Feltri, il Lungarno e il governo ladro

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-05-26

Il nuovo direttore di Libero difende Renzi e Nardella per la rottura di Firenze. Liberamente

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Vittorio Feltri è un uomo libero, e che nessuno si permetta di metterlo in dubbio. Per questo oggi su Libero, che i maligni volevano in procinto di cambiare linea editoriale per abbracciare le ragioni di Denis Verdini nel suo appoggio a Renzi (tutte calunnie, eh?), oggi liberamente difende Renzi e Nardella da accuse e chiamate di correità dopo il crollo di Lungarno Torrigiani a Firenze.

Ogni volta che in Italia si registra una calamità, un incidente, una sciagura tutti si impegnano a trovare quale sia la persona da crocefiggere. A nessuno passa per la testa che le disgrazie sono imprevedibili e non dipendono sempre dalla cattiva volontà di chi amministra la pubblica amministrazione. Succedono e basta. Ora, si dirà – immagino – che l’inondazione fiorentina si potesse evitare qualora la manutenzione della rete idrica fosse stata fatta a regola d’arte. Può darsi. Ma bisogna ricordare che i tubi sono sotterranei e non si possono controllare giornalmente millimetro per millimetro onde verificare che siano in ordine e non sul punto di guastarsi. Non importa.Pur di attaccare il comune, la provincia o la regione le cui inefficienze sono comunque note – ci sarà qualcuno pronto a sparare sul pianista. Aggredire gli assessori e i governanti in genere è uno degli sport più praticati. Così come la speculazione politica è pratica corrente. Un tubo rotto è un invito a nozze per chi desideri fare a cazzotti o lanciare un po’di sterco contro chi abbia un ruolo nei palazzi del potere.

Insomma, Feltri non è per niente un demagogo. Anche se ci corre il dubbio di sapere dove fosse Feltri nel 2012, quando Il Giornale e Libero attaccavano i governanti emiliani per il terremoto perché “la regione sapeva”:
vittorio feltri terremoto emilia
Feltri all’epoca era al Giornale in qualità di editorialista. Editorialista, eh? Non difensore d’ufficio:

Noi non siamo difensori d’ufficio della Giunta di Firenze, anzi, siamo dei pm in pectore perché il nostro mestiere non è quello di raccontare ciò che è bello, ma ciò che è brutto. Tuttavia, ci piace anche essere minimamente obiettivi, pertanto diciamo che le beghe sul tubo rotto sono appunto beghe del tubo. Più che discutere sui motivi per cui si è sbriciolata la conduttura, conviene sollecitare le persone preposte a ripararla, affinché si affrettino a fare il loro dovere. Negli Stati Uniti ogni due per tre interi villaggi e intere cittadine vengono spianati da tsunami e da qualche tornado, ma nessuno si sogna di prendersela con gli addetti alla pubblica amministrazione. La popolazione sa che contro gli elementi naturali e contro gli incidenti è difficile proteggersi in anticipo: le catastrofi sono generate da forza scatenata dal padreterno, ammesso che vi sia un padreterno. Prevenire è meglio che reprimere, siamo d’accordo, ma non sempre è possibile. Chi non se ne rende conto non capisce un tubo, e il tubo si rompe lo stesso.

Leggi sull’argomento: Vittorio Feltri torna a Libero (che diventa il giornale di Verdini)

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