della decaduta giunta comunale, funzionari tecnici del Comune di Latina e imprenditori, con l’apporto di intermediari apparentemente esterni all’amministrazione ma ad essa funzionalmente collegati. I carabinieri sottolineano che “era stato architettato un complesso meccanismo che consentiva la realizzazione, in maniera illecita ed estremamente redditizia, di costruzioni con artificiosi incrementi di volumetrie o su particelle espropriate, e quindi di proprietà del Comune”.

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