Il gioco delle torri tra Berlusconi e Renzi

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-02-26

L’operazione Raiway ha ostacoli più politici che tecnici. Ma testimonia che il Patto del Nazareno non regge più. L’obiettivo reale – è il sospetto che serpeggia tra le fila dell’esecutivo – è un altro. Ovvero la grande partita delle tlc

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L’offerta pubblica di acquisto e scambio che Mediaset ha presentato per RaiWay è prima di tutto una questione di mercato. Il governo deciderà in che modo si armonizza la questione del controllo al 51% con l’offerta, mentre la Rai è chiamata a respingere l’offerta (come è naturale che sia se non è considerata adeguata dal punto di vista economico). Ma l’OPAS e l’offerta per i libri di Rizzoli Corriere della Sera testimoniano che Fininvest è viva e pronta a giocarsi le proprie carte per crescere nell’Italia che si può comprare a sconto causa crisi. E così, mentre scompaiono i piani di dismissione di cui si parlava quando uscì l’indiscrezione della vendita di tutto o parte di Mediaset Premium, il Biscione rilancia:

La Fininvest è «compratore» come si dice in finanza e dunque detta l’agenda dentro e fuori Piazza Affari. Con un passo e colpi di scena, come lo sono le offerte di Mediaset per Rai Way e di Mondadori per Rcs Libri, da far spendere nellesale operative battute come «Silvio is back», Silvio è tornato. Sarebbe un errore però sottovalutare ruolo e peso crescenti della presidente dellaFininvest e della Mondadori, la primogenita Marina,alla quale si deve la regia dell’offerta non vincolante sui libri Rizzoli, controllata del gruppo che edita il «Corriere».Le munizioni non mancano alla holding che ha appena incassato 377 milioni dalla vendita del 7,79% di Mediaset, una dismissione che lascia saldo il controllo (al 34%) e consente «diversificazioni» negli investimenti mobiliari sulle quali non è stato alzato il velo.
Per il momento è chiaro che i progetti delle controllate, qualora si concretizzassero, viaggerebbero autonomamente, finanziati a debito. In particolare per l’acquisto delle torri Rai è già pronta la copertura di JPMorgan. Dal bilancio 2013 (ultimo disponibile) zavorrato dal rosso di 428 milioni dovuto quasi per intero all’assegno versato a Carlo De Benedetti per il lodo Mondadori, il quadro è andato migliorando in Fininvest, dove tra l’altro i soci (le quattro finanziarie di Berlusconi, più le altre tre, una ciascuna i due figli maggiori, una per i figli di Veronica, Eleonora, Barbara e Luigi) hanno lasciato i dividendi in cassa.

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Raiway in numeri (Corriere della Sera, 26 febbraio 2015)

IL GIOCO DELLE TORRI TRA BERLUSCONI E RENZI
Una riedizione del Patto del Nazareno, come dice qualcuno? Parrebbe di no, visto l’imbarazzo con cui il governo ha accolto ieri l’annuncio dell’OPA, e subito dopo l’obiezione di Michele Anzaldi sul 51% che dovrebbe detenere comunque la Rai, che di fatto renderebbe impossibile l’operazione. Ettore Livini su Repubblica è convinto che sia proprio l’addio al Patto del Nazareno ad aver mosso la logica del Biscione:

Il fine “industriale” del doppio blitz è chiaro: costruire sotto il cappello di Arcore “campioni nazionali” in settori dove la crisi ha limato i margini (l’editoria)o dove non c’è spazio per troppi concorrenti (le reti di trasmissione). Con l’obiettivo– dicono i maligni – di renderli più appetibili in vista di un’eventuale vendita. La novità sono i mezzi: l’era delle leggi ad Biscionem, causa trasloco dell’ex- Cavaliere all’opposizione, è finita. I presunti benefici per le aziende di famiglia del Patto del Nazareno, complice la sua rottura, non ci sono più.
Fininvest è stata costretta a uscire allo scoperto, calando l’asso in una partita a poker che – con l’aria che tira – promette sviluppi anche sul fronte delle televisioni.  L’Opa (apparentemente impossibile) su Rai Way è un altro tassello dello stesso puzzle. Il no del Governo, in qualche modo, era in preventivo. L’obiettivo reale – è il sospetto che serpeggia tra le fila dell’esecutivo – è un altro, segnaletico: dimostrare che Fininvest è viva e imporre la sua presenza al delicatissimo tavolo dove la politica sta riscrivendo in questi mesi il futuro di tlc, banda larga e televisioni nazionali. RaiWay ed Ei Tower sono solo un capitolo di questa partita.
In ballo ci sono il destino di Metroweb, i grandi investimenti sulla rete digitale, il riassetto di viale Mazzini e il futuro della Telecom, dove l’azionariato è in rapido movimento.

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Il mercato delle torri (Repubblica, 26 febbraio 2015)

COSA NE PENSA IL MERCATO
Piazza Affari ha già dato il suo verdetto, premiando tutti i titoli coinvolti: Rai Way +9,46%, Ei Towers +5,26%, Mediaset +1,35%. L’accordo avrebbe “molto senso” strategico, finanziario e industriale, è il coro unanime degli analisti. Ma l’ostacolo è tutto politico, visto che i due player in campo sono la famiglia Berlusconi e il governo Renzi, essendo la Rai, oggetto di una prossima riforma, azionista al 65% di Rai Way. Ma che Fininvest abbia una strategia di lungo periodo sulle telecomunicazioni è un fatto. RaiWay, di questa strategia, è un tassello. Tutto sommato nemmeno fondamentale. La partita vera si giocherà sulle telecom.

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