Francesca Chaouqui indagata anche a Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-11-30

Non solo Vatileaks. Francesca Chaouqui è indagata anche dalla Procura di Roma, insieme al marito Corrado Lanino, per la vicenda legata alla compravendita del castello di San Girolamo, a Narni. Il procedimento è stato avviato sulla base degli atti giunti per competenza dalla Procura di Terni, che indagava per i reati di estorsione e intrusione …

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Non solo Vatileaks. Francesca Chaouqui è indagata anche dalla Procura di Roma, insieme al marito Corrado Lanino, per la vicenda legata alla compravendita del castello di San Girolamo, a Narni. Il procedimento è stato avviato sulla base degli atti giunti per competenza dalla Procura di Terni, che indagava per i reati di estorsione e intrusione informatica. Nell’ambito dell’inchiesta dei magistrati ternani sul dissesto della Curia locale e su una serie di operazioni immobiliari, le intercettazioni telefoniche hanno portato all’iscrizione della Chaouqui e del marito. Dagli accertamenti sarebbero poi emerse possibili intrusioni in computer legati al Vaticano. A Roma il fascicolo è affidato ai pm Stefano Pesci e Nicola Maiorano. Il castello di San Girolamo è stato sequestrato nei mesi scorsi in una vicenda giudiziaria che vede indagato anche l’ex vescovo di Terni monsignor Vincenzo Paglia. Nel 2013, per l’operazione immobiliare truccata, furono arrestati l’ex direttore dell’ufficio tecnico della diocesi Luca Galletti, l’ex economo Paolo Zappelli e il dirigente all’Urbanistica del Comune Antonio Zitti.
L’inchiesta partiva da alcune stranezze legate agli avvocati postulatori, coloro che istituiscono le cause di canonizzazione e beatificazione presso la Chiesa cattolica, ovvero promuovono le canonizzazioni e le beatificazioni. Ci sarebbero infatti un centinaio di conti presso l’Istituto per le Opere Religiose ancora cifrati, ovvero che non hanno come intestazione un nome e cognome. Tra questi, ce ne sarebbero alcuni riferibili ai postulatori che istituiscono le cause di beatificazione.

Tra i documenti trafugati ci sarebbero proprio quelli che parlano di soldi versati per «pilotare» i fascicoli. Vere e proprie tangenti transitate su quei conti finiti adesso al centro dell’attenzione. Non solo. Le carte ricostruiscono anche i rapporti con i religiosi che hanno il compito di gestire le pratiche, quelle con gli esperti medici chiamati a fornire il loro parere — talvolta decisivo — sui casi esaminati. E adesso si sta cercando di scoprire come siano state utilizzate, quale percorso abbiano fatto in un quadro illecito che non appare ancora ben delineato. Perché sono centinaia i documenti trafugati ma soltanto una minima parte è stata resa pubblica. (Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera, 5 novembre 2015)

 
francesca chaouqui corrado lanino
E la storia sarebbe ancora più grossa. Perché sempre tra i documenti trafugati ci sarebbero dossier sulle vite di uomini della Chiesa, comprendenti anche particolari non propriamente edificanti. Tutti documenti che però non farebbero parte dei documenti utilizzati per i due libri di Fittipaldi e Nuzzi che hanno fatto incazzare il Papa. E i conti secretati dello IOR nasconderebbero anche altri proventi illeciti. Tra gli indagati c’è anche Mario Benotti, funzionario di Palazzo Chigi – è oggi capo della segreteria del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Sandro Gozi – come spiegava all’epoca il Corriere:

Perché l’indagine sulla tela tessuta nel corso degli anni coinvolgendo politici, imprenditori, giornalisti, alti prelati dimostra che i rapporti servivano soprattutto a ottenere vantaggi professionali ed economici. Proprio in questo quadro si inserisce Benotti che, questa è l’accusa, sarebbe stato al corrente dell’acquisizione abusiva di alcuni atti grazie alle intrusioni nei sistemi informatici. Le intercettazioni tra i due fanno emergere un legame stretto e l’utilizzo dei documenti e delle informazioni per fare «pressioni» e così avere incarichi e favori.
Il fascicolo di Terni sarà trasmesso a Roma per competenza la prossima settimana, ma numerosi elementi sono già a disposizione della gendarmeria, anche perché sul dissesto della Curia della cittadina umbra, all’epoca guidata da monsignor Vincenzo Paglia, era stata avviata un’inchiesta amministrativa.

Il quotidiano diceva anche come sarebbe collegato il fatto alla questione dei due libri che hanno fatto incazzare Papa Francesco:

Dopo la nomina alla Cosea, la Commissione referente per lo studio dei problemi economici e amministrativi voluta da papa Francesco, Chaouqui aveva a disposizione i dossier sulla gestione economica e finanziaria della Santa Sede, compresi quelli sullo Ior e sui conti cifrati. Le verifiche svolte finora hanno accertato che non tutte le carte trafugate sono contenute nei libri pubblicati nei giorni scorsi. Che uso ne è stato fatto?
Nella girandola di contatti Chaouqui millantava di aver una soluzione per ogni problema, come quando si è proposta a monsignor Paglia proprio per aiutarlo a risanare i conti della Curia. Con il prelato aveva contatti assidui. Ieri, dopo aver respinto le accuse della magistratura di Terni «perché non ho mai compiuto un’intrusione abusiva in 15 anni di professione», il marito si è detto «pronto a spiegare ogni cosa». E tra le circostanze da chiarire ci sono proprio i rapporti con Benotti, le richieste e gli accordi presi attraverso sua moglie.

 
Intanto – apprende sempre l’ANSA – sarebbe pronto per Vallejo un posto in un monastero in Spagna, non lontano dalla sua ex diocesi di Astorga. L’idea è che vi trascorra almeno cinque anni in preghiera ed espiazione.

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