Ferdinando Imposimato diventa un «saggio» di Beppe Grillo?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-09-13

All’epoca abboccò a una bufala sul caso Moro, ha accusato senza prove Renzi di complottare contro la giunta Raggi: sembra perfetto per fare il garante dai grillini. Ah, e Cantone lo adora!

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La notizia si rincorre da ieri negli spifferi di redazione: nelle more del Terrore per il Direttorio che ieri il blog di Beppe Grillo ha inaugurato spiegando che sono in arrivo nuove strutture e nuovi nomi per la gestione del MoVimento 5 Stelle. Tra questi potrebbe esserci un comitato di saggi e tra i nomi indicati ci sono quelli di Dario Fo e Ferdinando Imposimato.

Ferdinando Imposimato diventa un «saggio» di Beppe Grillo?

Nato nel 1936 a Maddaloni, attualmente presidente onorario della Corte di Cassazione, Imposimato è stato giudice istruttore di casi di primaria importanza come l’omicidio Moro e l’attentato a Papa Wojtyla; suo fratello Franco è stato ucciso dalla camorra. Come ogni giudice importante che si rispetti, ha avuto anche un’interessante carriera politica:

Nel 1987, come indipendente di sinistra, Imposimato viene eletto nelle liste del Partito Comunista Italiano al Senato della Repubblica e nel 1992 alla Camera dei deputati. Nel 1994 viene nuovamente eletto al Senato. Per tutte e tre legislature è membro della Commissione Antimafia e presenta numerosi disegni di legge sulla riforma dei servizi segreti, sugli appalti pubblici, sui trapianti, sui sequestri di persona, sui pentiti, sul terrorismo e sulla dissociazione. Successivamente passa al Partito Democratico della Sinistra, per divenire poi il responsabile alla giustizia dei Socialisti Democratici Italiani.

Ma è stato anche giudice di Forum, come ricordò qualche tempo fa Aldo Grasso. E proprio nelle more dell’intervento del critico tv sul Corriere c’è una storia divertente da raccontare proprio su Imposimato. Il quale ebbe la sfortunata idea di scrivere al Corriere della Sera dopo quell’articolo per autoincensarsi:

Aldo Grasso, in un articolo del 1° febbraio, contesta l’inchiesta sul caso Moro in cui sostengo che vi siano coinvolti i servizi segreti di mezzo mondo, che gli attentati dell’11/9 siano stati un’operazione consentita dall’amministrazione Usa, che Emanuela Orlandi viva in Turchia con il suo compagno. Non sono mai stato complottista e ho sempre rifiutato tesi non confortate da prove. Ho molta stima dei grillini, sul piano umano e politico, ma nelle indagini non mi lascio influenzare da nessuno. Quanto al caso Moro, segnalo il fatto che nonostante sia pacifico che Moro fu tenuto prigioniero in via Montalcini, lo Stato non ha mai riconosciuto questa realtà. La sua presenza in quella via è provata da testimonianze di terroristi, inquilini, sentenze e dai rapporti della polizia.
Quanto a Emanuela Orlandi, in un libro scritto con Sandro Provvisionato, conclusi: «Dagli atti risulta che Emanuela è stata tenuta in vita almeno fino al 1997. I segnali sono molteplici. Emanuela non fu uccisa dopo il rapimento; la voce registrata a distanza di mesi lo dimostra. Lo dicono diversi cittadini turchi che vivono in Germania. Non è la prima volta che accade. Che sia ancora viva non è possibile dirlo». Il movente terroristico fu affermato dal pm Giovanni Malerba di Roma il 3 ottobre 1997: «L’inchiesta sul rapimento Orlandi avvenne a fini terroristici eprese le mosse da messaggi fonici, telefonici e scritti, indicanti il movente del sequestro Orlandi la cui liberazione era condizionata alla scarcerazione di Alì Agca. Tali messaggi erano autentici egenuini, perché accompagnati da prove foniche riferibili aEmanuela». Malerba, dopo 15 anni, non ritenne provata la mortedella ragazza.
Quanto alla strage delle Torri Gemelle, nel settembre 2011 ho fatto parte di una giuria internazionale all’Università di Toronto assieme a giuristi, storici e scienziati di fama internazionale che mettono in dubbio la versione ufficiale. George Orwell disse: «L’essere in minoranza, anche l’essererimasti soli, non voleva dire affatto essere pazzi… L’intelligenza non è soggetta alla statistica.

