Federico Pizzarotti sospeso dal MoVimento 5 Stelle

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-05-13

Il sindaco di Parma messo in castigo dal Direttorio perché non ha comunicato ai vertici di aver ricevuto l’avviso di garanzia e si è rifiutato di fornirne copia a richiesta. I precedenti e le motivazioni di un provvedimento nell’aria da anni

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A sorpresa ma non troppo Federico Pizzarotti finisce sospeso dal MoVimento 5 Stelle. La giornata del sindaco di Parma, indagato per abuso d’ufficio da qualche mese per un’indagine di cui si è saputo soltanto ieri, comincia con il provvedimento del direttorio nei suoi confronti, comunicato attraverso il blog di Beppe Grillo: “Pizzarotti sospeso dal MoVimento 5 Stelle: la trasparenza è il primo dovere” annuncia il titolo. Il Corriere della Sera oggi aveva scritto del disorientamento dei 5 Stelle a proposito dell’indagine e dell’avviso di garanzia, di cui il sindaco sapeva da due mesi ma senza aver avvertito direttorio e garanti.

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il post sul blog di Grillo: Pizzarotti sospeso dal MoVimento 5 Stelle

Pizzarotti sospeso: perché il sindaco di Parma è finito in castigo

In più Pizzarotti, a cui il direttorio ha chiesto copia dell’avviso di garanzia e di tutti i documenti connessi alla vicenda, ha deciso di fare orecchie da mercante alla richiesta. Siccome due indizi fanno una prova quando c’è da mostrare il muso duro, Pizzarotti è sospeso con effetto immediato dal M5S. Colpirne uno per educarne cento.

Federico Pizzarotti è sospeso dal MoVimento 5 Stelle. La trasparenza è il primo dovere degli amministratori e dei portavoce del MoVimento 5 Stelle. Solo ieri si è avuto notizia a mezzo stampa dell’avviso di garanzia ricevuto, ma il sindaco ne era al corrente da mesi. Nonostante la richiesta, inoltrata da ieri e a più riprese, di avere copia dell’avviso di garanzia e di tutti i documenti connessi alla vicenda per chiudere l’istruttoria avviata in ossequio al principio di trasparenza e già utilizzato in casi simili o analoghi, non è giunto alcun documento. Preso atto della totale mancanza di trasparenza in corso da mesi, nell’impossibilità di una valutazione approfondita ed oggettiva dei documenti e per tutelare il nome e l’onorabilità del MoVimento 5 Stelle si è proceduto alla sospensione. Non si attendono le sentenze per dare un giudizio politico.

Il sindaco di Parma intanto su Facebook replica sul mancato invio di documentazione relativa all’avviso di garanzia pubblicando la sua mail di risposta: “Ad una mail anonima non fornisco nessun documento”, scrive. “Inoltre, voi da mesi non rispondete alle mail su cui chiediamo chiarimenti” sul consiglio comunale della città. “Per altri chiarimenti fatemi chiamare dal responsabile dei Comuni Luigi di Maio”, conclude Pizzarotti nella mail. Su Facebook il sindaco è ancora più furioso: «Mesi che Parma chiede chiarimenti, privati e anche pubblici. Totalmente ignorati. Parlate addirittura di trasparenza. E questa sarebbe trasparenza?».
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“Gentile Federico Pizzarotti – si legge nella mail firmata ‘Lo Staff di Beppe Grillo’ – abbiamo appreso la notizia da fonti di stampa che saresti indagato per il reato di concorso in abuso d’ufficio connesso ad alcune nomine fatte al Teatro Regio. Come per tutti gli altri casi che ci hanno interessato – prosegue la mail dello Staff – siamo qui a chiederti la cortese trasmissione di copia dell’avviso di garanzia ricevuto e di tutti i documenti connessi alla vicenda che ti contesta la procura di Parma. Ti preghiamo di farcelo pervenire entro domani mattina (stamattina, ndr) in modo da poter chiudere al più presto l’istruttoria avviata in osseguio ai codici di comportamento del Movimento 5 Stelle. Certi di una tua leale collaborazione ne approfittiamo per mandarti i nostri saluti”. Questa la risposta di Pizzarotti: “Gentilissimo anonimo staff, forse vi siete dimenticati che sono un sindaco eletto, e pubblico ufficiale, e ad una mail anonima non fornisco nessun documento. Soprattutto per un indagine in corso che coinvolge me, altri membri del Cda, e una fondazione. Innanzitutto citatemi quali sarebbero i regolamenti a cui fate riferimento, in cui vengono espressi tempi, modi e situazioni. Voi da mesi non rispondete alle diverse email su cui chiediamo chiarimenti in merito alla situazione del nostro consiglio comunale, forse dovreste preoccuparvi anche di quello. Per altri approfondimenti fatemi chiamare dal responsabile dei comuni Luigi di Maio. Distinti saluti, sindaco Federico Pizzarotti”.

