Filippo Siragusa: il giornalista coinvolto nell'inchiesta su Matteo Messina Denaro

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-12-21

È stato sottoposto ad obbligo di dimora un collaboratore del Giornale di Sicilia accusato di essere uno dei prestanome del boss di Cosa Nostra. Su Facebook l’uomo ha una foto assieme al Pm Antimafia Nino Di Matteo

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Il nome del super latitante Matteo Messina Denaro emerge da alcune intercettazioni dell’inchiesta “Ermes 2”, un’operazione condotta dalla Squadra Mobile di Trapani coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo che ha portato nella giornata di ieri al fermo di 11 persone, ritenute fiancheggiatori del boss e sottoposte a vario titolo a altrettante misure cautelari. Tra loro spunta anche il nome di Filippo Siragusa, cronista freelance del Giornale di Sicilia e ritenuto dagli inquirenti palermitani uno dei prestanome di Messina Denaro.
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Il ruolo di Messina Denaro nel condizionare gli appalti e gli affari nel trapanese

Nelle conversazioni telefoniche il nome di Matteo Messina Denaro non viene mai fatto esplicitamente ma secondo gli inquirenti i riferimenti che le persone fermate ieri fanno conducono inequivocabilmente nella direzione della primula rossa della mafia siciliana. E sono convinti, dalle allusioni che gli indagati fanno nelle conversazioni intercettate, che dietro gli affari di Cosa Nostra nel trapanese ci sia proprio lui, il super latitante che decide la spartizione di appalti e lavori pubblici nella zona tra Trapani, Castelvetrano e Mazara del Vallo (retto dal boss Vito Gondola, uno dei fedelissimi di Denaro) dove imprese legate alla criminalità organizzata si sarebbero infiltrate nei lavori di realizzazione del parco eolico di Mazara “Vento divino”. Sulla realizzazione del parco eolico, finanziato anche con fondi europei, e degli affari di Messina Denaro si parla già da qualche anno. Lui, Denaro, viene chiamato “quello di l’ogghiu“, quello dell’olio, e nessuno di coloro che sono stati fermati ieri ci parla direttamente ma il fatto che sia intervenuto negli affari della zona anche facendo da “mediatore” in alcuni conflitti tra imprese mafiose concorrenti tramite accordi stipulati grazie all’intercessione del clan di Mazara del Vallo. Tra gli arrestati c’è anche Epifanio Agate, il figlio del boss mafioso Mariano Agate. Nell’operazione sono stati impiegati una settantina di uomini della Polizia di Stato di Trapani, Mazara del Vallo, Palermo e Castelvetrano.

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Filippo Siragusa, primo da destra

Filippo Siragusa originario di Castelvetrano (lo stesso paese del boss di Cosa Nostra) non è stato arrestato ma sottoposto ad obbligo di dimora, è accusato di intestazione fittizia di beni, in pratica sarebbe un prestanome di Denaro (o di alcune persone legate al boss) ma ovviamente è bene precisare che si tratta di un’ipotesi di reato e non di una sentenza del tribunale. Siragusa su Facebook ha come immagine di copertina una foto che lo ritrae assieme al Pm antimafia Nino Di Matteo e un carabiniere del Gis che indossa il mephisto. La foto è stata scattata durante un incontro che lo stesso Siragusa aveva moderato nel settembre del 2015 e che è stata ripresa da diversi giornali. Per la verità sul profilo di Siragusa ci sono scatti anche con altri personaggi celebri, da Don Mazzi a Giorga Meloni, poiché in virtù della sua professione Siragusa si trovava spesso a fare interviste, moderare o presentare incontri pubblici. In diversi articoli Siragusa ha parlato di inchieste sul ruolo di Cosa Nostra nell’area di Castelvetrano e degli affari della criminalità organizzata nel settore eolico. Il Corriere della Sera riferisce che Siragusa ha già chiesto di essere cancellato dall’Ordine dei Giornalisti.

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