Ferrara chiede 100mila euro di IMU alla Chiesa

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-05-23

Il Comune chiede gli arretrati della tassa sugli immobili per le scuole paritarie considerate commerciali in quanto percepiscono una retta. Il vescovo scrive al premier Renzi chiedendo di intervenire altrimenti gli istituti chiuderanno

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Il comune di Ferrara ha chiesto alla chiesa cattolica di saldare gli arretrati dell’imposta sugli immobili dovuti ma non pagati per un totale di 100mila euro. Una questione che riguarda l’estensione della vecchia ICI prima e dell’IMU poi ad alcune parrocchie della città a cui il comune ha chiesto di saldare il conto degli arretrati dal 2010. Scrive oggi La Stampa di Torino che l’economo della Curia, Don Graziano Donà, dice che il conto totale dovrebbe aggirarsi intorno ai 100mila euro. Che l’arcivescovo di Ferrara, monsignor Luigi Negri, non vuole pagare e per questo ha scritto sul suo sito internet una lettera-appello rivolta al presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Ferrara chiede 100mila euro di IMU alla Chiesa

Luigi Negri, finito qualche tempo fa nelle polemiche per un suo colloquio sul Papa ascoltato e riportato dal Fatto Quotidiano, scrive sul suo sito:

Illustrissimo Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,
la preoccupazione che mi muove nell’indirizzarLe questa lettera aperta riguarda la situazione gravissima in cui versa la maggior parte delle scuole paritarie cattoliche del nostro Paese.
Varie iniziative, tra cui la sentenza della Cassazione che ha dato ragione al Comune di Livorno nel luglio scorso per la sua pretesa di esigere l’imposta sugli immobili da istituti scolastici non statali, hanno portato senza alcun preavviso – e ignorando accordi e regolamenti che definiscono le caratteristiche di ente non commerciale – ad un aumento notevole degli oneri soprattutto per gli enti proprietari, rendendo così precaria l’esistenza stessa di molte scuole, a partire dalle scuole paritarie dell’infanzia.
Il problema della libertà di educazione e quindi di una realtà scolastica che in qualche modo recepisca l’articolazione culturale esistente nel nostro Paese, è fondamentale per la democrazia.
La democrazia, infatti, è la possibilità di una convivenza libera e rispettosa delle varie componenti della nostra società, ma soltanto se esse hanno avuto la possibilità di approfondire in modo sistematico e libero la propria tradizione può esserci un’autentica democrazia.
E ciò sarà possibile anche attraverso il riconoscimento effettivo della scuola libera, nel suo valore di bene sociale, capace di realizzare nell’offerta formativa, lavorativa e nel servizio alle famiglie, il principio fondamentale della sussidiarietà.
L’imperfezione della nostra democrazia, non da oggi ma forse da più di cento anni, è legata a difficoltà di carattere giuridico, amministrativo, procedurale, ma fondamentalmente la difficoltà più grave è che non c’è mai stato un clima di autentica libertà di educazione e di scuola.
[…]
Signor Presidente, ho aperto a Lei il mio cuore sulle esigenze di un più maturo rispetto delle varie componenti culturali e sociali presenti nel nostro Paese, prima fra tutte la componente cattolica.
Mi affido alla sua coscienza di cittadino, ancor prima che di cristiano, e alla sua volontà di servire il nostro Paese nei suoi bisogni innegabili e inderogabili.
La saluto e Le porgo i migliori auguri di buon lavoro
+ Luigi Negri
Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Abate di Pomposa

Il comune di Ferrara si è mosso in virtù della sentenza emessa nel luglio scorso dalla corte di Cassazione nel contenzioso che vedeva contrapposti il comune di Livorno e due istituti livornesi, la scuola Santo Spirito e la scuola Immacolata, che dovranno versare più di 422mila euro per gli anni dal 2004 al 2009. Il contenzioso era nato nel 2010, in seguito della notifica da parte dell’ufficio Tributi di avvisi di accertamento per omessa dichiarazione e omesso pagamento dell’Ici, per gli anni dal 2004 al 2009. “In particolare – chiariva all’epoca il Comune – gli importi relativi alle scuole ‘Santo Spirito’ e ‘Immacolata’ sono pari a 422.178 euro. Si ricorda che anche la Commissione Provinciale Tributaria di Livorno aveva stabilito che l’Ici fosse dovuta, respingendo i ricorsi degli istituti. A questo punto, a seguito delle sentenze, si provvederà a notificare anche gli importi dovuti per le annualità 2010 e 2011, imponibili a fine Ici. Queste sentenze – conclude la nota – assumono, tra l’altro, rilievo ai fini dell’interpretazione delle disposizioni in materia di Imu, relativamente all’imposizione fiscale dall’anno 2012”. La Corte di Cassazione ha riconosciuto la legittimità della richiesta di pagamento dell’Ici avanzata nel 2010 dal Comune di Livorno agli istituti scolastici del territorio gestiti da enti religiosi. Ferrara si è messa in scia.

luigi negri papa luciani bergoglio
Monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara che ha scritto a Renzi

Il sindaco però non è d’accordo con il Comune

Secondo i giudici del Palazzaccio, infatti, è sufficiente che le scuole percepiscano una retta per considerare la loro attività di carattere commerciale, anche se il bilancio degli istituti è in perdita. La parte più comica della storia però è che Tiziano Tagliani, avvocato e sindaco di Ferrara per il Partito Democratico, si dice… d’accordo con l’arcivescovo Negri. Così dice alla Stampa in un’intervista a firma di Franco Giubilei:

Che ne pensa della protesta di monsignor Luigi Negri?
«Che in questo caso sono d’accordo con lui: a Ferrara ci sono undici parrocchie che gestiscono direttamente le materne paritarie, ospitando 350400 bambini. Una sentenza della Cassazione del luglio scorso ha interpretato in modo restrittivo la normativa che prevede l’esenzione dall’Ici per i locali di enti religiosi con attività prive di fini di lucro. È evidente che alcune scuole private hanno questi fini, ma altre no, e a Ferrara, come in molte altre città, i Comuni spesso danno contributi alle paritarie. Ora gli uffici fiscali hanno chiesto l’imposta retroattivamente per il 2010 e le scuole rischiano di chiudere. Questo però ci mette in contraddizione con noi stessi: da un lato le finanziamo, dall’altro siamo tenuti a esigere l’Ici in base all’interpretazione restrittiva della Corte».
Ma come se ne esce?
«Le scuole paritarie faranno ricorso contro la nostra pretesa presso la commissione tributaria, chiedendo che sia riconosciuta la natura non lucrativa della loro attività. Di fatto la cassazione dice: verificate i conti caso per caso, ma noi non ne abbiamo gli strumenti, e ora gli uffici fiscali stanno chiedendo l’Ici del 2010 perché non sia prescritta. Su questo tema siamo sulla stessa linea del vescovo, non è giusto che venga fatto questo automatismo».

Anche Tagliani auspica un intervento legislativo per chiudere la questione. Il che è quantomeno curioso, visto che si tratta del bilancio del suo comune e di soldi che entrerebbero nelle casse dell’ente che dovrebbe fare gli interessi dei suoi cittadini.

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