La conferenza stampa di Pizzarotti

“Il direttorio si è dimostrato irresponsabile nella conduzione del movimento. Ci vuole rispetto delle persone, si deve poter essere chiamati e avere un confronto”, ha detto il primo cittadino nel corso di una conferenza stampa trasmessa in tv. La ragione della sospensione è la mancata comunicazione da parte di Pizzarotti di aver ricevuto mesi fa l’avviso di garanzia, reso pubblico ieri, e la sua riluttanza a fornire al movimento i documenti relativi alla vicenda, dice il blog di Beppe Grillo, che ha dato la notizia. “Preso atto della totale mancanza di trasparenza in corso da mesi, nell’impossibilità di una valutazione approfondita ed oggettiva dei documenti e per tutelare il nome e l’onorabilità del MoVimento 5 Stelle si è proceduto alla sospensione. Non si attendono le sentenze per dare un giudizio politico”, si legge sul blog. Pizzarotti è indagato dalla Procura di Parma per abuso d’ufficio nella vicenda delle nomine del Teatro Regio della città emiliana. “Mesi che Parma chiede chiarimenti, privati e anche pubblici. Totalmente ignorati. Parlate addirittura di trasparenza. E questa sarebbe trasparenza?”, ha scritto Pizzarotti sulla propria pagina Facebook. Il primo cittadino ha anche allegato al post la copia della corrispondenza intrattenuta con lo “staff di Beppe Grillo”, in cui alla domanda (di ieri) di trasmettere copia dell’atto di garanzia e altra documentazione, ha risposto: “forse vi siete dimenticati che sono un sindaco eletto, e pubblico ufficiale, e ad una mail anonima non fornisco nessun documento”. Il sindaco di Parma è inviso ai fondatori, e di conseguenza agli eletti del MoVimento 5 Stelle, da quando, dopo la sua vittoria a Parma, aveva provato a chiamare Valentino Tavolazzi, uno dei primi espulsi dal MoVimento per aver provato a organizzare un congresso dei grillini senza l’autorizzazione di Grillo e Casaleggio. Dopo essere tornato indietro dai suoi propositi Pizzarotti in questi anni era sempre stato considerato l’anima critica dei grillini, spesso mettendosi anche nelle condizioni di sfidare e criticare il potere dei due fondatori. Domenica scorsa, in un’intervista al Corriere, Pizzarotti era tornato a criticare la gestione dei 5 Stelle:

«Vorrei che fosse chiaro che amministrare è diverso che fare opposizione: è facile in Parlamento utilizzare frasi sensazionali, ma non è che tutti gli altri sono cattivi e noi tutti buoni. Per sistemare i problemi a volte è necessario sporcarsi le mani. Noi a Parma abbiamo ridotto del 44% il debito — siamo passati dal rischio default all’essere la diciottesima città italiana per stabilità economica, la quinta smart city italiana — abbiamo chiuso molte società partecipate e risanato altre, un lavoro difficile che è finito spesso al centro delle critiche».

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«Nel Movimento non ci può essere una discrezionalità a seconda dei casi, vedi l’esempio di Andrea Defranceschi, a cui va la mia stima, espulso ma recentemente assolto da molte accuse. Ormai è lampante: ci sono i buoni che vanno difesi o quelli come me che vengono ignorati. Si tratta di situazioni che stanno emergendo in modo netto».
Ma lei andrà a parlare con Davide Casaleggio o con il direttorio per chiarire la sua posizione?
«Io chiedo: siamo un movimento orizzontale, dove uno vale uno? Se sì allora non vedo perché io debba andare da Davide Casaleggio o da qualcun altro a chiedere il permesso per esprimere le mie idee».

Quando Grillo amava Pizzarotti

«Per costruire l’incenitore dovrete passare sul cadavere di Pizzarotti», diceva ai bei tempi della campagna elettorale di Parma Beppe Grillo riguardo una vicenda che è poi diventata sintomatica dell’approccio dei 5 Stelle al potere: eletto con la promessa di non far costruire un termovalorizzatore già autorizzato in tutto e per tutto, il sindaco alla fine si dovette piegare alle leggi e alla logica. Per questo venne attaccato sia dai grillini parmensi che dal blog di Grillo, che una volta pubblicò anche un appello “ad aiutarlo” in risposta a una sua intervista critica.

