Come è finita la storia del faldone sottratto dall'assessora M5S nel V Municipio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-10-13

“L’assessore ai lavori pubblici del V municipio di Roma ammette oggi in aula di aver saltato la procedura. Sarebbe opportuno che si autosospenda e che almeno il presidente censuri il suo comportamento”. Così in una nota Fabio Sabbatani Schiuma, componente del coordinamento romano e capogruppo di Noi con Salvini nel municipio V, “ricordando l’interrogazione presentata …

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“L’assessore ai lavori pubblici del V municipio di Roma ammette oggi in aula di aver saltato la procedura. Sarebbe opportuno che si autosospenda e che almeno il presidente censuri il suo comportamento”. Così in una nota Fabio Sabbatani Schiuma, componente del coordinamento romano e capogruppo di Noi con Salvini nel municipio V, “ricordando l’interrogazione presentata dal sen. Gian Marco Centinaio, presidente del gruppo della Lega e commissario di Noi con Salvini nel Lazio”. La vicenda è quella dell’assessora Paola Perfetti: Il 27 settembre scorso, la Perfetti, con un trascorso al fianco dell’assessore capitolino all’Urbanistica, Paolo Berdini è entrata negli uffici dell’Ispettorato edilizio in via Perlasca chiedendo una pratica. Una volta trovati i documenti, li ha raccolti uscendo dall’edificio. In sostanza, li ha sottratti senza averne fatto esplicita richiesta.
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Dal verbale risulta che «in data 29/09/2016 l’assessore ha provveduto alla restituzione», come scrive il capo ufficio Marocco nella nota inviata al direttore del municipio, «ma né il sottoscritto né i propri tecnici hanno potuto accertare la completezza dello stesso, non essendo stato redatto verbale di riscontro». Dall’opposizione in V municipio, il gruppo Pd ha gridato allo «scandalo». «Si invoca la trasparenza ma viene meno la legalità». «Abbiamo presentato un’interrogazione ma il presidente Giovanni Boccuzzi – spiegava all’epoca il consigliere Pd, Alessandro Rosi – non ha risposto, contiamo di avere delucidazioni lunedì nel prossimo consiglio». Se così non fosse, considerato che proprio lunedì in consiglio municipale si dovrà discutere un’altra questione “spinosa” – il futuro del cinema Aquila -, proprio l’opposizione è pronta a chiedere le dimissioni dell’assessore. “L’assessore in questione – spiega oggi Schiuma – ha fatto richiesta senza produrre alcuna istanza, di un pratica edilizia. Nello specifico, l’atto in questione riguardava una ‘Dia’, vale a dire la denuncia di inizio attività, usata in alternativa al permesso di costruire, presentata da un privato e protocollata il 9 luglio 2015. I dipendenti, tre geometri e un’impiegata, si sono adoperati per rintracciarla e una volta trovato il fascicolo, l’assessore ha preteso, senza prima neanche visionarlo, di acquisirlo per intero e in copia originale. A questo punto – aggiunge ancora la nota – proprio i dipendenti hanno ricordato all’Assessore che, da prassi, avrebbe dovuto produrre una richiesta formale. L’assessore si è opposta e ha di fatto sottratto il fascicolo riconsegnandolo soltanto due giorni dopo”. Schiuma conclude: “I regolamenti di Roma Capitale e del municipio V stabiliscono che gli organi politici hanno il diritto di richiedere l’accesso agli atti liberamente e gratuitamente alle copie dei documenti di loro interesse, ma che la responsabilità resta sempre e comunque in capo agli incaricati dell’Ufficio Pubblico che ne determinano le modalità”.

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