Fermi tutti! Fassina minaccia per la 237891789123789esima volta l'uscita dal PD

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-05-21

Stavolta tocca a un’intervista su Repubblica

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Stefano Fassina torna a minacciare l”uscita dal Partito Democratico, stavolta nel caso di approvazione definitiva senza modifiche della riforma della scuola. Fassina, nei giorni scorsi duramente contestato in piazza dagli insegnanti scesi per protestare per la riforma della scuola, dice che «Il passaggio ora al Senato del disegno di legge sulla scuola è decisivo per verificare se è reversibile lo spostamento del Pd dopo la svolta liberista sul lavoro e il segno plebiscitario sulla democrazia». E poi: «Tra il popolo dem — abbandonato da un Pd geneticamente modificato — e il partito di Renzi, scelgo il primo».

Quali cambiamenti si aspetta?
«Su tre punti: cancellare i poteri dei presidi di chiamare e rimuovere dall’incarico i docenti; introdurre un piano pluriennale di assunzione degli insegnanti precari connesso con le uscite di pensionamento quindi senza oneri aggiuntivi; eliminare la detrazione fiscale per le secondarie superiori private».
Però potrebbe avere l’ok con l’appoggio di Verdini e company?
«Deve passare con i voti di tutto il Pd e dell’attuale maggioranza. Sarebbe altrimenti un fatto politico grave».
Il suo è un ultimatum?
«È una presa d’atto. Il programma elettorale votato da 8,6 milioni di elettori può essere archiviato da 2 milioni di voti al congresso del Pd? Il 40% di voti raccolti alle elezioni europee sono stati ricevuti dal Pd su aspettative indefinite e ambigue senza riferimenti specifici su lavoro o scuola. La contraddizione tra il mandato elettorale che ci è stato dato e il programma del governo Renzi, senza legittimazione elettorale, è questione rilevante di democrazia o capriccio del sottoscritto? Una parte del popolo dem si è allontanato, il Pd raccoglie sempre di più
i voti dell’establishment e occupa lo spazio presidiato in Europa dalle destre merkeliane assenti in Italia».

scuola trattativa come va
Scuola, come va la trattativa (Il Sole 24 Ore, 13 maggio 2015)

Il popolo intanto si fa delle domande (e si dà delle risposte):

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