Sono già numerosi i commenti sul blog di Beppe Grillo: in tanti si complimentano per la “scelta di trasparenza”, ma non manca chi difende il primo cittadino affermando che “la sospensione del sindaco Pizzarotti è un atto eccessivo, ingiustificato”. Alcuni interventi chiamano in causa anche il sindaco di Livorno Filippo Nogarin, chiedendo che ora venga sospeso anche lui: “Ora tocca al sindaco di Livorno essere sospeso e all’ assessore. Prima di tutto la coerenza”.La procedura della sospensione dal MoVimento 5 Stelle prevede un appello a cui si può adire entro quindici giorni, altrimenti l’espulsione diventa definitiva. Il sindaco di Parma ci proverà o deciderà di portare avanti il suo mandato senza più Grillo?  In tante occasioni il sindaco di Parma aveva provato a parlare con Grillo o ad avere un confronto con Luigi Di Maio invocando, a piu’ riprese, un meetup nazionale per prendere le decisioni piu’ importanti, con un coinvolgimento del territorio. Tutte proposte cadute nel vuoto. Il gelo su Pizzarotti, quindi, era evidente gia’ da molto tempo e ieri la reazione di molti parlamentari era stata abbastanza tiepida. In molti, oggi, pensano comunque che Grillo aspettasse solo il pretesto giusto per cacciarlo dal Movimento. Il primo a parlare fra i membri del direttorio è Claudio Sibilia:
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“Dietro la sospensione di Pizzarotti c’è Bugani”, dice invece Massimo Artini, deputato di Alternativa Libera-Possibile. “Bugani ce l’ha sempre avuta con Pizzarotti, perché lo vede come un rivale. Ora evidentemente e’ preoccupato perché su Bologna potrebbe avere gravi problemi. E forse per questo non ha dato la certificazione alle liste di Rimini e Ravenna, perche’ cosi’ evitera’ la brutta figura del confronto”, spiega Artini interpellato dalla Dire. Quanto alla sospensione, il deputato e’ tranchant: “Quello che ha fatto il M5s e’ incomprensibile. Tanto piu’ che si tratta di un amministratore capace, come dimostrano i dati del bilancio. Un bravo sindaco benvoluto in citta’à”.

Il senso di Grillo per i romagnoli

Con la sospensione di Federico Pizzarotti si allunga ancor di piu’ la lista dei 5 stelle emiliano-romagnoli sanzionati dal blog di Beppe Grillo. Il sindaco di Parma, sospeso oggi perche’ indagato per abuso d’ufficio per le nomine al Teatro Regio, e’ solo l’ultimo in ordine di tempo di una nidiata di pentastellati emiliano-romagnoli falcidiata in questi anni dai vertici dell’M5s. Tutti piu’ o meno sulla stessa linea, critici con la coppia Grillo-Casaleggio per la mancanza di democrazia interna al movimento. L’Emilia-Romagna, e Bologna, sono stati di fatto la culla dell’M5s, con il primo V-day in piazza Maggiore sotto le Due torri, e allo stesso tempo anche il territorio che piu’ si e’ ribellato alla guida del movimento. Il primo ad aprire pubblicamente il vaso di Pandora fu l’ex consigliere regionale Giovanni Favia, enfant prodige e delfino di Grillo finche’, in un ormai celebre fuori onda in una trasmissione tv, critico’ l’egemonia di Casaleggio. Favia fu il primo 5 stelle con una caratura anche nazionale a essere espulso dal movimento perche’ dissidente. Prima di lui, fu cacciato il ferrarese Valentino Tavolazzi, ‘reo’ di aver organizzato un incontro nazionale tra iscritti dell’M5s per discutere dell’organizzazione del movimento. Stessa sorte tocco’ alla bolognese Federica Salsi (dopo un’ospitata poco gradita in tv) e, a ridosso delle ultime elezioni regionali del 2014, al capogruppo in Regione Emilia-Romagna Andrea Defranceschi, finito nell’occhio del ciclone per l’inchiesta sulle spese ‘allegre’ dei consiglieri regionali, accuse da cui poi e’ stato scagionato (insieme allo stesso Favia). Cacciato dall’M5s anche il sindaco di Comacchio, Marco Fabbri, per essersi candidato alla Provincia di Ferrara in un listone con altre forze politiche. Alla lista degli epurati M5s in Emilia-Romagna vanno poi aggiunti i parlamentari che dalle politiche 2013 a oggi hanno abbandonato il movimento per divergenze politiche con Grillo e Casaleggio: la bolognese Adele Gambaro; l’imolese Mara Mucci (ora candidata consigliera comunale a Milano con i Radicali); la reggiana Maria Mussini. E di recente, i vertici dell’M5s hanno deciso di azzerare persino le liste pronte per le elezioni amministrative a Ravenna e Rimini. Ora tocca dunque a Pizzarotti, che gia’ prima dell’avviso di garanzia scontava da tempo rapporti ai minimi termini con Milano. Piu’ volte il sindaco di Parma ha criticato la linea dei vertici del movimento e lo stesso Grillo ha spesso attaccato Pizzarotti per l’avvio dell’inceneritore di Uguzzolo, contro cui i 5 stelle si erano battuti in campagna elettorale promettendo che non sarebbe mai stato acceso se avessero vinto le amministrative di Parma nel 2012.
 

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