La risposta di Grasso riprese la storia di Ladu, di cui abbiamo parlato qui all’epoca:

«Amico è Platone, più amica è la verità». Sul suo blog dice di rifarsi a questa massima di Aristotele, Ferdinando Imposimato, una carriera di tutto rispetto, ex giudice istruttore in processi di mafia eterrorismo, star della Rete e ancora prima della tv (a «Forum»),candidato dai grillini al Quirinale. Però, tanto per fare un esempio di attendibilità, dietro le «rivelazioni» del suo ultimo libro I 55 giorniche hanno cambiato l’Italia si nasconde una fonte che per laProcura di Roma è un impostore, anzi un calunniatore. È l’ex brigadiere della Guardia di finanza in pensione Giovanni Ladu, 57 anni, cagliaritano, residente da tempo a Novara, che con l’autore del libro si è spacciato per un ufficiale di Gladio con il nome da battaglia Oscar Puddu. Amico è Puddu, più amica la verità.

Insomma, Imposimato all’epoca abboccò a una bufala bella e buona: sembra perfetto per fare il garante dai grillini. Per parte nostra, aggiungiamo che il giudice Adele Rando nell’unica (finora) sentenza definitiva sul caso Orlandi appurò che i cittadini turchi di cui parla Imposimato erano invece dei bugiardi matricolati che volevano ricevere utilità da presunte “rivelazioni” rivelatasi false (c’è chi, come il giudice Rando, andò a verificare di persona – senza trovare la Orlandi – i racconti dei “testimoni” dell’epoca: sta scritto nella sentenza, strano che Imposimato non la citi…). Sull’università di Toronto e l’11 settembre, invece, vi rimandiamo a questo post sul Perle Complottiste per capirne la portata e il valore storico. Da lì prendiamo la foto di uno degli “esperti” impegnato in una credibilissima “ricostruzione”:
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Quando Cantone voleva querelare Imposimato

In più per dare l’esatta dimensione del personaggi si deve raccontare il suo recente, scomposto e diffamatorio attacco a Raffaele Cantone per il parere su Carla Romana Raineri nella Giunta Raggi. Qualche tempo fa infatti Marcello Minenna, assessore dimissionario dopo l’addio della Raineri, aveva condiviso sulla sua pagina Facebook un paio di uscite di Imposimato:

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Uno dei due status di Imposimato condivisi da Minenna

La scelta non chiara e non trasparente, secondo quanto è stato ricostruito in questi giorni, sarebbe quella di aver chiesto un parere sulla nomina di Carla Romana Raineri all’ANAC, l’Autorità Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, invece che al Consiglio di Stato. La tesi, in effetti un po’ surreale, è esplicitata dalla condivisione su Facebook da parte dell’ex assessore di due status di Ferdinando Imposimato, che però non sembrano granché fondati e soprattutto contengono accuse gratuite nei confronti di organi di Stato e di governo non supportate da prove.
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Il secondo status di Imposimato condiviso da Minenna

Prima infatti Imposimato dice che Cantone ha preso un abbaglio bocciando la procedura di incarico del capo di Gabinetto Carla Romana Raineri e parla di ennesimo errore del presidente dell’Autorità Anticorruzione (forse Imposimato li tiene in un cassetto, gli errori di Cantone). Poi, a poche ore di distanza,  ha parlato di “sabotaggio” della Giunta Raggi da parte di Raffaele Cantone per sostenere Matteo Renzi. La situazione dev’essere peggiorata con il trascorrere delle ore, e Imposimato ha fatto bene ad avvertirci. Cantone, in un’intervista al Corriere, replicò alle invenzioni giuridiche di Imposimato con una risposta tranchant:

Come replica all’ex giudice Ferdinando Imposimato, vicino ai Cinque Stelle, secondo il quale lei ha teso una trappola alla Raggi per conto di Renzi?
«Sul momento ho pensato di querelarlo. Poi ho capito che s’era espresso senza conoscere il merito della questione; nei fatti sosteneva esattamente la nostra posizione, cioè che il rapporto tra sindaco e capo di Gabinetto è di tipo fiduciario, quindi ho deciso di lasciar correre».

Sembra davvero perfetto per Grillo.

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